Con il nuovo PSC di Imola si distrugge un territorio vincolato

Con il nuovo PSC del Comune di Imola si distrugge un territorio vincolato per i suoi valori ambientali e paesaggistici.

Quest’area compresa tra via Belvedere e il Piratello, per una fascia di 150 metri, caso mai, andrebbe allargata come tutela. Prima il Sindaco Manca e poi l’Assessore all’urbanistica del comune di Imola Bondi, in un’intervista a Sabato S era del 22 dicembre, hanno elaborato una nuova teoria urbanistica degna di una laurea in urbanistica Honoris causa: una zona paesaggistica si tutela costruendovi case e strade di accesso e altre urbanizzazioni. Per giustificare gli interessi di chi costruirà si coprono con una foglia di fico fatta di case piccole, ecologiche, etc… e con  autorizzazione auspicata, ma forse già ufficiosamente concessa, dalla Soprintendenza  competente.

E in aggiunta si giustifica l’intervento con l’idea che costituirebbe la nuova porta di accesso alla città di Imola.

La vera porta di accesso è costituita da più di un secolo dalla basilica del Piratello, dal viale alberato e proprio dalla fascia vincolata.

L’errore al quale il PRG (elaborato nel ’69, che vincolò a non edificabilità anche l’area agricola a monte della zona tutelata e tutta quella che da Zolino sulla destra arrivava al Piratello) non potè porre rimedio perché già approvato dal Comune fu proprio l’insediamento residenziale di Zolino, altrimenti quel PRG del ’69 non avrebbe mai consentito di costruire lungo la Via Emilia né a destra né a sinistra. Ma veniamo alla parola magica della perequazione: ad un proprietario di aree si concede di costruire e lui con i suoi soldi di una parte della rendita (quale e quanta in questo caso del Piratello e chi è o chi sono i beneficiari ce lo dicano) si compra un’area destinata a servizi pubblici. Ma per perequare, con tutte le aree disponibili ad Imola si doveva proprio andare a toccare un’area vincolata e di pregio?

Infine il parco delle acque e dell’autodromo. Il PRG del ’69 vincolava tutta l’area interna all’autodromo all’espansione del parco e tutto attorno all’autodromo stesso veniva creata una vasta zona inedificabile denominata di rispetto agricolo dell’abitato. In questi 40 anni il parco non è stato ampliato di un solo metro, anzi, dentro e fuori sono state concesse delle costruzioni di ville private. E non si venga a sostenere che le infrastrutture dell’autodromo (la barriera di chiusura e le diverse tribune) sono state progettate tenendo conto di una corretta ambientazione. Inoltre, mi pare che il vero parco di Imola sia diventato il Parco Tozzoni. Basta confrontare i dati sulle persone che utilizzano i due luoghi. Proprio perché il parco delle acque non è mai stato ampliato e il progetto che doveva elaborare il grande architetto paesaggista Porcinai non andò mai in porto, l’autodromo è sempre stata una zona chiusa urbanisticamente dall’autodromo. Da ultimo il Comune, con una variante del luglio 2010, ha previsto inoltre la possibilità di costruire perfino 5 case al posto della casa del custode o di tamponare il gazebo fontana per farne un ristorante o un’attività commerciale. E’ questa la continuità con le grandi scelte urbanistiche alle quali Bondi si richiama, ma che con quelle scelte sopra descritte non è degno di rappresentare.

Mi auguro che la cittadinanza imolese faccia sentire la sua protesta contro la scelta di rendere edificabile l’area vincolata.

Cesare Baccarini

Un commento

  1. Saranno già d’accordo con le coop rosse (Cesi, Aurora 2,…) x farglielo comprare a prezzi infimi, renderlo edificabile, lottizzarlo, indire gare d’appalto fittizie, che ovviamente saranno vinte da Cesi, Aurora 2, ecc., le quali costruiranno nuovi anonimi quartieri-dormitorio che saranno venduti a condizioni di estremo favore ai soci delle coop rosse, per poi accorgersi che il traffico nelle strade limitrofe risulta congestionato, e quindi sarà necessaria una nuova circonvallazione/bretella diretta guarda caso verso le coop rosse commerciali/industriali/artigianali (Coop, Sacmi, Cefla,…), il cui appalto verrà guarda caso assegnato alla Cesi… dejà vu…

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