I 50 km da Salerno a Napoli (ovvero il Paese Sordo)

Il documentario nasce in primis da un interrogativo: perché moltissimi noti intellettuali hanno trascorso del tempo in questa regione e lodato i posti più nascosti compresi nel tratto stradale Salerno Napoli mentre ora gli stessi luoghi sono diventati esclusivamente il simbolo della criminalità organizzata?

In secundis dalla rabbia provocata dai migliaia di morti e ammalati di tumore a causa di spazzatura nociva che non ci appartiene.

Ho iniziato a viaggiare da sola per la mia diffamata terra, alla ricerca di storie perdute e per scoprirne una bellezza in ombra e malignamente taciuta: un diamante nascosto nel pane direbbe Fabrizio De André.

Il titolo (il Paese Sordo) mira a sottolineare i pregiudizi, regionali e nazionali, che ostacolano in mille modi la conoscenza di questi luoghi che hanno fatto innamorare Goethe della Campania.

L’intero documentario vuole essere uno stimolo alla riflessione sullo stato di preoccupante abbandono dell’immenso patrimonio artistico e paesaggistico.

La Campania ingloba al suo interno realtà molto diverse talvolta dissonanti eppure con potenzialità molto simili, incredibili: quante regioni al mondo possono vantare cinque siti Unesco in soli cinquanta km?

Per tali motivi ho voluto inserire Pollica all’interno del documentario come termine di paragone affinché questo meraviglioso tratto di strada, questa incredibile storia fatta di quadri, templi e chiese, questa natura che fa venir voglia di credere al paradiso anche al più ostinato degli atei non si trasformi in depositi, discariche e cimiteri.

Desirée Memoli
des_memoli@live.it

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Documentario “I 50 Km, ovvero il Paese Sordo”

Il documentario è suddiviso in tre parti, per una durata complessiva di circa 30 minuti.

Prima parte:

 

Seconda parte:

 

Terza parte:

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Approfondimenti

A questa pagina Facebook sono approfondite le tematiche del documentario:
http://www.facebook.com/pages/I-50-km-ovvero-il-Paese-Sordo/305228616184931

2 commenti

  1. L’Italia è “un Paradiso abitato da diavoli” ma un Angelo ,neanche mille pallottole potranno mai ucciderlo perchè non puo’ morire l’uomo che amava i fiori e parlava alle creature del mare,perchè il suo sangue è seme di mille angeli ancora.
    Amando e difendendo i nostri Paesaggi,quelli di ANGELO VASSALLO, saremo un po’ angeli anche noi.
    Grazie,angelo Desirèe!
    P.S.In fondo, anche Carlo di Borbone con le sue Prammatiche ed il suo coerente impegno a tutela del patrimonio artistico del Regno, era un angelo!

  2. Ciao sono orgoglioso di aver partecipato a questo tuo lavoro,e mi complimento ancora per il successo del documentario.GRAZIE.

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