Altri 100mila mq sottratti all’agricoltura nel Parco Sud Milano, sempre meno agricolo

Ad appena quattro mesi da un’analoga sottrazione di aree agricole a Rosate, nei prossimi giorni sarà convocata l’Assemblea dei 61 Sindaci del Parco Agricolo Sud Milano con all’ordine del giorno la cancellazione di 100 mila mq di terreni agricoli a Vignate, sacrificati per l’ampliamento del polo logistico della Sogemar.

Si tratta dell’ennesima insensata richiesta al Parco e alla comunità di cedere importanti fette di territorio pregiato, a fronte di benefici per interessi privati.

Nel documento redatto con esperti del settore, qui sotto riportato, abbiamo voluto dettagliatamente esporre le illogicità della proposta, in antitesi alla programmazione“ragionata” dello sviluppo logistico: si chiede un sacrificio al Parco e al delicato tessuto agricolo milanese senza contropartite, con benefici alla collettività tutti da dimostrare.

Sulla base delle considerazioni esposte nel nostro documento, abbiamo chiesto, tramite e-mail, a tutti i 61 Sindaci del Parco Sud di rigettare la variante di Vignate.

Sogemar si trova proprio in corrispondenza dello sbocco milanese della Brebemi e a ridosso della progettata e contestatissima Tangenziale Est Esterna che, tra l’altro, è ancora in attesa di trovare i grandi finanziamenti necessari (1,8 mld) data la crisi del credito attuale. Si vorrebbe scongiurare l’ipotesi di utilizzare l’area come centro merci tutto strada, cioè monomodale. E’ per questo che l’Amministratore delegato Sebastiano Grasso è spesso presente ai convegni sulla Tem e sulla Brebemi?

La richiesta di Sogemar è in antitesi alla programmazione “ragionata” dello sviluppo logistico: a Segrate, a pochi km di distanza da Vignate, sorge un mega interporto gestito da Terminali Italia (Gruppo FS). Attraversato dalla stessa linea ferroviaria di Vignate, questo interporto è sotto utilizzato. Completarne il collegamento stradale con la tangenziale Est non solo è qualcosa di atteso da 20 anni, ma sarebbe anche la prima e più logica prospettiva di sviluppo. Su questo però la competenza è della società autostradale Serravalle (controllata dalla provincia di Milano), il cui ex gruppo dirigente è stato decapitato dalle indagini per corruzione della magistratura. Ma Serravalle pensa solo a nuove autostrade, anziché alla manutenzione della sua rete tangenziale e alla gestione dei programmi stabiliti e non osservati con l’Anas.

A favore di una programmazione “ragionata” si pone anche la “Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme territoriali logistiche”. Approvata alla Camera in data 12 aprile 2012, prevede, tra l’altro, una “ricognizione degli interporti e delle infrastrutture intermodali già esistenti” da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, cui spetta anche l’elaborazione di un “Piano generale per l’intermodalità”. Per la Lombardia questo significherebbe sfruttare e potenziare le svariate capacità intermodali esistenti, come appunto l’interporto di Segrate, o ancora lo scalo di Domodossola, quello di Brescia e quello di Milano Smistamento. Sogemar, ma soprattutto i decisori pubblici hanno valutato queste alternative?

Segrate, per esempio, dispone di 8 binari, che consentono di effettuare 16 corse al giorno di treni da 600 mt di lunghezza.

Prima di avanzare questa proposta di ampliamento del suo scalo a Melzo-Vignate, Sogemar dovrebbe valutare le possibili alternative e documentare perché tecnicamente o economicamente non sono state prese in considerazione. Una corretta programmazione richiederebbe l’adozione di questa prassi ad un valutatore pubblico, come l’assessorato ai trasporti della Regione, oppure i trasporti vengono lasciati a se stessi?

“A sostegno delle nostre tesi è intervenuta anche un’importante decisione presa venerdì scorso a Lugano, dove, alla presenza dell’Assessore ai trasporti della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, è stato firmato un Memorandum of Understanding per i progetti di terminali intermodali di Milano, Brescia e Piacenza da parte del gruppo FS, Cemat e Hupac, cioè i maggiori operatori intermodali di Italia e Svizzera. Per l’area significa finalmente terminalizzare lo scalo sottoutilizzato di Milano Smistamento e collegare al meglio quello di Segrate con la viabilità ordinaria. Una decisione che fa cadere ogni necessità richiesta da Sogemar di ampliare, a Vignate, il proprio scalo intermodale consumando centomila metri quadrati di terreno agricolo in pieno Parco Sud – spiegano Renato Aquilani (presidente dell’Associazione Parco Sud Milano) e Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente della Lombardia.

Lo sviluppo del trasporto ferroviario intermodale richiede, oltre che l’intrapresa privata, anche un’efficace pianificazione pubblica per evitare inutili sprechi di terreno ed il massimo coordinamento operativo tra gli enti locali. Infatti nel nord Europa si è consolidata la costituzione di grandi terminal pubblici dove ogni operatore intermodale trova i propri spazi ed organizza i suoi servizi di trasporto, rendendo così più competitivo e meno impattante il sistema dei trasporti.

Solo in Italia – evidenzia Balotta – si è consolidata la prassi opposta dei piccoli terminali privati che ha generato comunque la netta preponderanza del trasporto sui Tir ai danni di quello ferroviario con pesanti conseguenze sui costi del trasporto, sulla congestione delle strade e sull’ambiente”.

Le associazioni scriventi – Parco Sud Milano, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), Fai, Gruppo Ornitologico Lombardo, Italia Nostra Milano, Legambiente Lombardia, Wwf Lombardia, Cascina Isola Maria, Eco-Alba onlus, Wwf Martesana – sono consapevoli della necessità di favorire lo sviluppo del trasporto ferroviario merci, ma in questo caso deve essere fatta anche una valutazione costi-benefici e non solo costi- ricavi, perché all’ambiente è richiesto un “sacrificio” eccessivo.

La richiesta di variante per Vignate è contraria non solo al buonsenso, ma anche ai principi costituenti del Parco agricolo Sud Milano, enunciati nell’articolo 2 della legge regionale istitutiva 24/1990:

a) la tutela e il recupero paesistico e ambientale delle fasce di collegamento tra città e campagna, nonché la connessione delle aree esterne con i sistemi di verde urbani;

b) I’equilibrio ecologico dell’area metropolitana;

c) la salvaguardia, la qualificazione e il potenziamento delle attività agro-silvo-colturali in coerenza con la destinazione dell’area;

d) la fruizione colturale e ricreativa dell’ambiente da parte dei cittadini.

Tutti questi principi sono puntualmente disattesi dall’Ente Parco e dalla Provincia di Milano.

Il Parco Agricolo Sud Milano deve perseguire un diverso modello di sviluppo, basato sulla valorizzazione delle aziende agricole, orientate in maniera crescente al concetto di agricoltura di servizio alla metropoli milanese e ai suoi cittadini, con produzioni sostenibili (km zero e biologico) e allargando i servizi di fruizione e svago (agriturismi, spa, prodotti tipici, visite scolastiche, ecc.).

Solo su questi principi si può fondare uno sviluppo sostenibile, in grado di generare ricchezza per il territorio.

FONTE: http://www.assparcosud.org/

5 commenti

  1. Per chi non lo sapesse ancora la variante è stata approvata
    http://www.assparcosud.org/17-istituzioni/istituzioni-parco/73-il-pd-si-allea-con-il-pdl.html

    Pisapia ha detto si (tramite un suo delegato), come puoi leggere qui sotto. Il pgt di Milano non centra, questa variante era sul territorio di Vignate.
    Da notare oltre l’assenza di 29 sindaci. Ognugno dovrebbe controllare, quando uscirà il verbale qui (http://www.provincia.mi.it/parcosud/delibere/AS_2012.html) se e cosa ha votato il suo sindaco e farsi sentire.

  2. Fate le class-action, bombardateli di mail (avaaz.org ha raccolto più di 2 milioni di firme contro la deforestazione amazonica) : lotta cittadina, insomma. Unitevi, siete più numerosi di loro!

  3. io avevo letto la notizia che nel nuovo pgt milanese non si sarebbe assolutamente toccato il parco agricolo sud.
    ma io mi chiedo a cosa caspita serve il parco di protezione del territorio se non pretegge una bella cippa di niente ma che razza di incapaci hanno messo a dirigere ” l’area “non” protetta del parco agricolo ??

  4. con quale faccia tosta i politici avranno il coraggio di votare questo vergognoso progetto?

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