Calabria: a rischio la bellezza di Cleto


Da Cleto, in provincia di Cosenza, un appello per bloccare il progetto voluto dall’amministrazione locale di una pista di collegamento ad anello tra il centro storico ed il castello. A firmare l’appello è il comitato “Difendiamo il paesaggio – Cleto bene comune”.

Una strada di collegamento tra il centro storico ed il castello metterebbe a rischio, se realizzata, la bellezza della zona. Accade a Cleto, in provincia di Cosenza.

Una valle di 20 kmq, in cui vegetano 130.000 dei 700.00 ulivi censiti lungo l’intera Costa Cosentina, un olio extravergine di eccezionale qualità, ulivi millenari, veri monumenti della Natura e poi vino, miele e luoghi incantati ma poco conosciuto.

Cleto è un antico borgo con tracce bizantine e medievali, arroccato a 200 metri sopra il livello del mare, il centro storico fino ad oggi ha mantenuto intatto il suo fascino di storia e vita contadina.
Salendo per pittoreschi vicoli si scorgono anche antichi palazzi con piccoli giardini e sulla sommità del monte troneggiano i resti del grande castello con le sue imponenti torri.
Territorio particolarmente interessante dal punto di vista archeologico, il nucleo più antico dell’abitato è caratterizzato dalla presenza di numerose grotte e cisterne.

Il comitato DIFENDIAMO IL PAESAGGIO CLETO BENE COMUNE si è formato in merito all’azione da parte dell’ amministrazione comunale di realizzare un collegamento tra il centro storico e il castello, con la creazione di un percorso ad anello. La strada, però, è stata pensata ai piedi della roccaforte, in pieno centro storico, deturpando in maniera significativa la roccia sottostante.

Nello specifico, è volontà dell’amministrazione comunale realizzare l’opera in due lotti: il primo lotto prevede il potenziamento della viabilità interna già esistente, tramite demolizioni e ricostruzioni di vario genere, per l’allargamento del percorso, gia esistente, che porta fino al castello. Quello che preoccupa e si contesta è la realizzazione di una piattaforma di 600mq (60mx10m), che esula dall’obbiettivo del primo lotto, (potenziamento della viabilità interna), ma è preparatoria al secondo lotto, che prevede la costruzione di una nuova strada di collegamento al castello, esterna all’aera urbana ma considerata centro storico. Il tutto come è enunciato dalla delibera della giunta comunale n°39 del 27/10/2011.

Quest’opera stravolgerebbe in maniera significativa e irreversibile il paesaggio, mettendo a rischio oltre l’aspetto estetico anche quello storico-archeologico, in quanto sulla roccia interessata vi era già una presenza umana (un ex convento e unità abitative risalenti al periodo medievale).

Inoltre è da ricordare che il piccolo borgo è testimonianza di un periodo storico molto significativo per questa terra. La scelta del luogo, la rupe rocciosa, rappresenta una difesa naturale, importante per gli assedi e invasioni da parte dei nemici; facilitare espropri ed opere finalizzate a costruire finalizzate a costruire una pista di collegamento carrabile ad anello tra il centro storico ed il castello metterebbe a rischio, in tal modo, il valore storico, architettonico e paesaggistico di tutto il borgo storicamente definito la Rocca di Pietramala (Pietra Cattiva).

5 commenti

  1. Credo invece che l’opera potrebbe risultare interessante se indirizzata ad un giusto obbiettivo.
    Ad esempio pensare ad una migliore accessibilità del centro storico al fine di incentivare ipotetici visitatori non locali, specialmente durante le manifestazioni estive, a visitare le bellezze del borgo medievale di Cleto;
    Vincolare, nella gara d’appalto, la ditta aggiudicatrice dei lavori, ad assumere un certa percentuale di operai residenti a Cleto che hanno necessità di lavorare (Iscritti ufficio di collocamento).
    Questi sono due esempi, ma sicuramente se invece di stare sempre a criticare tutto, solo per il gusto o la mania di protagonismo, cerchereste di dare una mano allo sviluppo del Paese individuando ed analizzando tutte le possibili soluzioni di sviluppo e progresso (e le grandi opere, la storia ci insegna, lo sono) che in questo frangente temporale di crisi generale ci offre.

  2. Credo che la strada ipotetica in questione non serve a nessuno, BASTA CEMENTO, cambiamo stili di vita, mettiamo un freno al consumo di suolo…

  3. SALVIAMO IL BORGO-DIFENDIAMO IL PAESAGGIO.
    La presenza di un insediamento rupestre e sulla sommità del costone roccioso il castello che sovrasta il borgo arroccato, difeso naturalmente da strapiombi.Il tutto avvolto da un’atmosfera fiabesca fatta da una cascata di casette e palazzotti che si adagiano con discrezione sul pendio rivolto a valle, lasciando inalterati i fronti rocciosi che si ergono imponenti sui valloni.
    Questo è Cleto,piccolo paese della provincia di Cosenza,ma il sito era denominato Pietramala dall’età medievale sino all’unità d’Italia
    Come leggiamo dallo studio del Dott. Maggiorino Iusi, Università della Calabria – Dipartimento di Filologia, spiega e descrive le motte calabresi, in Filologia Antica e Moderna XV, 30-31, 2006 Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (CZ) ..“…Acquista credibilità l’ipotesi di Pietramala come luogo roccioso. Ma si tratta di qualcosa di più di un generico luogo. Si tratta piuttosto di un fenomeno storico-antropologico riferito a un particolare tipo di insediamento rupestre, che fa capo alla parola Petra e su cui conviene riflettere per evitare che rimanga .”..

    Insomma ci troviamo di fronte ad un villaggio – – costruito su una rupe o sulla roccia nuda.
    Ora sono due le strade da percorrere per far rivivere questo centro storico : una è quella di rispettare questi luoghi storici di grande fascino operando con azioni di recupero e di rivitalizzazione del tessuto sociale ed architettonico e l’altra che vien prospettata dall’amministrazione comunale che è quella di intervenire con un progetto stradale che tramite demolizioni di vario genere, allarga il percorso, già esistente, che porta fino al castello.
    Ma il progetto prevede anche la realizzazione di una piattaforma di 600mq (60mx10m), che esula dall’utilizzo del potenziamento della viabilità interna, ed è preparatoria al secondo lotto, : costruzione di una nuova strada di collegamento al castello che si congiungerà ad anello al I° lotto. La nuova strada sarà esterna all’area urbana ma sempre nel centro storico. Opera che stravolgerebbe in maniera significativa e irreversibile il paesaggio, mettendo a rischio oltre l’aspetto estetico, anche quello storico-archeologico.
    Intaccando il costone roccioso sottostante il Castello con l’utilizzo di “mezzi meccanici”, tutto il suo contenuto storico –archeologico, ora ancora visibile, verrà cancellato.

    Di Cleto si sono occupati da anni insigni studiosi : Prof. Francesco A. Cuteri, Archeologo e Professore di Archeologia Medievale presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, l’architetto Stefania Aiello, Conservatore dei Beni Architettonici e Ambientali e docente di Storia dell’arte, Il Prof. Vito Teti, docente di Etnologia presso l’Università della Calabria e tanti altri.

    L’appello “salviamo il borgo” lanciato dall’ Associazione Culturale Cletarte e dal Comitato Difendiamo il paesaggio – CLETO bene comune, presentato all’assemblea regionale di Slow food Calabria, dalla referente architetto Marisa Gigliotti è stato votato come sostegno alle azioni che la comunità locale di Cleto attraverso l’associazione Cletarte ed il comitato Cleto bene comune stanno portando avanti a difesa della storia , del paesaggio perché la realizzazione della strada rappresenta un danno e non una opportunità o utilità. Un danno irreversibile.
    Saranno messe in campo tutte le azioni di segnalazione e di denuncia che si renderanno opportune, anche attraverso la partecipazione ai forum di presentazione del QTRP e con proposte di integrazione sul “Rapporto Preliminare” elaborato ai fini della procedura VAS.
    La mozione impegna altresì Slow Food Calabria ad intervenire nei casi analoghi , attivandosi attraverso la condotte nei territori affinchè i temi della salvaguardia del paesaggio e della difesa del territorio, diventino patrimonio comune della gente e dei cittadini per contrastare azioni di devastazione e di cementificazione in nome di un progresso che non ha ragione di essere in questi termini.
    Marisa Gigliotti –componente Segreteria Slow Food Calabria –

  4. basta basta a strade basta a cemento basta facciamo servizi piccoli ma collettivi

    1. Se la strada in blu – il secondo lotto – è necessario per chiudere l’anello e migliorare la viabilità interna del paese, si può risolvere con una galleria che passa sotto il castello, non deturpa il paesaggio, non si vede, e non toglie fascino e il senso di protezione alla rocca millenaria.

I commenti sono chiusi.