È possibile contenere il consumo di suolo in Italia? Un confronto tra Italia e Germania

di Francesco Siviglia
(Tesi di Laurea Specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Ambientale presso il Politecnico di Torino)

Come sottolinea l’Agenzia Europea per l’Ambiente, il consumo di suolo è una pratica dannosa per l’ambiente, poiché causa trasformazioni irreversibili della risorsa suolo, elimina foreste, boschi o campi, può interrompere corridoi ecologici, reduce la quantità delle aree utili alla produzione di cibo; inoltre può è una pratica pericolosa per la salute umana, dannosa per la qualità dei paesaggi, deleteria per la vita economica dei diversi paesi.

In Italia esiste un grande problema relativo al consumo di suolo: dal 1990 ogni anno nel “Belpaese” vengono utilizzati 244.000 ettari (più di 668 ettari al giorno) per realizzare nuovi edifici, infrastrutture, centri commerciali, etc. Tuttavia, questa tendenza non è giustificata da una crescita demografica. Qual è la ragione di questo inarrestabile consumo? Speculazione edilizia? Mafia? Malgoverno? Non solo!

Verosimilmente si può rintracciare la causa principale di questo fenomeno nell’organizzazione del sistema fiscale italiano, un sistema che non dà alle municipalità i fondi sufficienti per renderli in grado di garantire i servizi basilari alla popolazione. Ma i comuni devono necessariamente garantire questi servizi, in modo da trovare la via per “sopravvivere”: in pratica essi devono trovare un’alternativa per ricevere proventi. Il modo più diffuso è quello di concedere diritti edificatori ai terreni: si tratta di una pratica vantaggiosa per tutti, perché i comuni possono ricevere denaro dalla messa all’asta dei diritti edificatori e dagli oneri di urbanizzazione e i proprietari terrieri possono vendere i loro appezzamenti a prezzi più alti. Ma c’è sempre un prezzo da pagare!

L’obiettivo della tesi è quello di capire come il governo tedesco affronti il problema. L’ipotesi è questa: la Germania ha adottato delle politiche volte a ridurre il consumo di suolo da 130 ha/giorno nel 2000 a 30 ha/giorno nel 2020, perché possiede gli strumenti fiscali per fare ciò. La principale “arma” da usare per combattere il consumo di suolo è un organizzato ed efficiente sistema fiscale, per cui l’obiettivo è capire come sia strutturato il sistema fiscale tedesco, come vengano utilizzate le tasse, come sia suddivisa la spesa pubblica e, soprattutto, quali siano le tasse e le funzioni delle municipalità in Germania (Gemeinden). In generale sarebbe utile comprendere come sia strutturato il sistema federale tedesco, anche perché, tra i paesi europei, è quello più simile al modello italiano, anche se molto più sviluppato.

Alla fine questa tesi sostiene che il consume di suolo in Italia sia il risultato di un modello di governo che non funziona: infatti anche i servizi pubblici come l’istruzione, l’università, la ricerca, la sanità, i trasporti, lo stato sociale (welfare) non funzionano efficacemente, per cui, per l’Italia, è necessario cambiare linea di azione, di svoltare.

Contatti: francescosiviglia@libero.it

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Un commento

  1. Penso che dobbiamo fare prima gl’italiani, l’economia è relativamente responsabile. Come ci spieghiamo i risultati di Domenico Finiguerra? Facciamocelo spiegare da lui! Si tratta di civiltà o di soldi?

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