Scacco matto alle Alpi Apuane col traforo del Monte Tambura

da sx: Sella, Tambura, Cavallo, Pizzo Altare e Maggiore, Pisanino visti dall’Appennino (foto M.Taverniti)

Viene sferrato l’ennesimo attacco alle Alpi Apuane, con la costruzione del traforo del Monte Tambura, e come al solito sotto il falso nome dello sviluppo per il territorio, si persegue la strada del guadagno soltanto per alcuni privati.

Va segnalato che il progetto, già sponsorizzato da Altero Matteoli e appoggiato dall’amministrazione di Vagli e dal sindaco di Carrara (cioè i due comuni finali messi in collegamento dal traforo) è fortemente osteggiat0 dal comune di Massa il cui territorio sarebbe devastato dal traforo e da alcuni chilometri di strada: “un crimine” lo ha definito l’assessore Vivoli.

La Regione Toscana, che qui nelle Alpi Apuane ha creato un Parco regionale nel 1997, ha firmato con Matteoli, quando era ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, un protocollo d’intesa in cui, oltre all’autostrada tirrenica, compariva anche il Traforo.

Che dire? Una Regione con poca per non dire zero attenzione per l’ambiente e soprattutto per questa tormentata area marmifera, basta ricordare che ancora oggi manca il piano del Parco per l’attività estrattiva e consente che le cave di Massa vengano alienate con una legge del 1846 (milleottocentoquarantasei).

E’ notizia dell’11 ottobre che l’Anas ha consegnato il progetto di fattibilità al Comune di Vagli di Sotto e al Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti (già diretto da Altero Matteoli).

L’opera costerà 542 milioni e 752.000 euro.

Dalla statale 445 della Garfagnana si collegherà attraverso il tunnel del monte Tambura (m. 1650) al mare; lo sbocco nel versante tirrenico della Tambura è previsto a Resceto (Massa); da qui con l’ attraversamento di tre vallate si collegherà a Colonnata per inserirsi nella strada dei marmi appena aperta dal comune di Carrara.

In tutto 20,8 km di strada costruiti con un project financing che si autofinanzierà con la concessione di 10 concessioni a Vagli e 22 a Carrara, oltre al recupero del materiale proveniente dallo scavo del traforo vero e proprio.

L’opera si configura come un vero e proprio disastro ambientale per i seguenti motivi:

a)  Alterazione  del paesaggio in sito protetto, all’interno del Parco regionale delle Alpi Apuane, dove sono presenti siti di interesse comunitario e regionale SIC,SIR e ZPS; non solo, ma lo scorso anno il Parco è stato inserito tra geoparchi dell’Unesco.

b)  devastazione di uno dei complessi carsici più importanti d’Italia e del mondo ricco con  grotte ramificate, cavità (150 registrate nel catasto speleologico toscano), abissi (sei superiori a 1000 m di profondità), laghi e fiumi sotterranei in parte ancora inesplorati (allegato catasto grotte).

c)  Inquinamento e probabile essiccazione della rete idrica profonda più importante di tutta la Toscana, il cui bacino si estende dalla Garfagnana, alla Lunigiana, alla Versilia. La Tambura infatti è al centro di un esteso e ramificato sistema che rilascia l’acqua alle sorgenti di Equi Terme, alla Pollaccia di Seravezza, alla sorgente di Forno (Massa) che con i suoi  1500 litri di portata media annua è la più importante della Toscana.

Lo scopo di questo attacco senza pari all’ambiente è legato semplicemente alla volontà di favorire i grandi industriali del marmo che avranno in questo modo la possibilità di scavare senza i pochi vincoli imposti dal Parco.

Il Comune di Massa, poiché la viabilità del traforo dovrebbe attraversare parte del Comune, ha incaricato un tecnico della studio di fattibilità, che è risultato negativo sia nel caso di viadotti per la precarietà del territorio e la violazione dei siti Natura 2000 presenti, sia nel caso di percorsi sotterranei i quali ultimi intersecherebbero pesantemente il sistema acquifero che da acqua al Frigido.

La sorgente di Equi Terme (foto V.Malcapi)

Ulteriori informazioni

In allegato alcuni documenti per capire meglio le proporzioni del progetto ed i suoi impatti sul territorio e nel sottosuolo:

– IL MASSICCIO CARSICO DEL MONTE TAMBURA: relazione della federazione speleologica toscana (file pdf, 1,3 Mb) >>


– I SITI SIC SIR ZPS presenti e violati dal progetti relazione del Comune di Massa allegata al Piano Strutturale (file pdf, 1,2 Mb) >>

 

23 commenti

  1. quello che sta avvenendo in tutto il comprensorio delle apuane , non solo nel versante estrattivo di massa carrara, ma anche nelle vallate lunigianesi é spaventoso .
    dove un territorio unico per geologia e paesaggio viene depredato e abbandonato dalle popolazioni che inermi permettono la speculazione su tutti i fronti , credo sia necessario riportare coscienza e lottare per la salvaguardia di un ecosistema che rischia di morire.

    1. Grande Paolo condivido in pieno ciò che dici, ci batteremo fino alla fine per tutelare e difendere la nostra terra. Io sono finito qua per documentarmi e ormai mi sta a cuore anche a me sta situazione sgradevole speriamo che diffondendo la voce la popolazione si sensibilizzi e fermi il progetto.

  2. Belle le mie Apuane, hanno subito e stanno subendo manomissioni e deturpamenti incredibili, non permettiamo che ne subiscano altri.

  3. Attenzione io sto parlano della Mafia il commento precedente non era inteso ad offendere nessuno solo contro le organizzazioni mafiose che speculano nel nostro territorio il mio commento è dettato da tanta rabbia nel vedere questo scempio la mia protesta deve intendersi di fermarli di scendere in campo e protestare ma in modo democratito non fraintendetemi se ho usato termini poco consoni chiedo scusa.

  4. Massesi apriamo gli occhi… finito il marmo nel versante Carrarino adesso con la scusa del traforo vogliono estrarlo anche a Massa. La mafia non si ferma davanti a nulla, si la Mafia perchè nel nostro territorio c’è da tanti anni e il settore marmifero è un filone appetibile e molto redditizio. Non curanti del disastro che puo creare lo sfruttamento sfrenato del territorio.Vedi alluvioni sempre più frequenti con riversamento di enormi sassi e detriti che provengono esattamente dagli scavi fatti a monte.Se continuiamo in questo modo fra poco sarà la fine succederà una catastrofe di proporzioni bibbliche. E noi cosa facciamo? Stiamo a guardare. E perchè? Semplicemente perchè non amiamo abbastanza il nostro territorio come per esempio in Val di Susa che stanno facendo di tutto per bloccare lo scempio. Armiamoci ragazzi solo cosi potremmo dire io cero e ho lottato per la mia terra devono smetterla el’unico modo per farglielo capiere è quello di bloccarli in tutti i modi così come loro hanno fatto con noi comprando i politici che a Massa sono vergognosi. La nostra città è lo specchio di chi ci governa. Polverizziamoli. Pier Paolo.

  5. Per quanto ancora dovremo sopportare questi macellai dell’ambiente? Devono sparire dalla vita politica italiana e vergognarsi fino a che camperanno.

  6. Non è la prima volta: nel lontano 1989 l’allora sindaco di Fivizzano voleva bucare il Sagro per arrivare al mare. La cosa finì lì, come si spera per la Tambura (ma è sempre bene vigilare). Il sindaco (PCI) si chiamava Sandro Bondi. Allora aveva ancora i capelli, ma era già quello che abbiamo conosciuto dopo la sua folgorazione berlusconiana …

    1. Visto il precedente col sindaco Bondi ,ma non solo lui purtroppo per molte amministrazioni l’ambiente non è una risorsa da Slavaguardare ma un costo,per la sua tutela .Poi i cittadini se ne accorgono dopo le disgrazie che i costi non solo ambientali ma di vite umane dopo i disastri non hanno prezzo Mandamogli a casa altrimenti siamo complici di quest sciagurati progetti Aldo gardi Imola Conoscitore e frequentatore di questi che sarebbero bellissimi ambienti. Si può fare a meno di Marmo oggi abbiamo Piastrelle che sostituiscono bene questo bene prezioso Le Apuane ed il suo Territorio

  7. Monte Tambura integro e No Tav in Val di Susa in stretto collegamento per scambio di informazioni e conoscenze; diffusione su tutto il territorio nazionale di immagini delle Alpi Apuane e di proiezioni di cosa rischiano di diventare.
    Ma l’Unesco non può fare né dire niente?

  8. La politica è malata! Il potere fa perdere il senso della ragione: quello che dovrebbe essere un servizio alla collettività è diventato il modo per predare, arricchirsi, acquisire consenso personale, prestgio e visibilità, soddisfare i propri narcisistici desideri.
    Se non fosse così perché ringraziano gli elettori quando vengono eletti a quello che dovrebbe essere un lavoro duro e di sacrificio per servire gli altri?
    Perché non si vogliono più distaccare dalle cariche per tornare alla vita normale e al proprio lavoro?
    Ecco allora il mantra della “crescita infinita”, non importa a spese di chi (tutti i cittadini) o che cosa (ambiente), che trova terreno fertile nel complice sodalizio fra politica e mondo della finanza.

    Riusciremo mai a rompere questo meccanismo che macina senza pietà l’ambiente, l’istruzione, l’umanità, i principi di civile convivenza, il rispetto per le diversità, in una parola “la cultura”?

    Tutto si tiene: da un’umanità degradata non può che venire degrado in tutti i campi!

    Giusto allora opporsi in tutti i modi leciti, ma anche operare per accrescere il senso della nostra responsabilità personale in tutte le cose quotidiane, anche piccole.

  9. Traforo della Tambura: Vogliono convincerci dell’affare, ma cerchiamo di non perdere di vista le nostre vere necessità, i piccoli interventi che migliorerebbero la vita di tutti i cittadini! Non permettiamo che si dimentichino i problemi quotidiani consentendo a chi vuole buttarci fango negli occhi, di puntare i riflettori su un lavoro di proporzioni immani che porterà vantaggi solo a pochi, già ricchi! Se siamo vissuti fino adesso senza il traforo che ci farebbe passare al di là delle Alpi Apuane, possiamo anche continuare così, senza accoltellare ulteriormente le nostre montagne già scavate, tagliate, spezzettate, martoriate da millenni. Pensiamo semmai a mantenerle quanto più possibile integre, a tutelarle dalle frane, dagli smottamenti. Sono anni che si parla di questo mega-progetto a suo tempo appoggiato anche dal Ministro Matteoli, ma ancora oggi l’opinione pubblica è nettamente spaccata. Da parte mia il più completo dissenso. Ci rendiamo conto di cosa voglia dire scavare una montagna, a quali rischi potrebbe essere esposta una grande area di territorio e la popolazione delle frazioni montane? E oltre all’aspetto primario della pericolosità, valutiamo i vari intrecci di questa situazione: alla stragrande maggioranza dei cittadini massesi non verrebbe in tasca nulla di questa mastodontica opera, che costerà 540 milioni di euro; un rientro economico praticamente zero quindi per tutta la popolazione, tranne i soliti Paperoni del marmo. Non vorrebbe dire più turismo, non garantirebbe maggiori ingressi in città. E’ stato dimostrato che non serve il traforo della Tambura perché nuovi avventori vengano a Massa, non cambia nulla dal punto di vista turistico. Anzi, nella realtà pratica, di turisti ne potremmo perdere nel presente e nel futuro visto che l’escavazione del monte Tambura porterebbe alla perdita di tutto un materiale storico e paesaggistico sotterraneo impareggiabile. Mentre non riesco a ravvisare nessun tipo di aspetto vantaggioso, facendo alcune osservazioni ne trovo ancora mille di svantaggiosi. In merito alla salute ad esempio: bucare una montagna solleva polveri di ogni genere, per non parlare del serbatoio d’acqua delle sorgenti di Forno. E la mostruosità paesaggistica? Una vasta fetta di montagna che vediamo tutti i giorni, che vedevano i nostri nonni, i nostri antenati, sparirebbe inevitabilmente e nessuno ce la potrà restituire. Smettiamola di pensare in grande solo per le tasche di poche persone, la gente ha bisogno di interventi anche minimi, ma mirati, per migliorare la sanità, le scuole, il sociale. E se dietro tutto ciò vi fosse una qualche organizzazione mafiosa ? Non sarebbe la prima e l’ultima volta….

  10. oggi è possibile realizzare grandi opere salvaguardando gli aspetti paesaggistici del luogo in cui si opera. La Garfagnana è ormai residenza di persone anziane perchè i giovani sono costretti a andarsene per cercare lavoro altrove, penso dunque che, pur rispettando l’ambiente, tale opera sia necessaria affinchè i giovani residenti in garfagnana possano trovare lovoro nel loro luogo di nascita in quanto tutto ciò porterebbe ad un possibile sviluppo del turismo creando posti di lavoro

    1. brava nicoletta purtroppo quelli che non vogliono le gallerie vivono nelle citta con stipendi e comodita e poi vengono a fare i verdi a casa degli altri…meglio il lavoro…

  11. Come possiamo protestare e far sentire la nostra voce? Sono previste raccolta firme, manifestazioni, petizioni?

  12. non poteva che andare in questo modo,
    le apuane da decenni sono sotto scacco. circa vent’anni fa dopo il taglio dello sparti acque sul monte corchia, il rilevamento di sversamenti di idrocarburi nella risorgiva e l’apertura di una strada abusiva, venne fatta una protesta con relativa denuncia da parte degli speleo di tutta italia, e come andò a finire?… niente di fatto, anzi chiusero strade tapparono ingressi…
    troppi soldi a pochi in cambio di voti ai soliti. è una storia che ormai non la si racconta più, tutti sullo stesso carrozzone da destra a sinistra. Sotto il ricatto dei posti di lavoro i proprietari delle coop del marmo sono riusciti a dilaniare questa perla di italia. le alpi apuane dal monte corchia alla tambura, hanno visto la devastazione e l’inquinamento delle falde. denuncie varie e rilievi della società speleologica italiana hanno evidenziato i problemi ed ora?…la ciliegina sulla torta. dai continuiamo così.
    dottor rossi dov’è?
    lo sa rossi cosa significa parco?
    non pensa che quelle “tre o quattro o sei famiglie” che gestiscono l’oro bianco possano trovare una collocazione alternativa all’estrazione marmifera?
    ora abbiamo proprio bisogno di un ulteriore devastazione come questa? sicuramente qualcuno di voi si.
    ma lei signor rossi presidente della regione toscana sa cosa significa fare un traforo sul monte tambura?
    venga a fare qualche escursione!
    un saluto, edoardo nardini

  13. CHE DIRE ….LE PAROLE SI PERDONO SULLE SPLENDIDE VETTE APUANE ,DEVASTATE FIN DAI TEMPI ANTICHI E TUTT’OGGI IMBIANCATE DA NEVAI FINTI CHE SCENDONO AL FONDOVALLE,QUELLE PAROLE CHE URLANO VENDETTA , DA NESSUNO SONO ASCOLTATE. STA A NOI UNIRCI A FAR BARRICATA CONTRO QUESTO MOSTRO CHE E’ L’UOMO CAPACE DI QUESTA ENNESIMA DISTRUZIONE.

  14. Per m è un insulto ai nostri bellissimi monti, al sistema idrogeologico, alla viabilità, alle casse che sono vuote, ed anche alla Ragione. Che senso ha fare un’opera faraonica che serve a poco o nulla e chne, di contro, fa tanti danni ? Ex Ministro Matteoli ci ripensi e tolga la sua firma da quel progetto !

  15. cosa penso? che i cittadini dovrebbero farsi avanti e difendere quel poco che resta della nostra magnifica terra che alcuni imbecilli stanno continuando a depredare e massacrare a loro libero piacimento.. non è per offendere, è solo che non possono non capire il danno che stanno per infliggere ad un territorio già inginocchiato.. il colpo finale a un disarmato.. quale onore c’è in tale atto?!

  16. penso che le attuali politiche scellerate favoriscono solo gli interessi di pochi depredando le valli , spopolandole . credo che questi punti della stoeia con il bisogno di un rallentamento di questa folle corsa verso il nulla . e credo che gli sforzi anche economici vadano indirizzati nel ripopolamento delle valli attuando una conversione incentivando le attivita sul territorio.

  17. che si alimenta di piu’ il “nero” gia’ esistente e di cui nessuno parla !!!!!!!

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