Cossoine (SS): cittadini uniti per dire no al mega-impianto che rischia di cancellare 160 ettari di terreno agricolo

A Cossoine e Giave (comuni della provincia di Sassari) è stato costituito il Comitato Per Il No Al Termodinamico a Cossoine e Giave. L’iniziativa, già annunciata la scorsa estate da Salvatore Virgilio – capogruppo di opposizione nel consiglio comunale di Cossoine – s’è tradotta poche settimane fa in un’iniziativa di carattere popolare. E proprio in questi giorni il comitato sta promuovendo una petizione indirizzata alla Provincia di Sassari, alla Regione Sardegna e al Ministero dell’Ambiente. L’obbiettivo è raccogliere quante più adesioni possibili per rafforzare il no ad un progetto che di seguito andiamo a riepilogare.

Un mega impianto solare termodinamico è il progetto che, nelle intenzioni della società EnergoGreen (controllata da Fintel Energia Group), dovrebbe realizzarsi nella pianura di Campu Giavesu, località situata tra i comuni di Giave e Cossoine. Un’opera imponente già nei numeri: 160 ettari di terreno per l’installazione di 30 MW di potenza, con un investimento che si aggira intorno ai 30 milioni di euro.

La centrale, che dovrebbe avvalersi di tecnologia a sali fusi e con un sistema di accumulo di 7 ore e mezza, sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 40000 famiglie. Una bella spinta per la crescita e la diffusione delle energie rinnovabili in Italia, ma il progetto ha subito incontrato diverse opposizioni in ambito locale, come emerso dall’assemblea pubblica di Cossoine, in cui il progetto è stato presentato e discusso coi cittadini.

In particolare, quello che i cossoinesi contestano è la collocazione di quest’opera così imponente. I 160 ettari (di cui 145 nel comune di Cossoine) di terreno previsti verrebbero infatti sottratti ad aree agricole ritenute un’importante risorsa per il territorio. Nel corso confronto pubblico, tenutosi l’estate scorsa, una domanda aveva sintetizzato ogni perplessità a riguardo: perché non sfruttare delle ex aree industriali oggi dismesse, anziché deturpare l’ennesimo spazio agricolo?

Domanda più che legittima, dal momento che l’impatto sul territorio sarebbe forte. Sia a livello visivo (con una struttura fatta di acciaio e specchi che ricoprirebbe l’intera piana), sia per quanto riguarda l’equilibrio ambientale (è prevista, per esempio, la realizzazione di un bacino idrico di circa tre ettari d’estensione ma di profondità non specificata). Lo ha ammesso lo stesso architetto Luciano Virdis, di Energo Green, che nel corso dell’incontro pubblico aveva illustrato il progetto.

E dubbi erano emersi anche sul fronte occupazionale. Il nuovo impianto dovrebbe creare infatti nuovi posti di lavoro: si parla di circa 200 addetti coinvolti nei primi anni di lavoro, per poi passare a 60, una volta che l’impianto sarà a regime. Numeri che però non convincono il sindaco di Giave, Renato Deiana, che nel corso dell’incontro aveva dichiarato apertamente la propria contrarietà al progetto, unendosi di fatto ai consiglieri di opposizione di Cossoine. A favore s’era invece espresso Felice Nurra, proprietario di uno dei terreni su cui dovrebbe sorgere l’impianto. Mentre il sindaco di Cossoine, Alfredo Unali, aveva dichiarato la propria intenzione di portare avanti il confronto pubblico per arrivare ad una decisione partecipata e condivisa.

Oggi però tutti quei cittadini di Cossoine e Giave che vedono di cattivo occhio il mega-impianto hanno rotto gli indugi. E chiedono apertamente di ritirare un progetto che ritengono devastante per il territorio e che temono possa avere anche delle conseguenze dirette sulla salute dei cittadini. Le preoccupazioni sono legate soprattutto alla centrale a biomasse, che da progetto dovrebbe affiancare l’impianto termodinamico. I cittadini aderenti al comitato si chiedono infatti quali sarebbero i materiali utilizzati per il processo di combustione, quello cioè che dovrebbe permettere il funzionamento della centrale anche nelle ore di buio o nelle giornate di pioggia e vento. Al timore per la devastazione di un territorio a vocazione agricola, si aggiunge dunque quello per l’inquinamento dell’aria.

La petizione pubblica sarà ufficialmente consegnata al Comune di Cossoine mercoledì 14 novembre 2012. Il comitato invita tutti i cittadini che si sono espressi per il NO a partecipare alla consegna, prevista intorno alle ore 16.

 

Di seguito, il link alla petizione:

http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2012N30704&fb_source=message

e quello alla pagina Facebook del comitato:

http://www.facebook.com/ComitatoPerIlNoAlTermodinamicoACossoineEGiave

Roberto Caravaggi

6 commenti

  1. Cosa non dicono pur di realizzare le loro sporche idee…pero’, alle presunte buone intenzioni di questi soggetti che, si presentano sempre come dispensatori di altruismo e benessere a pioggia per tutti,, e’ sempre bene smascherali con esempi di degrado di esperienze in corso in alti territori(vedi puglia, grazie anche a Vendola l’imbonitore buono che sibila come una serpe)-APRIRE GLI OCCHI e’
    molto semplice, e’ tutto li a portata di mano, basta informrsi e chiunque puo’ farlo…ANCHE I SARDI !!!!…vedasi anche il gasdotto GALSI che non e’ una devastazione da poco PER NOI SARDI…

  2. Questi “progetti” possono essere solo decritti come “atti barbarici di rapina dell’ambiente e delle tasche dei cittadini”.
    Vengono proposti al solo scopo di appropriarsi degli incentivi pubblici e sono finalizzati al massimo guadagno dei proponenti e al massimo sfruttamento e distruzione delle risorse locali.
    Le ricadute in termini di “lavoro” per le comunità locali sono quasi nulle e si tratterebbe di lavori di infimo grado (tipo pulire gli specchi solari).
    Insomma un ennesimo esempio della mostrusa dannosità delle rinnovabili industriali. Il giorno che nel nostro paese verranno abbandonate simili aberrazioni in favore di impianti rinnovabili integrati negli edifici e di soluzioni volte a promuovere e diffondere l’efficienza energetica sarà sempre troppo tardi. Progetti di come questo devono incontrare la massima e totale opposizione di chi si definisce ambientalista.

  3. Invito gli Amminstratori Sardi di andare a vedere quanto accaduto in Puglia in particolare la vicenda di Cutrofiano.
    Cliccando ” legambiente contro legambiente”, vi renderete conto degli ENORMI interessi in gioco.
    In Lombardia oltre 100 centrali FV sono state realizzate su TERRENI AGRICOLI che deturberanno per sempre il paesaggio di questa Regione.
    TENETE DURO ai nostri figli diamo grano, non SILICIO.
    Francesco De Carli ex Presidente Circolo Legambiente Milano Ovest

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