Il Pianalto di Romanengo-Melotta nelle mire dei cavatori

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Il Pianalto di Romanengo-Melotta è sistematicamente individuato, descritto e illustrato nella letteratura scientifica da oltre un secolo (come ben noto a chi si occupa della geologia della Lombardia) e perimetrato da Regione Lombardia nella “Carta Geologica della Regione Lombardia,1990, e inserito nel Piano Paesaggistico Regionale della Lombardia, come “GEOSITO” denominato: “ Pianalto della Melotta di Romanengo”.

In Particolare nel primo gruppo di 264 Geositi, ritenuti di rilevanza Regionale, Regione Lombardia ha individuato il Geosito Pianalto della Melotta tra i 10 geositi rappresentativi delle diverse tipologie individuate dai criteri regionali e della “geodiversità” lombarda.

Questi 10 Geositi (e tra questi 10 il Pianalto è stato scelto come particolarmente rappresentativo dal punto di vista Geomorfologico, Naturalistico e Pedologico) sono stati oggetto di una specifica pubblicazione di Regione Lombardia ad essi dedicata, intitolata appunto “GEOSITI” per poter essere “… di stimolo agli Enti territoriali per continuare ad approfondire la conoscenza del nostro territorio…”, sottolineando che ”… sarà poi compito degli strumenti di pianificazione a livello provinciale (PTCP) definire le modalità di salvaguardia e fruizione di questi beni …”.(sic!)

Il Pianalto è soggetto a più regimi di tutela, sia Provinciali (art 16.1 Normativa Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) sia a livello Regionale (art 22 del Piano Paesaggistico).

Questo Geosito, oltre che per la sua peculiarità (“ … presenza su tutta l’estensione, di particolari tipi di suoli, assenti nelle aree circostanti, e che si sviluppano normalmente in condizioni climatiche molto diverse da quelle della pianura padana …”), è caratterizzato anche dalla presenza di cospicui giacimenti di argilla, ovviamente di grande interesse per chi (cavatori) detto materiale usa al fine di produrre manufatti per l’edilizia. La zona circostante il Pianalto della Melotta è stata, in effetti già abbondantemente cavata, al punto che si sono creati dei “laghetti” (ormai essi stessi divenuti e classificati siti di interesse avi/faunistico), e si sta tuttora cavando. Le autorizzazioni in atto e quelle autorizzabili, in base al vigente  Piano cave Prov. CR, che scade nel corrente 2013, assicurano al cavatore cospicue “riserve” di materiale in abbondanza  per i prossimi anni.

Malgrado ciò, il cavatore ha preferito “mettere le mani avanti” e prefigurarsi per tempo una “opzione”,  da trasformare in concessione nel prossimo Piano Cave Provinciale.

Ed è riuscito a farlo con un “macchiavello” tanto raffinato quanto perverso:  il Geosito Pianalto della Melotta, “miniera di argilla” dal grande appeal, è un “unicum” che Regione Lombardia riconosce e tutela come Geosito di interesse Geomorfologico, Naturalistico e Pedologico e pertanto attualmente è soggetto a divieto di escavazione stabilito dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale! Ma la sottoscrizione di un Protocollo di intesa tra Comuni e Provincia si configura come”… inizio di procedimento preordinato a rimuovere tale divieto…” e quindi … nasce, si crea, sua sponte, quasi d’incanto,  questa “comunità di amorosi sensi” che dà luogo al Protocollo di intesa tra i Comuni di Ticengo, Soncino e Casaletto di Sopra, la Provincia e, ovviamente, la “macchiavellica “ azienda cavatrice,  preordinato a ridefinire i confini dell’area di divieto stabilita dal PTCP, in quanto“…manifesta volontà del territorio (3 comuni!) di revisionare il sistema dei vincoli … non più ineliminabili (vincoli espressi in un Piano di interesse Provinciale!)

Non solo, ma dato che questa previsione recepita nel Piano di Modifica del Piano Provinciale Cave, è destinata a non produrre subito effetti estrattivi, non si ritiene, da parte della Provincia di Cremona, settore agricoltura e ambiente, sia nemmeno necessaria alcuna modifica del Rapporto ambientale di Valutazione Ambientale Strategica!

E, comunque, i Comuni firmatari avranno dal Cavatore strade asfaltate, piste ciclabili, rotonde e quant’altro da esibire ai loro cittadini/elettori.Quindi, solertemente, la provincia di Cremona, posto che:“… è necessario provvedere, rispetto ad alcuni tematismi, ad un successivo approfondimento sia per quanto riguarda i contenuti cartografati  descritti dal PTCP sia relativamente all’attuale apparato normativo …” e che “… fra i tematismi da approfondire sia per quanto riguarda i contenuti cartografati e descritti dal PTCP sia relativamente all’attuale apparato normativo, vi sono i geositi provinciali…”“… vi è pertanto la necessità di procedere all’avvio della progettazione di riperimetrazione dei predetti geositi e di apportare le necessarie integrazioni e modifiche alle carte prescrittive e alla normativa del PTCP…”ha incaricato un valente Geologo  di Pavia di “….elaborazione di un progetto di riperimetrazione di geositi della provincia di Cremona per una spesa di € 10.500,00.La patata bollente, a questo punto, passata dalle mani della Provincia, alla Regione e di nuovo ancora alla Provincia, è passata in quelle del Valente geologo a cui compete la responsabilità di considerare ad esempio se le” scarpate morfologiche naturali”  appartengano o no omogeneamente all’area del Pianalto da tutelare.

Non era più lineare, più rispettoso dei diritti della comunità, del Paesaggio,  della natura, da parte della Provincia dichiarare: la scadenza naturale del Piano cave è il 2013, rispettiamola e rispettiamo i vincoli definiti a livello Regionale  e Provinciale? Troppo semplice, troppo da “paese civile”, troppo “irrispettoso” delle richieste di sfruttamento del Pianalto da parte del privato e troppo “appiattito” al  diritto/dovere di tutela che spetta all’Ente Pubblico?

Pare proprio di si!

Comunicato congiunto
LEGAMBIENTE ALTOCREMASCO
SALVIAMOILPAESAGGIO CREMASCO

4 commenti

  1. Complimenti a Franco e Maria Grazia persone intelligenti.
    Giacomo.

    Complimenti a Valerio Gamba che mi spiace non conoscere per raccontarli tutto quel poco che ho raccolto su Romanengo-Stock.
    Giacomo.

  2. Il Pianalto è una delle più belle zone della provincia di Cremona dal punto di vista paesaggistico, della singolarità geologica e del patrimonio boschivo. Aggiungo solo che è interessato anche da un progetto di stoccaggio di gas sotterraneo e da più parti questo desta preoccupazione, trattandosi di zona a rischio sismico.

  3. ma a cosa serve il federalismo se gli enti locali non sono capaci nemmeno di difendere il proprio territorio?

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