Disastro Priula (SO): come utilizzare male i fondi pubblici

La via Priula è una strada del XVI secolo che collegava la città di Bergamo a quella di Morbegno. Di notevole importanza strategica e commerciale, la via Priula venne costruita tra il 1592 ed il 1593 per ordine del podestà di Bergamo, Alvise Priuli.

La via Priula svolse egregiamente il suo compito di direttrice dei commerci tra le due zone fino al XVIII secolo quando, a causa dei cambiamenti politici verificatisi nella regione, in primis con il disfacimento della Repubblica di Venezia con il Trattato di Campoformio, venne sempre meno utilizzata, fino a cadere in uno stato di inutilizzo che l’ha portata fino ai giorni nostri in condizioni di assoluto degrado.

Soltanto recentemente, le varie amministrazioni locali si sono interessate al recupero di questa antica via che li attraversava, cercando di promuovere itinerari che la rivalorizzassero al meglio.

Tra questi si segnalano due lunghi tratti: il primo in val Brembana, dove da Mezzoldo si può salire fino alla Cà San Marco, in un itinerario con notevole dislivello ma molto gratificante; il secondo che porta da Albaredo per San Marco, in provincia di Sondrio, nella valle del Bitto.

Questo percorso, che doveva essere un esempio di turismo culturale lungo uno degli itinerari storici più importanti e suggestivi tra la Valtellina e la Val Brembana in Provincia di Bergamo, risulta praticamente compromesso da interventi REALIZZATI CON FONDI PUBBLICI, che ne hanno devastato il tracciato.

Oltretutto, l’itinerario storico, riconosciuto dalla Regione Lombardia come ECOMUSEO della Valle dl Bitto di Albaredo, è comunque inattivo e abbandonato a se stesso senza un minimo di gestione e di promozione, al punto che non è minimamente fruito nonostante ingenti investimenti provenienti soprattutto dai continui fondi della legge degli ECOMUSEI DELLA REGIONE LOMBARDIA.

 Gianpiero Mazzoni, Albaredo

 

Un commento

  1. Ma quelli del posto, estensore della mail a parte, cosa dicono? Si preoccupano di queste clamorose “disattenzioni” o hanno altro a cui pensare?
    Ciao
    Paolo Favaro

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