L’Abruzzo e il progetto petrolifero “Ombrina mare”: manifestazione a Pescara il 13 aprile

Associazioni, comitati e cittadini chiedono di salvare la costa adriatica abruzzese dal progetto petrolifero “Ombrina mare”. Tonnellate di emissioni e di rifiuti prodotti per la realizzazione degli impianti che si aggiungono al futuro pericolo di incidenti. Chi vuole questo disastro?

Le associazioni locali ci segnalano la preoccupante situazione del progetto petrolifero denominato “Ombrina mare” che minaccia il tratto di mare di fronte alla Costa dei Trabocchi in provincia di Chieti.

A Pescara ci sarà una grande manifestazione per chiedere a gran voce la difesa della salute e del bene di tutti. Chi può sostenere tale scelta? Per quali interessi? Per i comitati, preoccupati per il futuro della loro costa, questa scelta è incomprensibile. L’impegno è quindi rivolto all’informazione e sensibilizzazione della comunità per non far cadere sulla vicenda quell’indifferenza che spianerebbe ulteriormente la strada al disastro.

Il WWF, nell’articolo sotto riportato tratto dal sito della Sezione Regionale Abruzzo, diffonde dati e numeri sul progetto controverso.

L’allarme è stato recentemente rilanciato anche dalla Confederazione Italiana Agricoltori di Chieti e dallo stesso WWF, che informa dell’allargamento del pericolo anche per la terraferma con “due istanze di ricerca di idrocarburi su 151.000 ettari con 39 comuni del chietino coinvolti”.

 Ombrina mare: spaventosi i dati sulle emissioni

21/3/2013 – Il WWF divulga i dati: dalla piattaforma e dalla nave raffineria galleggiante FPSO in 25 anni emissioni in atmosfera per oltre 2 milioni di tonnellate. Gravi i rischi di incidente e immissione in mare di idrocarburi.

Numeri astronomici contraddistinguono il progetto petrolifero Ombrina mare proposto per il tratto antistante la Costa dei Trabocchi in provincia di Chieti. Il WWF, al fine di fare chiarezza, sintetizza i numeri del progetto, desunti dai documenti depositati dalla Medoilgas e da altri documenti ufficiali. Sono, quindi, dati e stime forniti direttamente dal proponente (che, comunque, l’associazione si riserva di approfondire ulteriormente, in special modo quelli relativi alle emissioni).

Questi, quindi, i numeri del progetto Ombrina.

In mare, a 6 km dalla Costa dei Trabocchi, individuata fin dal 2001 dal Parlamento Italiano come parco nazionale, dovrebbe sorgere la Piattaforma Ombrina delle seguenti dimensioni: 35 metri X 24 metri X 43,50 metri di altezza sul livello medio marino (come un palazzo di 10 piani). Essa sarà collegata ai 4-6 pozzi che dovrebbero essere perforati in un periodo di avvio del progetto della durata di 6-9 mesi. Solo in questa fase verrebbero prodotti 14.258,44 tonnellate di rifiuti, soprattutto fanghi di perforazione.

La piattaforma sarà collegata ad una grande nave della classe Panamax riadattata per diventare una vera e propria raffineria galleggiante, definita Floating Production, Storage and Offloading (FPSO), posizionata con ancoraggi a 10 km di distanza dalla costa. La nave avrebbe le seguenti dimensioni: 320 metri di lunghezza per 33 di larghezza e 54 metri di altezza massima (le fiancate si alzeranno dal mare per 22 metri; per paragone, l’ingombro dello Stadio Adriatico da curva a curva è 220 metri, quindi 2/3 della lunghezza della nave, si veda la simulazione allegata). Essa è destinata alle operazioni di separazione dell’olio dal gas, dissalazione e al delicato processo di desolforazione del gas, tre fasi normalmente considerate negli schemi dei petrolieri proprie della raffinazione (che, poi, ne comprende anche altre).

La FPSO potrà stoccare 50.000 tonnellate di olio oltre a 10.000-15.000 mc di acqua di formazione. Ogni mese per 25 anni, la FPSO verrà avvicinata da un’altra nave che caricherà l’olio per trasportarlo verso altre destinazioni.  A collegare piattaforma, nave FPSO e Campo S. Stefano (dove viene diretto il gas addolcito), sarebbero realizzati da 36 a 42 km di condotte per olio, gas e acqua di produzione/strato, o posate o affossate in trincee scavate sul fondale.
Per questa ragione, lungo 16-17 km di queste condotte sarà vietato l’ancoraggio a tutte le navi per una fascia larga 926 m; pertanto, considerando anche una zona di divieto di 500 metri dalla FPSO e dalla Piattaforma, tra 1531 a 1624 ettari di mare saranno interdetti all’ancoraggio.
Tutte queste strutture rimarrebbero per almeno 26 anni, di cui 6-9 mesi destinati alla perforazione e 25 anni alla produzione, rilasciando nel mare una quantità di metalli pari a 29 tonnellate. La produzione giornaliera dovrebbe essere di 5-7.000 barili di olio e di 85.000 Smc di gas, pari, rispettivamente, allo 0,41-0,57% del consumo giornaliero di petrolio in Italia (se si considerasse tutta l’energia consumata il dato sarebbe sensibilmente più basso) allo 0,0001% del consumo di gas (entrambi, peraltro, in forte calo negli ultimi anni).

Sulla FPSO le attività di separazione e desolforazione comporterebbero, soprattutto a causa dell’energia necessaria agli impianti e all’incenerimento dei gas di scarto, l’immissione in atmosfera di 2.413.000 tonnellate complessive nei 25 anni di attività. In queste emissioni sono ricomprese anche quelle di anidride carbonica, uno dei principali gas-serra, che non vengono quantificate dal proponente ma che dovrebbero essere, in base ai dati di bibliografia, all’incirca il 10-15% del totale (quindi pari ad alcune centinaia di migliaia di tonnellate). Una quota rimanente delle emissioni complessive relative sia alla fase di perforazione che alla fase di produzione è costituita da inquinanti che il proponente quantifica.

Sarebbero quindi emesse:
-8.470,23 tonnellate di metano (il metano ha un potenziale clima-alterante di 25 volte la CO2)
-915,795 tonnellate di Idrocarburi pesanti e Composti Organici del Carbonio (VOC)
-1.615,025 tonnellate di ossido di carbonio;
-884,975 tonnellate di ossidi di azoto;
-473,20 tonnellate di ossidi di zolfo;
-912,50 kg di polveri.

Sulla piattaforma ci sono 2 punti di emissione:
-una candela ad alta pressione funzionante 6 ore/anno;
-un braccio spurgo funzionante 36 ore l’anno.

Sulla grande nave FPSO sono previsti 11 punti di emissione;
-n.1 termodistruttore (inceneritore nello schema) funzionante h24 tutto l’anno;
-n.2 torce HP e LP funzionanti h24 tutto l’anno;
-n.2 punti di emissioni collegati ai motori da 1MW ciascuno funzionanti h24 tutto l’anno (in alternanza e accopiati);
-n.1 punto di emissione dalla caldaia hot oil;
-n.2 generatori elettrici per emergenza (funzionanti 36 ore/anno)
-n.2 torce di emergenza per depressurizzazione (solo in emergenza)

Infatti. in caso di emergenza. è prevista l’emissione 50,740 tonnellate/ora di fumi di combustione di gas acido.

Dichiara Fabrizia Arduini, referente energia del WWF Abruzzo “In queste settimane la grandissima parte degli abruzzesi e delle sue istituzioni ha espresso forte contrarietà a questo progetto. Con la conferenza stampa di oggi il WWF vuole presentare una sintesi dei principali dati relativi all’intervento. Crediamo che queste informazioni potranno convincere dell’inopportunità del progetto non solo coloro che manifestano ancora, probabilmente a causa della scarsa conoscenza della proposta, qualche dubbio ma anche i più strenui difensori dell’impianto. Per questo invitiamo a partecipare alla manifestazione regionale che si terrà a Pescara il prossimo sabato 13 aprile, con partenza alle ore 15:30 dalla Madonnina. Vogliamo difendere il nostro mare e la nostra terra dalla deriva petrolifera”.

Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo “Il progetto per il WWF è intrinsecamente incompatibile con il futuro dell’Adriatico, sia dal punto di vista dell’ambiente che del turismo. Presto presenteremo anche un approfondimento relativo al rischio di sversamento in mare che è una delle principali problematiche connesse a questo tipo di progetti. In ogni caso, basterà considerare che uno studio inglese ha accertato che i campi con strutture come quelle previste a Ombrina mare hanno una frequenza di incidenti doppia rispetto agli altri impianti petroliferi; il 48% degli incidenti registrato nelle FPSO comporta perdita in mare di idrocarburi. Nel 2011 un incidente su una nave FPSO della Shell in Nigeria ha comportato la perdita in mare di ben 40.000 barili di petrolio innescando un contenzioso di oltre 4 miliardi di euro per la compensazione dei danni. E’ sacrosanta, quindi, la preoccupazione degli abruzzesi rispetto a questo progetto.”

La raffineria galleggiante sovrapposta allo stadio Adriatico di Pescara

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PESCARA
SABATO 13 APRILE ore 15,30

MANIFESTAZIONE ABRUZZO NO PETROLIO

 

COMUNICATO STAMPA DEL 27/03/2013

“No alla deriva petrolifera, Sì all’Abruzzo sostenibile”

Decine di organizzazioni, comitati e movimenti lanciano l’appello per la manifestazione regionale del 13 aprile contro i progetti di sfruttamento degli idrocarburi e per la tutela del mare e del territorio.

“No alla deriva petrolifera, Sì all’Abruzzo sostenibile e alla tutela del suo mare” decine di organizzazioni, comitati e movimenti hanno lanciato l’appello per la partecipazione alla manifestazione regionale che si terrà il prossimo sabato 13 aprile 2013 a Pescara con partenza alle ore 15:30 dalla Madonnina al Porto. La scelta del luogo di partenza è altamente simbolica perché sotto attacco è il Mare Adriatico.

Tantissimi, come detto, i promotori dell’evento. Tra questi, le principali associazioni del commercio e ambientaliste, assieme ad importanti sindacati, movimenti, comitati e organizzazioni che da anni si battono sul territorio per un futuro sostenibile per la nostra regione, basato sulla qualità della vita e su un’economia veramente responsabile e durevole. Il turismo legato al mare e al territorio, le produzioni alimentari di qualità; la tutela dei beni culturali; le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica; il comparto industriale all’avanguardia nella gestione dei processi tecnologici a basso impatto ambientale; questo costituisce già il presente per il nostro territorio. Le fonti rinnovabili nel 2011 contribuivano per oltre il 40% al fabbisogno di energia elettrica regionale. Decine di migliaia di persone vivono grazie all’uso delle risorse ambientali del territorio, dalle spiagge ai prodotti agricoli di qualità. L’Abruzzo sta già dimostrando nei fatti che una società più sostenibile non è solo possibile ma necessaria, accettando, nel suo piccolo, la sfida imposta dai cambiamenti climatici in atto a scala globale a causa dell’uso del petrolio e delle altre fonti fossili di energia. Gli abruzzesi, a partire dal loro Statuto regionale, hanno già deciso quale strada perseguire per vivere il presente e costruire il futuro.

La mobilitazione è scattata dopo l’approvazione del progetto Ombrina mare della Medoilgas ma è la vera e propria deriva petrolifera contenuta nella Strategia Energetica Nazionale varata dal Governo Monti a preoccupare associazioni, sindacati e movimenti. In questo documento, inopinatamente varato da un Governo dimissionario, sono contenute scelte che dovrebbero incidere sul futuro della regione almeno fino al 2020, Tra queste, la destinazione a vero e proprio distretto minerario per gli idrocarburi dell’intero territorio abruzzese e del suo mare.

Il presente e il futuro della regione e del suo territorio non possono essere ostaggio di scelte calate dall’alto volte a promuovere gli interessi di pochi su quelli dei cittadini. L’Abruzzo sta già scontando pesantemente attività ambientalmente devastanti: il caso di Bussi pesa come una spada di Damocle sul futuro dell’intera Valpescara, con il depauperamento della qualità di una risorsa strategica per la vita e il territorio come l’acqua, con danni stimati miliardi di euro. Ora è il momento di impegnarsi per cancellare queste emergenze e per tutelare orgogliosamente la meravigliosa natura e gli struggenti paesaggi che il nostro territorio può ancora offrire, a partire dalla Costa dei Trabocchi che il Parlamento italiano fin dal 2001 ha destinato a Parco nazionale. Chi promuove i progetti petroliferi, come accaduto in altri campi, promette sempre la massima compatibilità; puntualmente la realtà mostra una faccia diversa di queste industrie, con incidenti che minano intere economie. Cosa accadrebbe all’Adriatico e alle sue spiagge in caso di sversamento di 40.000 barili di petrolio, la quantità rilasciata in mare nel 2011 in un unico incidente da una nave raffineria simile a quella che vogliono installare di fronte a S. Vito? I rilasci in mare di sostanze inquinanti sono fatto ordinario nell’industria petrolifera e il Mediterraneo ha già oggi una concentrazione di idrocarburi dieci volte più alta rispetto agli altri mari.

Per questo i promotori invitano la comunità abruzzese ad aderire alla manifestazione e a partecipare al corteo che sfilerà colorato per le vie di Pescara. Un modello sociale, ambientale ed economico basato sulla qualità della vita e sulla sua durevolezza: questo vogliono i cittadini che manifesteranno. Alle organizzazioni che fanno politica e alla istituzioni chiediamo di aderire alla lotta con iniziative e scelte concrete. Atti che devono contribuire a risolvere con successo questa vertenza, a partire dall’imporre il divieto di sfruttamento degli idrocarburi in Adriatico e all’impegno ad avversare con sollecitudine e accortezza tutti i progetti petroliferi che ormai quotidianamente cercano di assalire il nostro territorio.

Adesioni pervenute finora:

Agesci Abruzzo, Confcommercio, Ass. L’Altritalia Lanciano, Abruzzo Social Forum Slow Food Chieti, Fondo per l’Ambiente Italiano Abruzzo, Italia Nostra, Mountain Wilderness Abruzzo,, Legambiente Abruzzo Onlus, Arci Comitato Provinciale Chieti, Arci Circolo Territoriale Vasto, Arci Circolo Territoriale, Chieti, Arci Solidarietà Provincia di Chieti, Arci Servizio Civile Chieti, Comitato provinciale Arci Pescara, Ass. Nuovo Senso Civico, Associazione Animalisti Italiani Onlus, Marevivo, Lega Italiana Protezione Uccelli, CGIL Abruzzo, Confesercenti,, Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS, Brigata di Solidarietà Attiva Abruzzo, Arci Abruzzo, Associazione Antimafie Rita Atria, PeaceLink Abruzzo, Centro Internazionale Crocevia, Associazione Naturista Abruzzese, Comitato No Petrolio, Comitato “Aria Nostra” Scafa, Confederazione Cobas Abruzzo, Cobas del Lavoro Privato, Centro Studi Montagna Vastese e Valle del Trigno, Comitato per la tutela del territorio – Vasto, Comitato di Cittadini “Gestione Partecipata Territorio” di Bomba, USB – Unione Sindacale di Base, Associazione Bed&Breakfast Parco Maiella Costa Trabocchi, Circolo Culturale Fermenti – Monteodorisio, Associazione Yoga Center Elisa, CCiclAT – Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano, Associazione DEMOS, Associazione Culturale I Colori del Territorio, Associazione Culturale Terre del Sud, Associazione “Orsa Pro Natura Peligna” – federata Pro Natura Nazionale, Unione Inquilini – Segreteria di Pescara, Associazione “Nuovi Orizzonti”, Comitato No Rifiuti a Fosso Grande, Associazione Deposito Dei Segni Onlus, Azione Antifascista Teramo, Ires Cgil Abruzzo, Segreteria Provinciale della Camera del Lavoro Cgil di Pescara, Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, Cooperativa Pralipè, Associazione Alma Pralipè, Associazione Culturale “Detto Tra Noi”, Cooperativa Terracoste a r.l., Consulta Comunale delle Associazioni di Chieti, del Settore “Cultura, Beni Culturali, Ambiente”, ACLI Chieti, Acquariofili Abruzzesi, Accademia dei Transumanti degli Abruzzi, Associazione Nazionale Tutela Ambiente, Archeoclub Chieti, Arte del Teatro Kapsico Klubo, Auser Unitel, Camminando Insieme, Camper Caravan Club Chieti, Centro studi AICS Domenico Spezioli, Cives, Coro Selecchy, Ass. Da Grande Voglio Crescere, Ass, Diritti Diretti, Ass. Gaio Asinio Pollione, Il Martello del Fucino, Gruppo Escursionisti Majella, Ass. Il Canovaccio, Laboratorio Tradizione d’Abruzzo, Ass. Libridine, Ass. Mathesis, Ass. Noi del G.B. Vico, Ass. Sacro e Profano, Speleoclub Chieti, Ass. Theate Musica Antiqua, Ass. trifoglio, Ass. Voci di Dentro, Ass. Zampogne d’Abruzzo, Ass. Magnifica Comunità teatina, Ass. Piccolo Museo delle Meraviglie, “Il Tesoro Di Tatua” (Centro Didattico Abruzzese Produzione,Sperimentazione e Ricerca Antropologica Teatrale e Musicale – Lanciano CH), Ass. Tiriteri, ChietiScalo.it, C.a.s.t. Comitato ambiente salute e territorio (elettrodotto Villanova/Gissi), Centro sociale occupato Zona22, Comitato Radicati al Territorio No Ombrina Si Parco, La Casa delle Arti, Comunità Volontari per il Mondo, Schola Catorum Zimarino, WWF Abruzzo.

Le adesioni possono essere inviate all’email abruzzonopetrolio@libero.it
INFO: 3683188739, 3478489363, 3488133092

Un commento

  1. Tutte le associazioni che vanno a manifestare dalle loro sedi quale mezzi usano per accedere al luogo della manifestazione?. Naturalmente un mezzo di trasporto alimentato con derivati degli idrocarburi che inquina,quindi predicano bene e razzolano male. Come fà il consiglierte regionale Maurizio Acerbo non ha preso la patente di guida perchè non vuole usare la macchina, giustamente per non inquinare, al Consiglio regionale dell’Aquila, perchè come sappiamo abita a Pescara, ci và con l’autostoppa usando i mezzi dei colleghi o l’autobus mentre a rigore di logica dovrebbe andarci a piedi,come faceva mio nonno materno che da Santa Maria Arabona andava a piedi ad Avezzano per la campagna della mietitura circa ottantanni fà, per guadagnarsi un tozzo di pane.

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