Decreto del FARE: nel silenzio omertoso passa la deregulation totale

foto da wikimedia commons

L’ennesimo e forse definitivo tentativo di sopprimere le conquiste ottenute alla fine degli anni ’60 in tema di spazi pubblici minimi e distanze tra gli edifici dopo i guasti della stagione liberista degli anni ’50 conclusa con il massacro di molte delle nostre città da parte della speculazione edilizia.

Molte, e a ragione, sono state le preoccupate osservazioni manifestatesi circa le norme del c. d. “Decreto Fare” che introducono nuove deregolazioni nelle ristrutturazioni degli edifici esistenti anche in zone di pregio storico-artistico, consentendo alterazioni alla loro sagoma, in precedenza vietate.

Ė invece passato quasi inosservato un emendamento introdotto dal Senato al testo governativo che consente a Regioni e province autonome di approvare con proprie leggi e regolamenti disposizioni derogatorie al D.M. n. 1444/68, dettando “disposizioni sugli spazi da destinare agli insediamenti residenziali, a quelli produttivi, a quelli riservati alle attivitá collettive, al verde e ai parcheggi, nell’ambito della definizione o revisione di strumenti urbanistici comunque funzionali a un assetto complessivo e unitario o di specifiche aree territoriali.”

Nonostante la forma circonvoluta e imprecisa, ė tuttavia molto chiaro l’obiettivo perseguito: si tratta dell’ennesimo e forse definitivo tentativo di sopprimere le conquiste ottenute alla fine degli anni Sessanta in tema di spazi pubblici minimi e distanze tra gli edifici (18 mq/abitante, distanza pari all’altezza degli edifici, con un minimo di 10 metri tra pareti finestrate), dopo i guasti della stagione liberista degli anni Cinquanta conclusasi con il massacro di molte delle nostre città da parte della speculazione edilizia e infine con il tragico episodio della frana di Agrigento.

Con la pretesa delle incombenti difficoltà economiche del settore edilizio, vedremo così vanificarsi non solo la stagione che tra il 1975 e il 1990 aveva visto molte Regioni rafforzare quelle conquiste, con la prescrizione di dotazioni pubbliche superiori a quelle minime nazionali, attestate attorno a 24-28 mq/abitante in sintonia con le tendenze europee, ma verrà meno anche il plafond minimo garantito dalle norme nazionali, che nemmeno regioni così selvaggiamente deregolatrici come la Lombardia erano sinora riuscite a sfondare completamente.

Non sorprende che a condurre questo attacco sia stato l’attuale ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi che come assessore al Comune di Milano prima e parlamentare FI e PdL poi – spesso in combutta con il parlamentare milanese Pierluigi Mantini della Margherita, in una sorta di premonizione delle larghe intese – nelle scorse legislature aveva portato avanti proposte di impronta filo-liberista che equiparavano interessi pubblici e privati, fortunatamente mai giunte a definitiva approvazione.

Grave é che Lupi sia riuscito oggi ad ottenere nuovamente l’assenso del centro-sinistra a questa sua furia demolitrice delle conquiste urbanistiche degli anni Sessanta-Settanta, nonostante le perplessitá diffuse nell’aula del Senato, accampando pubblicamente un’intesa raggiunta con il deputato Morassutt.

Si tratta, infatti, non di modifiche puntuali di questa o quella singola norma specifica a scopo di semplificazione attuativa, ma di una vero e proprio cambiamento di sistema della materia urbanistica, paragonabile alle riforme istituzionali, alla cui definizione non appare titolata una maggioranza di emergenza quale quella che attualmente sostiene il governo Letta, e che richiederebbe comunque un dibattito approfondito non solo nelle commissioni parlamentari (dove peraltro non c’é stato), ma tra le forze sociali ed intellettuali dell’intero Paese.

(articolo di SERGIO BRENNA, pubblicato su “Eddyburg“, 17 Agosto 2013)

16 commenti

  1. ritengo necessario una forte inziativa pubblica convegno ecc con tuttele associazioni che si occupano di tutela e valorizzazione del territorio Inu Fai Lega ambiente ecc. e l’invio di un documento a tutte le forze politiche che sostengono questo governo di larche intese compreso il presidente Letta il ministro dell’ambiente Orlando i segratri i capigruppo e i membri delle commissioni senato e camera che si occupano di ambiente- Cesare baccarini

  2. Ci vuole un referendum che abroghi queste norme orribili. Bisogna partire con la raccolta firme. PD e PDL se ne fregano della qualità della vita e sono degli incivili e viscidi affaristi.
    Ci vorrebbe anche un referendum che abroghi pure loro.

  3. Non è questione di bandiere politiche ma di Enti Pubblici tipici dell’Italia purtroppo. In una città toscana ci sono ville nuove “regolari” in Aree agricole e di Tutela ambientale, dove il Regolamento dice : “si esclude l’utilizzo dell’indice fondiario” ma qualcuno del Comune, di fronte ai regolari permessi a costruire rilasciati, risponde : “E’ una questione di interpretazioni”.

  4. che Lupi ha le sue colpe, ma non facciamone un discorso di bandiera politica. Basta vedere quello che ha fatto Veltroni a Roma o quello che accade in emilia romagna o in toscana

  5. La causa principale sono gli enti locali che trovano sempre le scappatoie per aggirare e raggirare le leggi. Interessante è sapere che i PRG dei nostri Comuni non sono ancora stati adeguati ai PAI, perchè? In Piemonte con le varianti parziali art. 17 legge 56/77 , si può modificare il PRG senza passare dalla approvazione regionale, i privati informati della possibilità pagano le varianti al comune per modificare il PRG a proprio favore, senza alcun interesse pubblico,credo che al riguardo una puntata su REPORT farebbe bene all’informazione e forse modificherebbe il pensiero dei benpensanti sulla qualità degli amministratori coinvolti….. preoccupante è che chi ha messo le mani sulla città difficilmente farà entrare altri….chi cerca di fare qualcosa viene isolato e demonizzato ……

  6. mobilitiamoci,facciamo gruppo,manifestiamo pubblicamente il ns.sdegno in forma politicamente competente e tecnicamente ineccepibile.forti anche della presenza di Nuovi Senatori,ancora intonsi.AVVERSO QUESTA ORDA DI MOSTRI SIMILANIMALESCHI: LUPI LATRANTI,PITONESSE LINGUACCIUTE,IENERIDENS,OCHE STARNAZZANTI,ORSI BRUNI E YOGHI,”fatti di tutto”,fuorche’ di onesto buonsenso,cui permettiamo abortire leggi mostruose, ma comunque subitamente applicate da SERVENTI E CORTIGIANI!!!!!!!!!! se liberta’ e’ partecipazione ADELANTE COMPANEROS Y Amigos!!!!!!! !!!!!si puo’ fare!!!!! @nn@

  7. penso che:
    se una parte del paesaggio e del territorio italiano si salverà sarà solo “grazie” a un ulteriore aggravamento della crisi economica e all’esaurimento delle materie prime.
    Triste dover scrivere questo, ma non vedo altre vie d’uscita, in questo Paese di tv-lobotomizzati, di analfabeti, e analfabeti di ritorno.

  8. Sulle distanze forse occorreva risolvere un problema a qualcuno. Sulla modifica della sagoma -a parte che già prima era possibile- chiedo a tutti: se un prg già consente la ristrutturazione in centro storico cosa vogliamo tutelare ostacolando la legge? Il problema è a monte: tutelare i centri storici ope legis prevedendo in tal senso una integrazione al codice bbcc. Indiriziamo più proficuamente le ns battaglie

  9. Ma una cosa mi chiedo di fronte ai commenti che ho letto e che condivido: cosa aspettiamo a fare attivamente qualcosa? Non parlo di azioni politiche oramai dimostratisi inutili per la capacità di questa marmaglia di agire fregandosene di qualunque via istituzionale si possa usare (pensiamo ai referendum). Credo invece, molto profondamente, che questi schifosi facciano i loro porci comodi perché noi, il cosiddetto popolo, siamo fiacchi e distanti.

  10. Ne penso che sia una specie di “liberi tutti” (di fare i cazzi che si vuole: ah, il “Popolo delle Libertà”)………

    1. Sì,dovremmo deciderci in fretta a passare dalle recriminazioni e dal multiloquio ai fatti,io ci sto!

  11. Questo governo non è dissimile dagli altri. Ancora con il Piano casa pagato con i soldi dei risparmiatori italiani tramite la Cassa Depositi e Prestiti, soldi che potrebbero essere spesi per acquistare case vuote e non costruirne di altre. Pensassero a riconvertire le troppe società edili che abbiamo in Italia, e le altre pensassero alla manutenzione, restauro, etc.dell’esistente, ma queste cose non piacciono ai soliti papponi di Stato, e continuiamo a sopportarli a forza di conati di vomito. E’ora di dire basta a questi cialtroni!

  12. Ho spesso l’impressione che il vecchio film (1963) di F. Rosi “Le mani sulla città” è sempre stato, e lo è ancora oggi, molto attuale. E questo la dice tutta sulla “qualità” di molti dei nostri politici e dei nostri amministratori.

  13. Questo governo è penoso sotto tutti i punti di vista, e mi meraviglio dei ministri dell’ambiente e beni culturali, che forse dormivano quando si parlava di tali argomenti. Su Lupi stendiamo un velo pietoso, per lui parla il cognome. Gente che non vale niente, buoni solo per la politica più truce che possa esistere.

I commenti sono chiusi.