Sardegna: i pericoli nascosti nella ricerca di idrocarburi

20130803_oil

“Vuoi vedere che con le perforazioni riescono a causare un terremoto anche in Sardegna?”, si chiedono Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus. In una nota trasmessa dalle due associazioni ecologiste  a Salviamo il Paesaggio si legge che la Sardegna non è attualmente considerata zona a particolare rischio sismico.

La Sardegna rientra ai fini della pericolosità sismica nella zona 4 – sismicità molto bassa (ordinanza Presidente Consiglio Ministri 20 marzo 2003, n. 3274 e successive modifiche e integrazioni), seppure qualche terremoto l’ha vissuto in tempi geologicamente recenti pur nella sua lunga storia. Il 4 giugno 1616, secondo i risultati delle ricerche dell’Istituto di storia dell’Europa mediterranea del Consiglio nazionale delle ricerche (ISEM–CNR), nonché un’iscrizione presso la Cattedrale di Cagliari, avvenne il più rilevante e causò danni alle Torri costiere di Cala Pira, San Luigi, l’Isola di Serpentara, di Porto Giunco, l’Isola dei Cavoli, di Cala Caterina, di Capo Boi, di Cala Regina fino a Monte Fenugu, provocando grande angoscia nell’area della Sardegna sud-orientale.  Da allora ne sono stati rilevati altri 8, senza conseguenza alcuna.

Ma in questa regione, come in altre zone d’Italia, incombe l’incognita della ricerca di idrocarburi.

Secondo una ricerca del Comitato “No al progetto Eleonora”, sono ormai numerosi i permessi di ricerca per idrocarburi e gas naturale:

– Il Progetto Eleonora (44.300 ettari nella provincia di Oristano) per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi;

– Il Progetto Igia (18.700 ettari nel Medio Campidano) per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi (B.U.R.A.S. n. 7 dell’8 marzo 2012), mentre, secondo la richiesta presentata al Ministero per lo sviluppo economico, interesserebbe un progetto per laricerca di risorse geotermiche;

– 7 progetti riguardano la ricerca di risorse geotermiche (su complessivamente 149.000 ettari);

– 3 progetti interessano la ricerca di idrocarburi a mare: due presentati dal Gruppo Saras s.p.a. per trivellazioni nel Golfo di Cagliari e nel Golfo di Oristano (entrambi i progetti sono stati finora non accolti), la terza di Puma Petroleum s.p.a. per un pozzo al largo di Capo Mannu, Sinis, OR).

Fra questi quello con la procedura amministrativa più avanzata è certo il permesso di ricerca di idrocarburi “Eleonora” del Gruppo Saras s.p.a. nel territorio comunale di Arborea (OR), ora assoggettato alla procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.). Sul B.U.R.A.S. n. 28 (parte III) del 20 giugno 2013 sono pubblicati quattro avvisi dell’avvenuta richiesta da parte della Tosco Geo s.r.l. di Arezzo per altrettanti permessi di ricerca per risorse geotermiche (“Villacidro”, “San Gavino Monreale”, “Sardara”, “Guspini”) ai sensi del decreto legislativo n. 22/2010.

La preoccupazione per il pericolo collegato a queste attività vanta un precedente:

In Svizzera, sul Lago di Costanza, sono state precipitosamente interrotte le perforazioni geotermiche perché – secondo il Servizio Sismico Svizzerohanno provocato un terremoto di 3,6 gradi della scala Richter e non si esclude che ve ne saranno altri. Ne parla diffusamente Il Corriere della Sera (21 luglio 2013).

L’attenzione è quindi massima: Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus interverranno nei relativi procedimenti al fianco dei locali Comitati popolari e delle Amministrazioni comunali (quelle che lo faranno) per difendere le ragioni dei territori interessati, dell’ambiente e della salute pubblica.

Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus