Pordenone: la città spaccata in due sul nuovo ospedale

Ospedale Pordenone

Pordenone: la città è spaccata in due sul nuovo ospedale, e la politica non decide.

La guerra per il nuovo ospedale ha ormai due partiti: quello di chi vuole un ospedale nuovo sul sito attuale, senza consumo di territorio e finanza di progetto (una parte della sinistra, il M5S, il comitato referendario) e quello di chi chiede un ospedale nuovo su altro sito, ma con modalità diverse: il centrodestra spinge per il progetto da 274 milioni chiavi in mano, con ricorso massiccio al project financing; una fetta del centrosinistra (riconducibile ai movimenti civici e a parte minoritaria del Pd) propende per un ospedale a dimensioni ridotte rispetto a quello del centro destra e per l’utilizzo marginale del project.

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Pubblichiamo qui di seguito alcune riflessioni dell’architetto Moreno Baccichet:

“Con il tempo la storia, anche quella dell’urbanistica, toglierà i veli che avvolgono le posizioni che si confrontano nell’attualità politica. Forse c’è un senso nella frattura che si è creata nel centrosinistra pordenonese sulla questione dell’ospedale che non riusciamo a comprendere con gli strumenti che abbiamo in mano oggi.

Quali interessi muovono le diverse parti nel definire la propria posizione tra favorevoli al trasferimento dell’ospedale in Comina e contrari?

Per vicinanza culturale e per come sono state espresse le idee condivido la posizione di chi propone di costruire la nuova struttura a fianco di quella esistente. Mi viene più difficile capire le posizioni di chi, come Sergio Bolzonello e il sindaco Claudio Pedrotti, si schiera con il fronte opposto pensando che la soluzione dei problemi della sanità pordenonese si risolva spostando l’ospedale di due chilometri. Questa scelta non è stata perseguita, per esempio a Udine, dove il nuovo convive e si integra con il vecchio.

Come si può abbracciare l’assunto del direttore dell’ospedale Luciano Zanelli che invita a non costruire l’ospedale in aderenza a quello esistente perché il cantiere diventerebbe una fonte di inquinamento? Pedrotti e Bolzonello credono alla stessa cosa? Ogni volta che si accende una ristrutturazione all’interno della città si crea un focolaio di inquinamento? Questo vuol forse dire che i vicini udinesi sono stati sottoposti all’inquinamento premeditato da parte di quei ragazzacci del comune e della direzione sanitaria? Se questo fosse vero politici e amministratori dovrebbero gridare allo scempio, ma invece il silenzio e la soddisfazione degli utenti udinesi dimostrano chiaramente che siamo in presenza di una assurda bufala rifilata con spregiudicatezza cabarettistica agli organi di stampa.

Udine sta facendo quello che a Pordenone un’importante fetta del centrosinistra non vuole, senza spiegare il perché. Perché la cura udinese non si adatta a Pordenone? Mi si dirà che molti medici lo preferiscono fuori dal centro ma non credo che la decisione di dove costruire una scuola la debbano prendere i maestri o quella di dove costruire un carcere i carcerati e i carcerieri, e nemmeno è giusto che siano i becchini a decidere dove trasferire il cimitero. Tutte le componenti della città devono esprimersi ed essere ascoltate almeno con quell’elegante conformismo che fino ad oggi non ha contraddistinto il sindaco.

Fino a poco tempo fa l’amministrazione comunale diceva che l’area di via Montereale non era sufficiente a contenere un ospedale di 550 posti letto, per cui bisognava trovare un lotto più ampio. Ma allora perché nel momento in cui la giunta regionale ridimensiona il numero di posti letto, che tornano ad essere 450, Bolzonello propone di costruire un ospedale come quello progettato nel 2006 ma di nuovo fuori città? Perché non prende in considerazione l’idea di allargare la superficie attribuita al nosocomio riutilizzando le aree di proprietà comunale limitrofe all’ospedale attuale, e quindi a costo zero, anziché andare a comperare una zona commerciale da una società immobiliare?

Tutti possono visitare gli spazi dell’ex deposito fieni, e poi dei carriarmati, oggi sottoutilizzato e posto tra via Ungaresca e Viale Rotto, circa 4 ettari di terreno da riutilizzare. Spostando il parcheggio attuale in quella zona si potrebbe lasciare più spazio al nuovo ospedale in via Montereale e costruire un lotto unitario di 140.000 metri quadrati, ma anche questa è una soluzione troppo facile? Cosa c’è che non piace a Bolzonello e a Pedrotti della posizione del centro di cura individuato negli anni ’20 del secolo scorso? L’aria, l’esposizione, la vicinanza al centro…? Ma soprattutto perché, a causa di questi inespressi motivi, si è sviluppata una dinamica interna al centrosinistra del tutto autolesionista e capace di macellare la giunta?

Le ritorsioni agostane di Pedrotti sono state giustamente lette dalla stampa come un momento di vendetta nei confronti di un PD non corale, e in parte critico (mai abbastanza) nei confronti dello spostamento dell’ospedale. Ne dovrebbe far le spese qualche assessore contrario alla “deriva” ospedaliera come Nicola Conficoni, che senza dubbio è stato uno dei migliori realizzatori e comunicatori della squadra di Pedrotti.

Ma Pedrotti non è quel sindaco che vanta in giro per la penisola di aver intrapreso un percorso di pianificazione partecipata innovativo in cui si ascolta tutti e non solo i portatori di interessi particolari? Un signore di tali ampie vedute non riesce a confrontarsi con partiti, assessori, comitati e cittadini? Mi sembra impossibile tanto ingenuo imbarazzo nel fare politica.

Eppure è lo stesso sindaco che ha portato nelle secche un PRG con la partecipazione (da alcuni mesi il sito specifico di “Pordenone Più Facile” è muto) e che ha rinunciato ad aprire un confronto anche tradizionale (Agenda 21) sui problemi che si legano alla ristrutturazione urbana. L’arroganza di certa  sinistra non è diversa da quella di certa destra e non può lasciare indifferenti. Per Pedrotti non solo è fastidioso avere un dibattito che si sviluppa in ambito urbano, ma è ancora più fastidioso non avere un pensiero unico in giunta.

Questi signori, che si fregiano di slogan democratici mediati dal linguaggio della sinistra, alla fine dei conti schivano i confronti per non incorrere nel rischio di vedere infrangere le proprie deboli convinzioni, o nella speranza di non esprimere i reali interessi che li muovono. Non bastasse, dopo aver condotto tutta la vicenda in un modo confuso e incoerente, e aver perso anche l’occasione di vincere le regionali con un’idea che teneva dentro la concretezza della sinistra, si stupiscono del “fuoco amico”.

Questi signori amerebbero il silenzio e quindi anche assessori bravi come Conficoni vanno sacrificati per la pace e il pensiero unico. Il sindaco, invece, che ha gestito in modo affannato le questioni del nuovo piano regolatore – vendendo più slogan che concretezza e azzeccando più errori che successi (vedi il carcere) – può permettersi di non rispondere ai cittadini e tentare persino di inertizzare il referendum richiesto da migliaia di elettori. Una sciocca pensata di una destra superficiale e ipocrita (al primo momento di crisi sarebbero pronti a scaricare sul servizio sanitario ogni responsabilità di cattivo funzionamento del project financing) viene abbracciata come un credo indiscutibile.

Se Pedrotti è disponibile ad aprire un processo di ascolto rispetto al PRG convocando chiunque abbia qualcosa da proporre, perché non se la sente nemmeno di ascoltare sull’ospedale parte di quella sinistra che lo ha votato? C’è un problema di debolezza personale o di veli che paludano gli intenti e ci impediscono di vedere una qualche motivazione sensata? Meglio cacciare dalla giunta chi non è un “signorsì”.

A “Pordenone Più Facile” sono stato senza dubbio molto presente nella convinzione che questa amministrazione di centrosinistra volesse cambiare le regole dell’urbanistica, e invece pare si sia trattato di una mera scenografia destinata a fare da fondale inerte a pratiche politiche che hanno altri interlocutori, che non sono i semplici cittadini. La parola “rigenerazione”, tanto professata durante il processo partecipato di formazione del nuovo piano regolatore, viene infatti abbandonata per occupare altro suolo agricolo. E lo si fa senza nemmeno fornire uno straccio di dimostrazione che il vecchio sito non può essere adattato, a meno che per Bolzonello e Pedrotti rigenerazione non equivalga a formulare pratiche di espansione delle zone edificate secondo il modello della fine del ‘900. Eppure solo un anno fa l’amministrazione scriveva di aver intrapreso “un percorso che l’amministrazione comunale ha scelto di fare insieme alla città, dando voce al cittadino, oltre ai portatori di interesse che abitualmente dialogano con il Comune attraverso tavoli specifici. Guardiamo la città, ascoltiamo la città, e nel contempo proviamo ad assegnare un senso locale a riflessioni nazionali o globali, come rigenerazione urbana, resilienza, l’essere smart”.

Quanta retorica ipocrita… i fatti mostrano con evidenza che proprio i tavoli delle lobby sono quelli ai quali questa maggioranza porge l’orecchio…

L’incapacità di Pedrotti di governare il processo di rigenerazione delle strutture edilizie dei servizi sanitari con la semplicità con la quale si è mosso il centrosinistra a Udine dimostra la statura della politica pordenonese.

Forse proprio per questo motivo Conficoni è fuori scala alla corte di Pedrotti.”

Moreno Baccichet

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VIDEO

Cosa pensiamo sul trasferimento dell’ospedale in Comina appare in sintesi in quattro piccoli interventi video:

http://www2.pnbox.tv/videolink.asp?video=7689.wmv

http://www2.pnbox.tv/videolink.asp?video=7694.wmv

http://www2.pnbox.tv/videolink.asp?video=7715.wmv

http://www2.pnbox.tv/videolink.asp?video=7717.wmv

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COMITATO SALUTE PUBBLICA BENE COMUNE

http://comitatosalute.wordpress.com/

 

4 commenti

  1. Fabrizio ha ragione i politici sconfinano nel mondo degli affari . La nostra regione è autonoma pensavo che facesse qualcosa per il consumo di suolo invece non fà nulla. A Gorizia hanno speso tanti soldi per un ospedale nuovo quando potevano benissimo ristrutturare quello vecchio …questi sono affari per qualcuno…

  2. Fare del sarcasmo è fin troppo facile, ma non guasterà considerare due aspetti di fondamentale importanza in tutta la questione: l’esser riusciti a dividere la popolazione su un argomento così importante e l’aver trascurato l’interesse reale dell’ammalato.
    Il primo di questi aspetti non è stata certamente una sorpresa per chi l’ha innescato: una mossa molto abile per indebolire la città e il suo comprensorio. A nordest la provincia confinante è ben più abile nell’evitare questa ingenuità e ne ha raccolto i frutti.
    Il secondo aspetto richiede uno studio approfondito della realtà degli ospedali in Italia e del progetto del nuovo ospedale in Comina. Ben lontani da questo studio tutti, dico tutti, i pareri che si sono andati leggendo. La tutela dell’ambiente realizzabile in località Comina è una delle principali caratteristiche del nuovo ospedale.

    Onorato di aver contribuito alla progettazione bioclimatica e dell’efficienza energetica, prego di evitare commenti nella disconoscenza del progetto.
    Vittorio Bearzi

  3. Penso che i cittadini debbano esprimersi e partecipare,perché i politici hanno sempre sconfinato nel mondo degli affari

  4. Ma ancora non si è capito che a destra e sinistra sono dei pagliacci e buffoni? Ci meravigliamo ancora di questi signori invece di prenderli a calci e mandarli in Antartide?

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