Fotovoltaico nel parco della Vauda: la Belectric ricorre al TAR contro la provincia

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“L’attacco alla riserva naturale della Vauda non è concluso: la società Belectric Italia ha presentato ricorso al Tar Piemonte contro la delibera della Provincia di Torino che il 30 luglio scorso ha respinto il progetto per realizzare un mega impianto fotovoltaico consumando 70 ettari di suolo libero”.

Lo annuncia il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta che aggiunge: “nomineremo un avvocato per difendere davanti al Tar Piemonte la scelta che io e la mia amministrazione abbiamo compiuto per salvaguardare l’ambiente; le norme ci danno ragione. Cito su tutte la legge regionale che ha recepito ed approvato il Piano territoriale della Provincia di Torino improntato proprio alla massima tutela del suolo libero, ma anche le linee guida della Regione Piemonte per la localizzazione degli impianti fotovoltaici e la normativa regionale su parchi e aree protette”.

Saitta sottolinea che “del ricorso al Tar contro la scelta della Provincia di Torino di difendere la Riserva della Vauda si è parlato anche in Consiglio dei Ministri: lo scrive la Belectric nel suo ricorso. Mi aspetto che il governo Letta abbia la volontà e la forza di tutelare il territorio e le istanze della popolazione”.

“Conosco il favore normativo riconosciuto agli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, un’energia pulita alla quale sono favorevolissimo – aggiunge Saitta – ma difenderò il mio no a questa speculazione: Belectric può produrre energia elettrica con tecnologia fotovoltaica sfruttando le superfici militari già compromesse come i tetti delle caserme, i capannoni, i piazzali cementificati e le legittime istanze del Ministero della Difesa per valorizzazione il patrimonio militare italiano non possono superare il diritto alla salvaguardia ambientale espresso da cittadini e istituzioni locali”.

(7 novembre 2013)

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LETTERA APERTA DAL PRESIDENTE DI SLOW FOOD

Onorevoli Ministri
Mario Mauro,
Nunzia De Girolamo,
Andrea Orlando,

vi scrivo per segnalare, ancora una volta, il tentativo maldestro di mettere le mani su un’importante porzione del territorio piemontese: la Riserva Naturale de la Vauda.

Nel mese di luglio scorso, Slow Food aveva deciso di sostenere la lotta per la tutela di questo immenso bene comune naturale, con un appello rivolto a tutti voi, Ministri competenti, e agli amministratori locali interessati. L’appello fu firmato, oltre che da me, da Carlo Petrini, Salvatore Settis, Luca Mercalli, Stefano Rodotà, Don Luigi Ciotti e Padre Alex Zanotelli.

Il progetto di coprire decine e decine di ettari di terreni liberi con una distesa di pannelli fotovoltaici non ci ha trovati d’accordo allora e non ci trova d’accordo, a maggior ragione, oggi. Siamo e resteremo contrari a questa iniziativa distruttiva non solo perché crediamo che fermare il consumo di suolo agricolo fertile e il degrado paesaggistico sia necessario e urgente in questo Paese, ma anche perché la Riserva Naturale La Vauda è inserita nel progetto europeo Natura 2000 (il principale strumento della politica ambientale dell’Unione Europea per la conservazione delle biodiversità) e proteggere questo territorio
significa tutelare la biodiversità.

In questi giorni ci è giunta notizia del ricorso che la Ciriè Centrale PV Sas (per conto della Belectric Italia Srl) avrebbe rivolto contro la Provincia di Torino che il 30 luglio scorso con una delibera di Giunta aveva espresso parere negativo al progetto.  C’è da dire che non solo la Provincia di Torino si è espressa in maniera contraria a questa irragionevole iniziativa, ma si sono opposti anche altri Comuni interessati (per esempio San Francesco al Campo e San Carlo Canavese) e numerosi comitati di cittadini e associazioni.

Per tutti questi motivi, chiediamo con forza proprio a voi Ministri competenti di fermare definitivamente questa follia che provocherebbe la distruzione di un immenso habitat naturale proprio alle porte di Torino (se davvero si vogliono recuperare alcuni siti militari, del resto, si possono utilizzare per i pannelli fotovoltaici i tetti e il cementificato già esistente).

Forse è arrivato il momento di mettere da parte tutti quei progetti, come quello che riguarda la Riserva Naturale de La Vauda, in cui gli interessi privati prevalgono in modo così netto sull’interesse della collettività, dell’ambiente e del futuro di tutti noi.

Cordialmente,

Roberto Burdese
Presidente Slow Food Italia

 

6 commenti

  1. Certamente gli abitanti dei paesi attorno alla Vauda sono contro il mostro della Belectric, lo testimonia le oltre 4000 firme raccolte brevemente su un bacino di 10000 abitanti compresi i bambini. Il popolo della Vauda lotterà strenuamente con ogni mezzo per difendere questo angolo di paradiso che la natura ci ha regalato.

  2. Siamo alla follia pura.
    Con 3.5MHa di territorio cementificato utilizzare 70ettari di territorio biotico è una follia completa.
    Semplicemente la legge dovrebbe impedire l’installazione di campi fotovoltaici su terreno verde e obbligare a sola installazione su superfici come strade, coperti, pensiline.

  3. Il fotovoltaico solo sui tetti. Basta incentivi alle grandi società di speculazione, sì per le famiglie.
    Il terreno agricolo è scarso, e il parco naturale è SACRO !!!
    Auguri !!

  4. coinvolgere anche il fai e continuare a divulgare presso i comuni canavesani affinché venga attivato un progetto naturalistico europeo che annulli la possibilita di destinarlo ad altri scopi e dirotti turismo su questi territori ora dimenticati

  5. Si sta facendo una grandissima confusione, come del resto sempre in questo beato paese, tra quelle che sono le istanze di produrre nuove forme di enrgia alternative ai combustibili fossili e le primarie esigenze di tutela e salvaguardia dei nostri ultimi lembi di territorio liberi, sia che si tratti di impianti fotovoltaici, sia che si tratti di nuove linee a traliccio per il trasporto dell’energia così prodotta. Tutti questi manufatti vanno impietosamente ad interporsi nei paesaggi d’alta quota, crinali oltre i 2000 m slm per il trasporto di enrgia (ved. caso dei tralicci Terna che andranno a scempiare i crinali dell’alta valle Formazza in Ossola), sia i paesaggi di baraggia o coltivati della pianura. Ed è ormai un cancro che si sta diffondendo in tutta Italia, in virtù dell’energia verde. Sarebbe ora che il Letta abbia un occhio di riguardo per sifatte tematiche, o no ?

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