Il centro storico di Roma e i siti Unesco del Lazio privi di tutela paesaggistica

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Italia Nostra: “il centro storico di Roma privo di tutela paesaggistica insieme agli altri siti Unesco del Lazio: Villa Adriana, Villa d’Este a Tivoli e le necropoli etrusche di Tarquinia e Cerveteri”. 

ITALIA NOSTRA ha appreso solo ultimamente che il Piano Territoriale Paesistico Regionale ( PTPR) adottato dalla Giunta Marrazzo nel novembre 2007 nell’ultimo comma dell’Art. 43 delle Norme del Piano ( All. 1 ) dichiara:

“Le disposizioni del presente articolo non si applicano (…) alle parti ricadenti negli insediamenti storici iscritti nella lista del Patrimonio dell’Unesco (Roma-centro storico, Tivoli- Villa d’Este e Villa Adriana, Necropoli etrusche di Tarquinia e Cerveteri) per i quali è prescritta la redazione del Piano generale di gestione per la tutela e la valorizzazione previsto dalla “Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale”

L’Art.43 riguarda le tutele paesaggistiche degli insediamenti urbani storici e territori contermini e obbligano naturalmente a richiedere per gli interventi edilizi l’autorizzazione paesaggistica. Queste tutele valgono per tutti i centri storici dei comuni del Lazio non valgono per il Centro storico di Roma e per tutti gli altri siti Unesco.

Si è arrivati al paradosso che nel Lazio un sito Unesco è privo di ogni tutela paesaggistica ( valgono ancora per fortuna le tutele archeologiche) e di ogni controllo da parte delle Soprintendenze.

Questa incredibile e sconvolgente situazione sta determinando gravi danni specialmente al Centro storico di Roma in quanto sono state rilasciate concessioni in sanatoria di abusi edilizi in totale contrasto con la sua salvaguardia : sopraelevazioni, ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni ecc.

Proprio attraverso una di queste sanatorie che riguardava una sopraelevazione a via Gregoriana, la nostra associazione è venuta a conoscenza di quanto stava accadendo nel centro storico più famoso del mondo. Infatti per quella sopraelevazione, segnalata da un nostro socio, Italia Nostra aveva ottenuto dopo un lungo e faticoso iter la demolizione. Oggi, dopo una lettera del Dipartimento Territorio della Regione Lazio del 19 giugno del 2009 al Comune di Roma, quella demolizione è stata annullata e la sopraelevazione è diventata legittima con la sanatoria. La lettera della Regione Lazio risponde a una richiesta di chiarimenti in merito alle autorizzazioni paesaggistiche che riguardavano il centro storico di Roma. Nella lettera si precisa che le autorizzazioni paesaggistiche si devono richiedere solo per le parti del centro storico dichiarate di notevole interesse pubblico ai sensi del Codice dei Beni Culturali.

Tali parti nel centro storico sono ben poche ed infatti riguardano solo l’Aventino e alcuni punti singoli, ma ad esempio Trinità dei Monti non rientra nel notevole interesse pubblico.

La lettera nella parte finale dichiara” in base al comma 15 dell’art.43 delle norme del PTPR, le disposizioni dello stesso articolo non si applicano alle parti di territorio ricadenti negli insediamenti storici iscritti nella lista del Patrimonio dell’Unesco, quale è appunto il centro storico di Roma, per i quali è prevista la redazione del Piano generale di gestione per la tutela e la valorizzazione di cui alla Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale. Pertanto , per tale ambito, (…) non è necessaria la richiesta dell’autorizzazione paesaggistica.”(All.2)

Secondo la Regione Lazio solo i Piani di gestione dell’Unesco potranno, quando redatti, tutelare il centro storico e gli altri siti dal punto di vista paesaggistico. Nell’attesa, possono essere sanati abusi o permessi nuovi interventi edilizi in totale contrasto con i valori di quegli ambiti culturali o naturali che l’Unesco impone agli Stati di tutelare.

E’ veramente incredibile che la Regione Lazio abbia preso questa decisione senza che il Ministero dei Beni Culturali , attraverso le sue Soprintendenze territoriali e la sua Direzione regionale sia intervenuto ad impedirglielo.

L’assurdità e la gravità di questa vicenda risiede, inoltre, nel fatto che il Piano di gestione dovuto all’Unesco per ogni suo sito non prevede affatto prescrizioni di tutela in quanto li mantiene ai poteri del singolo Stati che ha il dovere di emanarli per la salvaguardia del bene. Ha solo la definizione delle priorità d’intervento, le loro modalità attuative e le azioni per reperire risorse pubbliche e private come da Art.3 comma 2 della Legge 20.02.2006, n.77 (All. 3)

L’Unesco ha la possibilità di esercitare un potere di controllo che può arrivare fino alla decisione di cancellare dalla sua lista il sito che ha visto distruggere i suoi valori culturali o naturali.

Tra l’altro si rileva che il Piano di gestione del Centro storico di Roma ad oltre 20 anni dal suo inserimento nei siti Unesco non è stato redatto dal Comune di Roma che solo ultimamente si è deciso a istituire un apposito ufficio.

ITALIA NOSTRA, vista la grave situazione in atto chiede:

– al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e alla sua Giunta di abrogare subito la norma del PTPR che esclude i siti dell’Unesco del Lazio, tra cui il Centro storico di Roma, dall’applicabilità delle norme di tutela paesaggistica;

– al Ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray di intervenire assumendo una ferma posizione su quanto sta accadendo a Roma e nel Lazio sui siti UNESCO riportando la necessaria tutela.

Italia Nostra

2 commenti

  1. L’Italia è tutta una urgenza di tutela paesaggistica. Scrivo dal Lago Maggiore dove le sponde lacustri sono sistematicamente violate da politiche edificatorie di fatto lasciate alla gestione di piccole amministrazioni comunali del tutto ignoranti delle valenze storico-paesaggistiche o che le trascurano colpevolmente. Un paesaggio di enorme pregio si sta velocemente degradando, occorrono interventi straordinari di tutela che siano veramente cogenti e che vengano “dall’alto”,a bloccare edificazioni a nuovo e stravolgimenti del patrimonio edlizio storico.

  2. Penso che sia utile conoscere e divulgare queste informazioni e che questo sia un momento che fa ben sperare sulle potenzialità di un movimento trasversale in difesa del paesaggio, del patrimonio archeologico, della città, ma anche dei paesi e del paesaggio rurale come beni comuni. Il sito Eddyburg è una utilissima fonte di informazione, così come il sito di Italia Nostra, ma anche il Fai, ma anche siti vecchi e nuovi in difesa degli alberi e contro il partito del cemento

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