Fiumicino come la Val di Susa: partecipazione per fermare opere inutili

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Pubblichiamo un comunicato del Comitato FuoriPista, realtà da lungo tempo in prima linea contro il contestato progetto relativo al raddoppio dell’aeroporto “Leonardo Da Vinci” di Fiumicino, alle porte di Roma.

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Un anno fa, con un colpo di mano, ha preso corpo uno dei più grandi progetti speculativi di ordine finanziario, fondiario ed edilizio del nostro Paese. Il Progetto di Raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino Leonardo da Vinci è, infatti, la seconda grande opera dopo la TAV e, come valore economico, è equivalente al doppio del Ponte sullo Stretto di Messina.

Infatti, i due progetti “Fiumicino Sud” e “Fiumicino Nord” in termini di investimento valgono complessivamente 12,5 miliardi di euro pagate dai passeggeri + 5,5 miliardi di euro per la realizzazione delle infrastrutture di connessione all’aeroporto (strade, ferrovie, autostrade, ecc.) a carico della collettività.

Pochi istanti prima delle dimissioni, il Governo Monti – su forte sollecitazione di Gemina, cioè la società della famiglia Benetton che controlla AdR e contestualmente proprietaria della Maccarese SpA sui quali terreni si espanderebbe l’aeroporto – ha approvato la Convenzione-Contratto di Programma che con l’aumento delle tariffe aeroportuali (circa 10 euro a passeggero) di fatto ha non solo approvato le opere di ammodernamento dell’aeroporto (“Fiumicino Sud” 2012-2021) ma anche il suo raddoppio (“Fiumicino Nord” 2021-2044). Inoltre ha trasferito gli investimenti già previsti per le infrastrutture dell’aeroporto di Viterbo (360 milioni di euro) a quelle per Fiumicino.

Il Progetto complessivo di sviluppo dell’aeroporto di Fiumicino, proiettato al 2044 – come si deduce dal Contratto di programma ENAC-AdR – avrà come conseguenza:

– La perdita di 1300 ettari di pregiato Agro Romano, che andrebbero a far parte dal nuovo sedime aeroportuale, e che ricadono tutti all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, istituita dallo stesso Ministero dell’Ambiente con Decreto del 29 marzo 1996. Il territorio in questione, inoltre, è tutelato dai vincoli regionali del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) e da quelli provinciali del Piano Territoriale Generale Provinciale (PTGP), nonché dalle norme di salvaguardia del Piano Regolatore Generale del Comune di Fiumicino (PRG);

– cesserebbero piccole e medie aziende agricole produttrici di eccellenze ortofrutticole in un territorio vocato da sempre all’agricoltura.

– circa trecento famiglie si vedrebbero espropriate delle proprie abitazioni. Le caratteristiche dei terreni del Leonardo da Vinci causano vari disagi tecnici che periodicamente interessano la terza pista , realizzata negli anni Settanta e che corre parallela a quelle previste nel Progetto Fiumicino Nord. La stessa Commissione Parlamentare di Inchiesta – istituita con legge 5 maggio 1961, n. 325 – esprimeva “ seri e motivati dubbi sulla scelta dei terreni” su cui è stato realizzato l’aeroporto. Stessa natura hanno i terreni interessati al Raddoppio, che oltre ad essere sotto il livello del mare, nel recente passato, cioè prima della bonifica idraulica, erano ricoperti dallo Stagno di Maccarese.

I motivi per i quali ci opponiamo al Raddoppio non sono solo di natura ambientale ma riguardano anche le incongruenze e i dati contenuti negli studi portati da ENAC-AdR per giustificare la necessità del Raddoppio:

1. Le previsioni di traffico di AdR – presupposto essenziale del progetto di Raddoppio – sono notevolmente sovrastimate e basate, a loro volta, su una crescita del PIL (a cui come è noto viene legato l’aumento del traffico aereo) non corrispondente alle valutazioni degli Istituti europei e mondiali. In realtà, la risposta ad un eventuale incremento dei passeggeri può essere soddisfatta senza il raddoppio. Questo è un approccio abituale dei progetti infrastrutturali, italiani ma non solo, dove si eccede nella stima della domanda e dei benefici, mentre si sottovalutano i costi economici, ambientali e sociali. Occorre contrastare con forza questa attitudine per cui le infrastrutture generano la domanda che le giustifica; gli esempi della TAV, della direttissima ferroviaria Milano-Torino sono sotto gli occhi di tutti.

Nel dettaglio:

  • ENAC, dallo studio messo a disposizione del Governo e sulla base del quale il Governo ha firmato il DPCM del 2012, rileva che nel 2030 il sistema aeroportuale del Lazio avrebbe dovuto soddisfare una domanda di passeggeri variabile tra i 76-83 milioni. Questi studi sono stati effettuati prima che si palesasse la dimensione dell’attuale crisi economica. Ormai sono anni che il traffico aereo ha subito un tracollo tanto che a Fiumicino attualmente transitano annualmente 36,7 milioni di passeggeri, di cui circa 8 milioni delle low cost. Senza lo spostamento graduale ma inesorabile delle low cost da Ciampino a Fiumicino, il calo del traffico su Fiumicino dal 2011 al 2013 sarebbe stato di 3-4 milioni di passeggeri.
  • Inoltre, quando vengono fatte le previsioni sulle future necessità, il calcolo non viene fatto sul totale delle ore volabili nell’arco delle 24 ore (dalle ore 6,00 alle 23,00). La stessa AdR sosteneva nel Piano industriale del 5 giugno 2000 che già solo con le strutture allora esistenti, utilizzando anche le fasce orarie di basso transito si sarebbe potuto soddisfare un aumento del 20% dei voli. Le attuali capacità dell’aeroporto sono già oggi in grado di soddisfare una movimentazione giornaliera/annuale molto maggiore, come è dimostrato dal traffico estivo (1300 movimenti giornalieri).
  • L’attuale numero di passeggeri/anno è dato da un riempimento medio degli aerei di poco superiore al 68%. Appare ovvio che aumentando anche di poco questa percentuale avremmo un incremento di passeggeri/anno notevole. – Si calcola che l’aeroporto viene utilizzato solo al 75% dei piazzali, percentuale decisamente bassa.

2. In secondo luogo, è noto che aeroporti europei ed extraeuropei, aventi tre piste come Fiumicino, riescono a soddisfare il transito di milioni di passeggeri: un esempio per tutti è dato dall’aeroporto londinese di Heathrow, il più importante aeroporto europeo, che con le sue tre piste – come Fiumicino – movimenta oltre 70 milioni di passeggeri/anno. I due aeroporti movimentano (tra arrivi e partenze) lo stesso numero di aerei (circa 1000 aerei al giorno), ma Fiumicino, sul quale transitano aeromobili a capacità media più bassa (narrow body), sviluppa un traffico che è quasi la metà di quello di Heathrow; in effetti, l’aeroporto inglese vede, essendo un reale “dual hub” internazionale, il transito prevalente di aerei (wide body) a capacità media doppia (350 pax) dei narrow body (180 pax). Negli ultimi anni, la tendenza al transito di aeromobili narrow body su Fiumicino si è notevolmente rafforzata e lo sarà ancora di più in futuro, come conseguenza della decisione di spostare su di esso quasi tutto il traffico “low cost” del sistema aeroportuale del Lazio e dalla trasformazione del suo ruolo, nei fatti e contrariamente ai proclami di ADR ed ENAC, da international dual hub a “low cost” hub.

3. Correlata al punto precedente ma non per questo meno importante, è la considerazione che la funzione di dual hub internazionale, è organicamente connessa all’esistenza di una forte compagnia aerea nazionale, Alitalia, le cui sorti sono, sotto gli occhi di tutti , alquanto incerte e problematiche. Secondo il Comitato FuoriPISTA, con adeguati interventi d’ammodernamento e di razionalizzazione delle attuali infrastrutture, come contemplato dal Progetto “Fiumicino Sud”, è possibile soddisfare i futuri incrementi nel numero di passeggeri/anno, senza ricorrere a un ulteriore ampliamento del sedime aeroportuale. A un anno di distanza dall’approvazione della Convenzione-Contratto di Programma sono intervenuti diversi cambiamenti che ci fanno sperare che il Progetto possa essere bloccato.

A causa della forte e prolungata crisi economica, i passeggeri sono in costante diminuzione e per l’aeroporto di Fiumicino la crisi Alitalia rischia di essere un colpo durissimo sia per l’occupazione che per il traffico aereo internazionale; un colpo dal quale non sarà semplice riprendersi.

Con le ultime elezioni regionali e comunali è cambiato il quadro politico e la questione dell’aeroporto è stata rimessa in discussione; infatti già durante le campagne elettorali del 2013 il Comitato FuoriPISTA ha ottenuto dai candidati risultati vincenti (il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il Sindaco di Roma Ignazio Marino, il Sindaco di Fiumicino Esterino Montino) delle chiare prese di posizione nettamente contrarie al Progetto di Raddoppio.

Su proposta del Comune di Fiumicino e d’intesa con il Comune di Roma, la Regione Lazio ed il Ministero dell’Ambiente, è stato ridefinito, nel mese di agosto, il nuovo perimetro della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano con l’ampliamento di ulteriori 300 ettari della Zona di massima protezione proprio nell’area dove dovrebbe svilupparsi il secondo aeroporto.

4. Il Comune di Fiumicino ha deliberato l’Atto di Indirizzo contro il Raddoppio dell’aeroporto e il trasferimento dei voli low cost al Leonardo da Vinci.

5. Analoga presa di posizione è stata assunta dal documento “Piano nazionale degli aeroporti” dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia) del settembre 2013 che dichiara la netta contrarietà sia allo sviluppo di opere al di fuori dell’attuale sedime dell’aeroporto di Fiumicino, sia al trasferimento dei voli low cost nell’aeroporto intercontinentale.

6. Il Comitato FuoriPISTA ha sollecitato in più occasioni la Regione Lazio ad agire affinché sia evitato che tutti i voli low cost regionali vengano trasferiti a Fiumicino provocando, tra l’altro, il declassamento dell’aeroporto da hub internazionale a mega aeroporto low cost.

7. Su sollecitazione del Comitato FuoriPISTA e con una forte partecipazione della cittadinanza è stato preparato e sottoscritto un Esposto alla Commissione Ambiente dell’Unione Europea per denunciare la violazione di principi fondamentali sia di tipo procedurale (la mancata VAS) che nel merito della tutela del territorio e dell’ambiente.

Il percorso per bloccare definitivamente il Progetto di Raddoppio dell’aeroporto è ancora molto incerto e irto di difficoltà e richiederà impegno e partecipazione. Siamo convinti che, come è avvenuto per le altre due Grandi Opere – TAV e Ponte sullo Stretto – il Raddoppio debba diventare una questione nazionale e perché ciò si realizzi si rende necessaria un’alleanza di tutte le realtà ambientaliste che operano nel Paese.

Comitato FuoriPista
comitatofuoripista@gmail.com
Cell. 3496450086

2 commenti

  1. Blocchiamo questo ennesima speculazione e la distruzione del nostro territorio !

  2. Fiumicino come la Val di Susa, e Milano ancor peggio. La demenza di riesumare i navigli dopo 60 anni buttando all’aria la città è stata voluta dal popolo sovrano con un referendum. Invece di scimmiottare Amsterdam, dovrebbero ricordare che Vienna costruì la Ringstrasse demolendo i bastioni

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