Il potenziamento della centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, minaccia il Friuli

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Nonostante la lezione di quanto accaduto nel 1986 a Cernobyl. Nonostante i più recenti fatti di Fukushima. Nonostante due referendum in cui i cittadini italiani, a più di vent’anni di distanza, hanno ribadito di non volere centrali nucleari sul proprio territorio.

Nonostante tutto questo, la minaccia nucleare incombe sul nostro paese. Ed in particolare sul Friuli. Si tratta della centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, a circa 130 chilometri dal confine col Friuli Venezia Giulia.

Da anni la centrale di Krsko è guardata con preoccupazione dagli stati confinanti. Malfunzionamento di un reattore, perdite d’acqua ed altri guasti meccanici si sono susseguiti negli ultimi anni, alimentando l’impressione di vivere con una minaccia concreta a pochi chilometri da casa.

Eppure, nonostante ufficialmente la Slovenia abbia cercato di rassicurare gli stati confinanti circa l’intenzione di smantellarla a partire dal 2023, la centrale di Krsko sembra destinata ad un potenziamento. 

Pare, infatti, che la Commissione Europea abbia inserito nel proprio piano di sviluppo per l’energia l’ampliamento dell’elettrodotto Okroglo-Udine, alimentato proprio dalla centrale di Krsko. Un’opera che comporterebbe, tra le altre cose, un forte impatto ambientale nei parchi e nelle valli del Friuli.

Il Comitato per la vita del Friuli rurale, in particolare attraverso il suo promotore Aldevis Ribaldi, si sta battendo perché venga scongiurato questo progetto. Oltre ai motivi di cui abbiamo parlato, il potenziamento della centrale di Krsko è in palese contraddizione col processo di deindustrializzazione in corso. Quello che il comitato auspica è dunque un cambio di rotta, verso modelli energetici più moderni e sostenibili.

E’ già partita, a questo proposito, una raccolta-firme da presentare al Parlamento Europeo affinché il problema venga affrontato e discusso, anche alla luce delle problematiche evidenziate.

Roberto Caravaggi

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Approfondimenti

Volantino informativo a cura del comitato >

6 commenti

  1. che tristezza
    e pensare che in francia tanto per fare un esempio, le nuove linee vengono tutte interrate!
    Povere valli del Natisone

  2. La stampa locale cerca di fare passare la notizia che “l’elettrodotto non si farà”. Le cose non stanno proprio così.
    Andiamo ad analizzare il testo “ufficiale” della Terna distribuito durante l’audizione nella IV Commissione regionale. I tre punti principali sono:
    1. Gli studi condotti a livello europeo ribadiscono la NECESSITA’ dell’intervento
    2. Non è stato SOTTOSCRITTO (non raggiunto, nota mia) alcun accordo con gli sloveni PER DEFINIRE IL PUNTO DI ATTRAVERSAMENTO DELLA FRONTIERA.
    3. Non sono state ANCORA avviate le attività di studio del tracciato lato Italia.

    Vediamo ora i punti più importanti della posizione della Regiona riportata nel comunicato del 30 gennaio:
    1. L’elettrodotto Okroglo-Udine non è una PRIORITA’ dell’attuale esecutivo.
    2. Se ne riparlerà, forse, tra qualche anno e non si è nemmeno arrivati ad individuare un’unica ipotesi di tracciato ed un punto di contatto con la Slovenia.

    Quindi non un NO secco all’elettrodotto perché inutile per i bisogni energetici della Regione e perché devastante dal punto di vista ambientale, ma semplicemente non c’è ancora accordo sul tracciato. A parte il sospetto che senza l’accordo sarebbe difficile giustificare gli studi e la proposta definitiva di tracciato a cui è pervenuta la società slovena (la ELES) che prevede il passo Solarie come punto di attraversamento del confine, non è che l’assenza del tracciato italiano sia una consolazione. SE l’elettrodotto si farà da Okroglo a Udine non ci sono che due percorsi: l’attraversamento delle Valli del Natisone e di Cividale, oppure l’attraversamento del Collio. E dalla parte slovena l’attraversamento della bellissima valle dell’Isonzo.
    Il gioco di parole e di sottintesi usato dalla Regione è preoccupante. Ancora di più di fronte all’arroganza e ai modi subdoli e sotterranei con cui lavora la Terna. Abbiamo bisogno urgente di una Regione che dica SUBITO un NO netto al progetto e porti questo No sul tavolo del Governo e della Unione Europea. Il resto sono chiacchiere per tenerci buoni. La raccolta di firme organizzata da “Il ponte” di Cividale è un modo per sensibilizzare i cittadini e renderli protagonisti della difesa dell’ambiente e del territorio.
    Franco Quadrifoglio, direttore de “Il ponte”

  3. Opposizione al progetto dell’elettrodotto da 380.000 V in doppia terna Okroglo-Udine ovest
    Indirizzati alla Amministrazione Regionale e a tutte le Amministrazioni locali.
    Per i cividalesi o persone interessate, le firme sui moduli cartacei si trovano anche presso:
    Edicola Bront (Piazza Paolo Diacono)
    Libreria La Libreria (Via Manzoni)
    Libreria Ubik ( corso Mazzini)
    Edicola Birri (sotto l’arco di Borgo San Pietro)
    Bar all’ Ipogeo
    I moduli si possono richiedere a: ilponte.cividale@gmail.com

    1. Chiedo a Luca, con l’educazione che lui non possiede, di dare una alternativa all’opposizione ad un progetto che, spero , non condivida passivamente (conoscendo i luoghi ed i valori in gioco).
      Personalmente propendo per l’interramento, che purtroppo per venire attuato ha bisogno di una opposizione durissima alla soluzione aerea.
      Altrimenti egli è semplicemente, e con tutta normalità, un avversario. Spero solo ottuso e non colluso.

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