Bene comune o gentrification? Berlino e Roma a confronto

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di Massimo Muciaccia

“Riprendiamoci quello che è nostro”, titolava Paolo Berdini un suo recente editoriale.

Alla fine di maggio in Campidoglio l’A.S. Roma consegnava soddisfatta lo Studio di fattibilità del nuovo stadio, servizi e infrastrutture (più tre grattacieli?) nelle mani dell’apposita commissione Urbanistica della Capitale per l’approvazione del progetto e per la “patente” di pubblica utilità del complesso di opere da realizzare nell’ansa del Tevere a Tor di Valle (rimangono validi tutti gli interrogativi sull’idoneità del sito: prescrizioni PRG che escludono le edificazioni previste, vincoli idrogeologici, area esondabile, vicinanza con il depuratore Acea, sistema trasporti da rivedere e dove è già stato proposto dal WWF un progetto di oasi naturalistica…).

Nello stesso momento, a Berlino la cittadinanza votava in un referendum per mantenere inalterata a parco pubblico politematico la vasta area dell’ex aeroporto storico di Tempelhof.

Al lettore si rimanda la riflessione sulle differenze sostanziali tra le due esperienze qui riportate. Per la città di Roma si potrebbe ricordare la storia di Tor Marancia, prestigiosa area archeologica sottratta al cemento dopo una dura contrapposizione politica, che comunque non viene ancora percepita come parco e aperta regolarmente al pubblico.

A Berlino, il progetto di edificazione dell’ex aeroporto è stato respinto con il 64,4 per cento di voti contrari al piano di riconversione dell’area che prevedeva 4.700 tra abitazioni, uffici e infrastrutture su circa un terzo della superficie libera.

Questa lungimirante battaglia di vera democrazia partecipativa per il Bene comune iniziata nel 2008 è stata vinta dalla gente. E’ stata preferita la creazione di un’oasi naturalistica di circa 386 ettari, dove sono già presenti numerose specie di animali e vegetali, alcune a rischio di estinzione in Europa, invece del cemento sostenuto dal sindaco Klaus Wowereit.

Alcune aree verdi saranno autogestite dai cittadini per la coltivazione (biologica) di orti urbani, in altre è possibile già da molto fare picnic, sport (pattini, bicicletta, jogging e sciare quando nevica), concerti e nei fine settimana all’ombra della torre di controllo, una parte dell’area, si trasforma in una grande zona barbecue.

Il parco al centro di Berlino è poco più vasto del Central Park di New York e nel 2013 è stato frequentato da circa due milioni di visitatori attratti dalla varietà e originalità delle attività spontaneamente praticate.

L’importante aeroporto di Tempelhof attivo già dal 1923, prende il suo nome dai cavalieri Templari che nel XIII secolo si stabilirono per un periodo in questa zona, mentre successivamente il luogo fu trasformato in una piazza d’armi. Negli anni Trenta Ernst Sagebiel progettò e realizzo l’edificio esistente in uno stile accademico e ridondante, in accordo con l’architetto di regime Albert Speer.

Dal 26 giugno del 1948 al 30 settembre 1949 l’aeroporto, sotto il comando americano, diventa famoso in tutto il mondo per il ponte aereo che rifornirà Berlino Ovest di generi alimentari superando il blocco attuato dai sovietici.
L’aeroporto, uno dei più grandi del mondo, ha continuato a funzionare anche dopo la riunificazione della Germania, fino alla sua chiusura definitiva nel 2008 e al conseguente abbandono.

Poi il governo cittadino lancia l’idea di destinare l’area alla costruzione di 4700 nuove unità abitative (di lusso) e di una enorme biblioteca pubblica da 3.200 posti, che potrà rivaleggiare con il Centre Pompidou di Parigi, secondo il parere del senatore alla Cultura di Berlino André Schmitz. La pensa diversamente la cittadinanza sostenendo che la biblioteca non sarebbe altro che una scusa per approvare una colata di cemento comprendente centri commerciali con piste di pattinaggio sul ghiaccio.

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Berlino è una città in cui le imposizioni dall’alto non vengono accettate passivamente, specie quando si tratta di qualità della vita ed ecologia, quindi appena le intenzioni edificatorie del Comune sono divenute pubbliche è scattata una mobilitazione-petizione che ha raccolto 185.000 firme per bloccare il progetto attraverso un referendum.

Un quarto dei berlinesi aventi diritto di voto ha risposto “SI” al quesito: “Volete che Tempelhof resti un parco?”. Il piano per cementificarlo dovrà quindi essere accantonato tanto che Manfred Kühne (capo del dipartimento di Pianificazione urbana di Berlino) ha dichiarato: “Per la prima volta in 10 anni, il Comune ha i soldi per costruire nuove abitazioni a buon mercato e rischiamo di trovarci a non avere più il terreno su cui costruirle. E dire che avevamo acquistato l’aeroporto dal Governo Federale con l’idea di renderlo una zona di sviluppo economico, dato che ci serve un polo per nuove abitazioni e nuove imprese”.

foto da www.berlinforallthefamily.com

Perché se è vero che l’emergenza abitativa è una realtà e che venticinque anni dopo la caduta del Muro persino a Berlino gli spazi cominciano a scarseggiare, per i quartieri centrali questo argomento viene utilizzato per avviare la speculazione, col risultato che il costo degli immobili è raddoppiato. Per Cristoph Breit uno degli organizzatori del referendum: “La sfiducia dei berlinesi nel loro Senato ha una lunga storia e questo perché i politici hanno una lunga storia nel dichiarare una cosa e poi farne un’altra”: come dargli torto!

“Il paesaggio non è soltanto qualcosa da costruire o tutelare, ma (…) qualcosa da riconoscere, percepire, ascoltare e descrivere”. (Giuliana Andreotti)

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Se fosse passato il programma edificatorio dell’ex aeroporto ci saremmo trovati di fronte all’ennesimo fenomeno di gentrificazione (gentrification). Così si chiamano tutti quei cambiamenti fisici e sociali di quartieri o parti di essi, seguiti dall’insediamento di una nuova classe del tutto omogenea e benestante, la nuova “gentry”.

Le decadenti, abbandonate aree del centro cittadino una volta recuperate o riedificate attraverso capitali privati che le sviluppano come aree a vocazione turistica e consumistica, acquisiscono prezzi immobiliari non più alla portata degli abitanti originari costretti ad allontanarsi in periferia.

La città vissuta, testimonianza di una storia collettiva sedimentata nel tempo, diventa così patrimonio esclusivo di una classe che ostenta individualità e differenza sociale assumendo la simbologia dell’apparenza “tout court”. L’onere dei forti costi di urbanizzazione indotti dalla trasformazione delle aree recuperate, nonostante le trasformazioni siano a beneficio del mercato privato, non di rado vengono sostenute da denaro pubblico.

Quando il fenomeno della gentrificazione assume caratteristiche eccessivamente (esclusivamente) speculative comporta la mera erosione di patrimoni storici, monumentali e paesaggistici significativi e spesso di grande valore. Anche nel caso della trasformazione dei distretti industriali fatiscenti e abbandonati, si hanno interventi orientati alla loro conversione in grandi centri commerciali e prestigiose residenze.

I luoghi così recuperati assumono un’estetica cosmopolita dal linguaggio internazionale, la cui riduzione dei luoghi a merci ne annulla i valori tradizionali.

In uno spazio gentrificato la città, la polis, è sostituita quanto meno dalla risibile parodia delle realizzazioni ed eventi alla Disney. In Italia si ricordano le piste da sci al Circo Massimo a Roma, gli spazi affittati degli Uffizi a Firenze per sfilate di moda, la festa di piazza del Plebiscito a Napoli per i 50 anni della Nutella…

Un racconto virtuale, una “second life” immaginaria che pretende di fornire una nuova identità collettiva e condivisa, organizzando e producendo un paesaggio da “divorare” velocemente, da re-immaginare continuamente nel suo consumo veloce rigorosamente e programmato. L’idea di comunità è stata dunque corrotta da una politica e da una prassi che ci vogliono non cittadini partecipi e consapevoli, ma consumatori addomesticati.

Roma, giugno 2014

Massimo Muciaccia
Dinamiche di trasformazione urbana e territoriale
arch.massimo.muciaccia@gmail.com 

(In ricordo di Valerio Zolito, direttore di www. eur.roma.it recentemente scomparso, che ha sempre voluto pubblicare gli articoli proposti di sensibilizzazione ambientale).

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Sulle problematiche relative al nuovo stadio a Tor di Valle si leggano gli articoli, pubblicati sul web, di Massimo Muciaccia: “Il nuovo stadio nell’ansa del biondo Tevere” (dicembre 2013) e “Il terzo Colosseo della Città Eterna” (marzo 2014).

Approfondimenti sui temi trattati nell’articolo:

  • Lidia Diappi. “Rigenerazione urbana e ricambio sociale”. Franco Angeli
  • Paolo Maddalena. “Il territorio bene comune degli italiani”. Donzelli Editore
  • Ugo Mattei. “Beni comuni. Un manifesto”. Editori Laterza
  • Tomaso Montanari. “Le pietre e il popolo. Restituire ai cittadini l’arte e la storia delle città italiane”. Minimum Fax

 

12 commenti

  1. Segnalo ai lettori che la citazione “Il paesaggio non è soltanto qualcosa da costruire o tutelare, ma (…) qualcosa da riconoscere, percepire, ascoltare e descrivere” presente nel mio articolo è tratta dal libro di Giuliana Andreotti, “Paesaggi culturali”, 1996, Milano, Unicopli. Questo volume è stato premiato e pubblicato nel 2013 anche in Brasile, col titolo in portoghese “Paisagens culturais”, dall’Università Federale del Paranà.

  2. In questi giorni il IX Consiglio municipale dovrebbe riunirsi per discutere del nuovo stadio della Roma, ma già sorgono gli interrogativi più banali: di cosa parleranno i consiglieri se nessuno di loro ha mai visto (almeno questo sostengono) gli elaborati del progetto che l’A.s.Roma pensa di realizzare a Tor di Valle?
    Misteri della politica.

    1. Nell’esercizio delle proprie competenze e’ tragico non sapere di cosa si debba parlare quando nn si conoscono i progetti parziali o definitivi perché’ forse inesistenti
      Non vorrei trovarmi nei panni del Presidente Santoro che sembra costretto a convocare una giunta municipale straordinaria per capire di cosa siano chiamati a decidere.
      Fallimentare e’ il fatto che il Comune invece abbia
      già’ iniziato i suoi 90giorni di valutazione di chissà’ quale progetto. Perché’ non si parlano, almeno tra loro ?
      poi anche la Regione Lazio dovrà in 120 giorni Esprimere i propri pareri, su cosa ?
      E se avessero già’ deciso tutto?
      nn solo cosa come e dove ma, anche chi pagherà’

      Lo stadio bello o brutto nn c’è entra , qualcuno nn ama nn vuole che i cittadini partecipino alle decisioni che li riguarda

      1. A questo punto non solo i cittadini vengono tenuti all’oscuro, ma anche le Istituzioni locali che comunque sembrano stare al gioco dei “Quattro cantoni”.

  3. Se fosse una partita di calcio, nn importa se mondiale, il risultato sarebbe Berlino batte Roma tanto a poco (o forse niente.)
    Piu’ realisticamente in democrazia e partecipazione attiva dei cittadini Germania batte Italia.

    Nello specifico dello stadio piu’ bello del mondo,
    pomposamente venduto dal presidente americano J.Pallotta come a gratis per la collettivita’ NN si conosce ancora l’ intero progetto definitivo che,
    ahinoi la stampa piu’ informata ci dice che varia cosi’ spesso che le ultime novita’ parlano di tre grattacieli da 100 metri.
    Questo a parte il rendering della stadio illustrato ufficialmente in video conferenza mondiale in Comune col Sindaco e tutte le societa’ private che intendono realizzare il famoso stadio, progettato da mondiali archistar
    Cosa sta valutando il Comune ora, cosa valutera’ la Regione domani? Ma i cittadini come potranno esprimersi ? (tifosi della magica a parte)

    Sappiamo Chi costruira’ ma nn Cosa verra’ costruito e Dove sara’ costruito , su quali terreni ?
    NN sappiamo Come, con quali infrastrutture ci si potra’ arrivera’
    (oggi inesistenti!!!). Chi le paghera’ ?

    Di quanti mc di cemento tra residenziale, commerciale ed infrastrutturali saranno necessari per avere lo stadio Gratis ?

    Tornando ai terreni nn meglio identificati per cosa, quali sono ? Sono
    quelli dell’ex ippodromo da abbattere E/O quelli dell’ area golenale del Tevere sottoposta a vincolo idrogeologico ?
    In quell’ area da diversi anni il WWF ha progettato di realizzarci un’ Oasi naturalistica, aperta ai cittadini, con piste ciclabili etc.etc.
    Proprio quel progetto, perso in chissa’ quale cassetto ora
    ci porta dritti a Berlino con la storia vera che l’ arch. Muciaccia ci ha cosi’ brillantemente raccontato, grazie !

    Volendo limitarsi a cio’ che accade a Roma, tralasciando tutte le opere pubbliche italiane per generare sistemiche tangenti private,
    brutto dirlo ma,
    il confronto e’ ardito ed inesorabilmente perdente.
    siamo inferiori come partecipazione attiva ed esercizio di democrazia.
    Ognuno ci metta le proprie considerazioni ma,
    A quando un nuovo rinascimento ?

  4. Per confermare quanto già detto nel presente articolo… il Circo Massimo a Roma per il concerto dei Rolling Stones di oggi è stato affittato alla modica cifra di 7900 euro.

    1. dimenticavo… l’incasso è stimabile in circa 6,3 milioni di euro.

  5. Caro Massimo,la mia spiegazione a tutto cio’ e’la mancata partecipazione da parte del popolo italiano o la scarsa attenzione da parte del medesimo che permette decisioni spesso calate dall’alto senza alcun confronto o dibattito. Ciao e a presto.

  6. Con il consenso di Noemi Cavicchia rendo pubblico il presente scritto perché con la sua sensibilità ha saputo cogliere le sfumature più intime e più vive delle problematiche sollevate dal mio articolo.

    Caro Massimo, complimenti per il Tuo articolo, sono sulla tua stessa lunghezza d’onda. Anch’io ho assistito alla “gentrification” di uno dei quartieri storici di Roma: Trastevere.
    Vorrei farti sentire cosa ne pensa mia madre che è nata lì ed i miei nonni (che, purtroppo, non ci sono più) che vi hanno vissuto durante la guerra!

    Trastevere era un quartiere pieno di vita e di umanità dove la gente caratterizzava il “luogo”, era al centro del “luogo” e non viceversa.

    Dopo l’abbandono dei Trasteverini (determinato in maggior misura dall’aumento esagerato del costo delle abitazioni, ormai considerate di lusso, pur se originariamente case popolari), soppiantati da una nuova popolazione di quartiere – certamente più ricca, con stile di vita molto più raffinato e studiato, pseudointellettuale, accomunata dalla ricerca di un ‘modus vivendi’ non suo e che ha, invece, contribuito (forse involontariamente) a sopprimere del tutto – Trastevere è svuotata del suo fascino, è come un Luna-park dove si cerca qualcosa di definitivamente perduto e ricreato artificialmente.

    Non esiste più la spontaneità e l’allegria che derivava non dall’abitare nel palazzo o nel bell’ appartamento in cui vivono oggi i “nuovi Trasteverini” ma da una filosofia di vita che non si “compra” ma che è specchio di una cultura antica, originale, che non doveva scomparire, che non dovevamo far scomparire dando spazio al denaro che dà l’illusione di poter comprare tutto, anche l’anima degli uomini e delle cose.

    Voglio comunque segnalare che esistono luci che danno speranza per il futuro: i nostri giovani!
    C’è un gruppo di giovani in Trastevere che ha sentito l’esigenza di far rivivere questo magico quartiere e si sta battendo per evitare la definitiva soppressione del cinema “America” (ex “La Marmora” – dai ricordi di mia madre) in via Natale Del Grande. Non ho approfondito su quale debba essere la destinazione futura del luogo dopo l’abbattimento del cinema ( che mi riporta alla mente il film di Tornatore “Nuovo cinema Paradiso”). Se ho ben capito, al suo posto dovrebbero essere costruiti degli appartamenti di lusso per turisti.

    In questi giovani ho visto qualcosa che mi fa ben sperare per il futuro – hanno lavorato per riappropriarsi dell’anima del quartiere.
    Dopo varie battaglie per tenere aperto il cinema, ieri sera hanno proiettato la partita del Mondiale, Italia – Costarica, ed il cinema era anche troppo riempito, ai limiti della sicurezza, anzi certamente superati quei limiti!
    E’ indiscutibile che sia stata la partita ad avere dato origine al tutto esaurito, ma il “luogo” è tornato a vivere per i suoi cittadini per merito di questa iniziativa, da lodare.
    Anche perché l’effetto è perdurato. Lo spettacolo è, infatti, proseguito alle ore 21,00 con l’”Arena” allestita dagli stessi giovani in piazza S. Cosimato. Questa volta il pienone è stato determinato dalla proiezione del film “Roma” di Federico Fellini – uno dei Suoi tanti capolavori –.
    Ti consiglio di vedere o rivedere questo film e metterlo al confronto di due film premiati di recente; uno con il Leone d’oro e l’altro addirittura con l’Oscar: rispettivamente “Sacro G.R.A.” e “La grande bellezza”. Vorrei scrivere fiumi di parole nel commentare “Roma”, per me l’unico film tra i tre a dover essere premiato, ma non andrò oltre per il momento.

    Spero di non averti annoiato con i miei pensieri e di portarti un piccolo aiuto per i tuoi progetti.
    Anche Ruggero ti contatterà a breve.

    Un caro saluto.
    Noemi

  7. Credo che i Governi siano tutti uguali e che a fare la differenza e la sensibilità, la formazione culturale e il senso di appartenenza dei cittadini a certi luoghi. In Germania il problema dell’ambiente è senz’altro molto più sentito rispetto a qui da Noi da condizionare fortemente certe certe di programmazione urbanistica.Qui nonostante le lotte NO/TAV, NO/TRIV, NO/MOSE, NO/MUOS e contro discariche di rifiuti tossici e non,inceneritori e centrali elettriche, termoelettriche, a biomasse e a carbone, non siamo ancora al livello dell’ambientalismo tedesco. E,poi, più che i Governi di Centro/Destra sono stati soprattutto i Governi di centro/sinistra a svolgere un ruolo di normalizzazione di questo Paese. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo! Onofrio Infantile Sabato, 21 giugno 2014

  8. BERLINO E ROMA A CONFRONTO? CARO MASSIMO, SAPPIAMO GIA’ CHE NON C’E’ CONFRONTO. IN GERMANIA SANNO PRENDERE SMPRE LE DECISIONI GIUSTE, ASCOLTANDO LE ISTANZE DEI CITTADINI. NOI, POPOLO, NON SIAMO CITTADINI ORMAI DAPARECCHIO TEMPO. I MATTONARI HANNO AVUTO SEMPRE IL SOPRAVVENTO, PAGANDO SOSTANZIOSE TANGENTI. I 60 MILIARDI DI CORRUZIONE “ACCERTATI DALLA CORTE DEI CONTI”, MA DICHIARATI DALLA STESSA SOLO A PARTIRE DAL 2009, AD OGGI FAREBBERO 360 MILIARDI, CHE SE FOSSERO STATI ACQUISITI DALLO STATO AVREMMO POTUTO QUASI RAGGIUNGERE IL PIL DELLA GERMANIA. I CITTADINI (SI FA PER DIRE) SONO IN ITALIA SOLO DEI CODICI FISCALI, SUDDITI E NON ATTORI DELLA POLITICA. SE VOGLIMO PARLARE DEL NOSTRO QUARTIERE, BASTEREBBE CITARE LA STORIA DI CASAL GROTTONI E DELLA COMPENSAZIONE DELLA CONVENZIONE TORRINO SUD CHE HA PORTATO IN VIA DELLA GRANDE MURAGLIA UNA MASSA ENORME DI MOTTONI IN UN LUOGO DESIGNATO DALLA CONVENZIONE CON IL COMUNE COME “VERDE”. TOR MARANCIA HA RIFIUTATO QUESTO OBROBRIO E ALEMANNO LO TRASFERI’ DA NOI, OPERANDO UNA MODIFICA (“COMPENSAZIONE”) AL PIANO REGOLATORE. GLI ONERI A COMPENSAZIONE A CARICO DI MARRONARO SONO SALTATI: L’ASILO NIDO NON VERRA’ PIU’ REALIZZATO E I 1.660 MILIONI DEL RELATIVO COSTO NON SI SA COME VERRANNO IMPIEGATI. LI GESTIRA’ IL COMUNE E NON IL MUNICIPIO. QUESTO TUO E UN BELLISSIMO ARTICOLO, MA PER ME, CHE MI BATTO PER I PRINCIPI CHE SONO ANCHE I TUOI, E’ UNA CONFERMA DELLA INADEGUATEZZA DI CI GOVERNA. UN CARO SALUTO. MIMMO.

    1. Grazie di aver apprezzato il mio articolo e di averlo commentato con la tua immancabile rara franchezza, lucidità e di averlo divulgato a conoscenti, amici, collaboratori che ti seguono nel tuo costante sforzo per migliorare il IX Municipio.

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