Un tribunale per i diritti della Val Susa

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C’è, da 35 anni, il Tribunale permanente dei diritti dei popoli, un organismo internazionale, erede del Tribunale Russel, che ha per scopo, di «pronunciarsi su ogni violazione dei diritti fondamentali dei popoli e delle minoranze».

Nei giorni scorsi – dal 29 maggio al 1 giugno – esso ha tenuto a Montreal una sessione per indagare le politiche in America Latrina delle imprese minerarie di origine canadese e le conseguenze delle loro attività economiche sui diritti umani individuali e collettivi. Recentemente, con riferimento alle attività delle imprese transnazionali in Colombia, il Tribunale ha affermato il principio che è diritto fondamentale dei cittadini e delle comunità «essere consultati al fine di ottenere il consenso libero, previo e informato prima di adottare e applicare misure legislative o amministrative che li danneggino, prima di adottare qualsiasi progetto che comprometta le loro terre o territori o altre risorse».

Al Tribunale dei popoli hanno deciso di rivolgersi, con un articolato esposto, il Controsservatorio Val Susa e un folto gruppo di amministratori locali per denunciare, con riferimento alla progettata costruzione della linea Tav Torino-Lione, la violazione dei diritti fondamentali dei singoli abitanti e della comunità della Valle, i gravissimi rischi indotti sull’ambiente e sulla salute e il mancato coinvolgimento del territorio e lo scavalcamento delle istituzioni locali nelle decisioni concernenti l’opera (anche in violazione di specifiche convenzioni internazionali, come quella di Aarhus del 1998).

A sostegno del ricorso, depositato presso la presidenza del Tribunale, si moltiplicano le adesioni di personalità dall’Italia e dal mondo (da Frei Betto a Ken Loach, da Leonardo Boff ad Alex Zanotelli, da Serge Latouche a Salvatore Settis, da Luca Mercalli a Gustavo Esteva per non citarne che alcune), a dimostrazione della crescente percezione che la questione della violazione dei diritti fondamentali non riguarda solo il cosiddetto Terzo mondo ma è all’ordine del giorno nel cuore dell’Europa. Il ricorso e l’iniziativa sono stati illustrati in una serata di presentazione a Susa, venerdì 13 giugno, con la partecipazione di Livio Pepino, Sandro Plano, Alessandra Algostino, Claudio Cancelli, Alberto Perino e Marco Revelli.

In questi anni i cittadini, riuniti in comitati e sostenuti dalle amministrazioni locali, hanno ripetutamente denunciato le violazioni documentando ampiamente l’inutilità dell’opera, i danni per l’ambiente e i rischi per la salute, lo sperpero di danaro pubblico. Tecnici, esperti e scienziati di fama internazionale hanno supportato le loro ragioni presentando studi e analisi di innegabile validità scientifica. Non ci è stato dunque difficile raccogliere e allegare al nostro esposto una prima raccolta di documentazione che ripercorre le diverse fasi dell’opposizione al TAV Torino-Lyon. Così come non è stato difficile indicare un elenco di possibili testi in grado di offrire testimonianze significative sui diversi aspetti su cui abbiamo investito il TPP e suggerire una bibliografia minima sul rapporto fra democrazia, partecipazione e movimento con particolare riferimento alla Val Susa.

 

2 commenti

  1. Quando parliamo di illegalità e dello Stato italiano che dovrebbe combatterla, credo che spesso dimentichiamo che l’illegalità è anche e soprattutto dentro questo Stato. E non è solo una questione di persone (deputati, senatori, se non addirittura Ministri, Viceministri e sottosegretari!), ma di legittimità stessa di certi Governi. Nelle nomine a Presidente del Consiglio dei Ministri di Monti (con un Governo Berlusconi ancora in carico e non sfiduciato dal Parlamento) e di Matteo Renzi, mai eletto dal Popolo nemmeno come Parlamentare dato che il capo del Governo, in un sistema maggioritario (sia esso di tipo USA o di tipo tedesco!) avrebbe dovuto essere eletto direttamente dal Popolo, credo che ci siano forti dubbi di legalità. Ora io mi domando : in un Stato davvero democratico e rispettoso della sua Costituzione possono Governi del generi imporre e far passare sulla testa delle Comunità grandi opere di dubbia utilità e dubbio interesse pubblico (e parlo anche di questo visto che per anni la scusante per imporre queste opere è stata sempre l’interesse pubblico!) senza nemmeno dimostrare la giustezza delle proprie affermazioni, come è il caso della TAV che lo studio di quasi tre Università hanno messo in discussione. E, ancora, con che titolo questi Governo mettono in discussione la sovranità popolare prevista dall’art. 1 della Costituzione italiana che ci ha lasciato al lotta partigiana affermatasi con il referendum del 12 e 13 giugno 2011 contro la privatizzazione del servizio idrico. Onofrio Infantile Domenica 22 giugno 2014

  2. …una strategia importante ed opportuna per sostenere con democratica partecipazione i sacrosanti diritti degli abitanti dei luoghi sacrificati all’altare di uno sviluppo omicida! PECCATO CHE MOLTI DEI GRANDI BIG CHE SOSTENGONO LE NOBILI CAUSE COME QUESTA ABBIANO SNOBBATO IN MANIERA INGIUSTIFICATA ED INGIUSTIFICABILE L’APPELLO -PROPOSTA PER SALVARE CALDAROSA MA NON SOLO ,L’ITALIA INTERA, DALLA VIOLENZA DISTRUTTRICE DEL PETROLIO E DEL CEMENTO! E’ DAVVERO DOLOROSO CONSTATARE QUESTE POSIZIONI AMBIGUE E POCO SOLIDALI DA PARTE DI CHI DELLA SOLIDARIETA’CONTRO LE INGIUSTE GESTIONI DEI BENI COMUNI NE HA FATTO LA PIETRA MILIARE DELLA PROPRIA ESISTENZA UMANA E PROFESSIONALE!E’doloroso constatare queste forti insensibilita’ ripetute con inaccettabile frequenza anche nel mondo del comitatismo e dEll’ associazionismo!NON C’E’ NIENTE DI PIU’ UMILIANTE VEDERSI RESPINGERE UNA PROPRIA MAIL CON RICHIESTA DI AIUTO SENZA NEMMENO UNA PUR MINIMA RISPOSTA!E’ INACCETTABILE DA PARTE DEGLI AMMINISTRATORI ARROGANTI AI QUALI CI RIVOLGIAMO CON PROPOSTE E PETIZIONI PER SALVARE I BENI COMUNI ,LO E’ ANCORA DI PIU’ QUANDO IL MANCATO RIPETUTO RISCONTRO PROVIENE DA CHI HAI SEMPRE RITENUTO UN PUNTO DI RIFERIMENTO CERTO E SICURO!MOLTI NON APPROVERANNO QUESTE MIE UMILI CONSIDERAZIONI MA PURTOPPO ,NONOSTANTE LA SENILITA’ AVANZANTE, NON HO ANCORA ACQUISITO IL DONO DELLA COMODA DIPLOMATICA IPOCRISIA ED E’ QUESTA UNA DELLE RAGIONI PER CUI ,NONOSTANTE LE SCONFITTE ,CONTINUO A LOTTARE PER LA BELLEZZA ITALIANA CHE SIGNIFICA ESSENZIALMENTE LOTTA PER LA DIGNITA’ DI TUTTI NOI!

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