Legge Ammazza Foreste: i territori lombardi manifestano il loro dissenso

070820134629Dal Comune di Agrate Brianza (MB) il primo atto ufficiale di contrarietà alla norma che mette a rischio i boschi lombardi mentre le associazioni continuano a esprimere la loro preoccupazione. Questi i primi passi di una protesta che punta a coinvolgere amministrazioni locali e rappresentati politici a tutti i livelli.

Presentato ed approvato lo scorso 30 settembre in Consiglio Comunale ad Agrate Brianza (MB) l’ordine del giorno proposto dalla lista Insieme per Agrate che manifesta contrarietà alla Legge Regionale n. 53, il “testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale”, meglio conosciuta come legge “Ammazza Foreste”.

Una legge che, come abbiamo già descritto a Luglio, consentendo l’invasione motorizzata dei boschi e favorendo gli abbattimenti porta alla svalutazione del patrimonio forestale lombardo e accelera il consumo del suolo.

Vogliamo sostenere le opinioni di esperti del settore quali CAI, FAI, Legambiente, Touring Club e WWF – afferma il capogruppo Riccardo Strusani nel comunicato stampa. Non è solo ideologico, ci sono articoli che aprono la strada a possibili contenzioni di ordine giuridico amministrativo e in palese antitesi con il quadro normativo nazionale.

Un primo contributo significativo che arriva dai territori – commenta il consigliere regionale Paolo Micheli della Lista Patto Civico che si è opposta in aula all’approvazione della legge. Perché – si legge nel sito del consigliereè un provvedimento che mette a rischio i boschi, facilitando interventi invasivi senza compensazioni, e che soprattutto ne favorisce la trasformazione in aree con altre destinazioni d’uso, magari ben più redditizie.

Le parole delle associazioni

Nella presentazione dell’ordine del giorno vengono ripresi anche i concetti espressi Coordinamento Cremonese, Cremasco, Casalasco di Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori sulla gestione dei boschi, sulla limitazione delle compensazioni e sugli abbattimenti più facili previsti dalla norma: l’onere della compensazione era anche lo strumento per potenziare i corridoi ecologici e le aree di valenza strategica e naturalistica, più che mai utile in aree urbanizzate come la Pianura Padana. Peraltro sorgono diversi dubbi circa la compatibilità del dispositivo della legge regionale con il D.Lgs 227/2001.

Ad agosto anche l’Associazione Monte di Brianza, di Calco (Lecco) aveva lanciato sulla stampa il suo allarmecon la legge “ammazza boschi” semaforo verde a stragi d’alberi. In aggiunta a questo un consiglio: Lombardi, sbrigatevi! Perché se volete godere della frescura di un bosco vi resta poco tempo. 

Abbiamo chiesto ai referenti dell’associazione come si stanno muovendo sul territorio.

Nella zona interessata dal Parco Locale di Interesse Sovracomunale (P.L.I.S.) del Monte di Brianza ci siamo attivati per monitorare e marcare stretti gli amministratori quando vengono loro richieste autorizzazioni per manifestazioni motorizzate su sentieri e nei boschi. Questo nell’ambito della nostra azione culturale che vuole promuovere un modello di fruizione sostenibile delle aree del parco e di quelle limitrofe. Nel recente passato abbiamo purtroppo dovuto assistere a manifestazioni di enduro che si sono svolte nonostante il parere contrario di alcuni comuni, in quanto gli organizzatori di tali eventi riescono a sfruttare i permessi dei proprietari dei terreni per aggirare le strade comunali o della comunità montana.

Qual’è la posizione  dei comuni della zona sulla nuova legge?

Da un lato abbiamo ottenuto la collaborazione del sindaco del comune capofila del Parco, Olgiate Molgora, che si è detta in piena sintonia sulla necessità di non ricorrere alla nuova legge. Dall’altro lato provvederemo affinché attraverso la consulta del parco si ottenga un’esplicita presa di posizione da parte di tutti i comuni coinvolti contro il ricorso alla nuova legge.

La speranza è proprio quella che tali messaggi vengano ascoltati dalle amministrazioni locali e che l’esempio di Agrate Brianza non resti un caso isolato. Intanto l’appello a prendere posizione a riguardo è stato lanciato anche a livelli più alti: ai capigruppo di Camera e Senato, al Consiglio Regionale nonché ai parlamentari eletti nel territorio lombardo.

Luca D’Achille

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