Il rammendo delle periferie: la nuova zona artigianale di Cividale

cividale-cover

Il noto architetto italiano Renzo Piano ha scritto un articolo inerente alle periferie, pubblicato sul Sole24ore in data 26/01/2014. L’articolo in oggetto è stato la traccia proposta ai maturandi per il tema di ordine generale, alla prima prova all’esame di Stato 2013/2014: “ Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. E’ fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee…

A tal proposito, si riporta la cronistoria dal 2003 al 2014, di una periferia a Cividale del Friuli, ricavata da articoli della stampa locale.

Nel 2003 con un voto contrario e due astensioni il Consiglio comunale cividalese approva una variante al piano regolatore relativa all’individuazione di una nuova area di insediamento produttivo. L’area in questione, agricola, si estende su una superficie di circa 50 ettari, che devono essere espropriati. Iniziano così anche le prime problematiche che portano successivamente ad una maxi causa in quanto alcuni proprietari si oppongono all’indennità di esproprio.

Durante gli anni 2007/2008 malgrado l’accentuarsi della crisi economica, prende il via una considerevole opera di urbanizzazione (il costo preventivato si aggira intorno ai 2 milioni e mezzo di euro); infatti, l’intervento sostenuto dal “Consorzio artigianato e piccole imprese Cividale “, costituito da circa 40 aziende, può definirsi il più importante intervento regionale di iniziativa privata nel settore. Si prevede l’insediamento di oltre 70 aziende a carattere misto produttivo industriale/artigianale e commerciale, di servizi, istituti di ricerca, scuole e centri di istruzione anche professionale.

Nel 2011  l’area si presenta totalmente urbanizzata, ma non si vedono i capannoni. Dal 2013 con un capannone costruito e lotti ancora in vendita, il consorzio risulta in liquidazione.

I primi mesi del 2014 viene scoperta e quindi sequestrata da parte della Procura della Repubblica di Udine una discarica abusiva di rifiuti edili e richiesto l’intervento dei tecnici dell’Arpa. Con riferimento alle prime dichiarazioni rilasciate dal Consorzio, sembra che gli artigiani per evitare di perdere un contributo regionale (pari a circa 1,3 milioni di euro per lo spostamento dell’elettrodotto di Terna) si facciano carico di ripulire la discarica e poi di rivalersi sui veri colpevoli. Pochi mesi più tardi nei lotti sequestrati, a seguito di analisi, viene rilevata anche la presenza di scorie di acciaieria.

E la storia continua …

Da quanto presentato ci si pone molti interrogativi, ad esempio: risulta ancora possibile attuare per Cividale l’idea della “green belt” proposta da Renzo Piano? (“Si deve mettere un limite alla crescita anche perché diventa economicamente insostenibile portare i trasporti pubblici e raccogliere la spazzatura sempre più lontano. Oggi la crescita anziché esplosiva deve essere implosiva, bisogna completare le ex aree industriali, militari o ferroviarie, c’è un sacco di spazio disponibile. Parlo d’intensificare la città, di costruire sul costruito. In questo senso è importante una green belt come la chiamano gli inglesi, una cintura verde che definisca con chiarezza il confine invalicabile tra la città e la campagna.” ) Se no, quali sono le possibili alternative?

Come progettare la periferia del futuro senza danneggiare ulteriormente l’ambiente in cui viviamo?

A causa del perdurare della crisi economica, contro il degrado della città risulta ancora proponibile bonificare e riconvertire parzialmente l’area adottando l’iniziativa degli “orti urbani”? Si evidenzia che in molte realtà fuori regione esistono progetti relativi agli “Orti in città o urbani” che possono essere sostenuti anche dal WWF, per la gestione del verde privato o collettivo con la finalità di avviare piccole attività di coltivazione biologica, piccoli allevamenti o giardinaggio ricreativo. Se no, quali sono i suggerimenti?

Per evitare ulteriori danni al territorio, a salvaguardia della biodiversità e considerata la vicinanza ai magredi del fiume Natisone, è possibile inserire le aree limitrofe nel progetto comunitario di Rete Natura 2000?

In questo particolare momento la città ha bisogno di idee e per risolvere i problemi è necessaria la partecipazione di tutti ed in particolare dei giovani; infatti “ non è un caso che il termine politica derivi da polis, da città, Norberto Bobbio sosteneva che bisogna essere «indipendenti» dalla politica ma non «indifferenti» alla politica. (Renzo Piano)

Zanon Adriana
Socia di Greenpeace

Fonti: Messaggero Veneto, Il Gazzettino, La Vita Cattolica, Il Sole 24ore

Dossier Consorzio Artigiano:
http://digilander.libero.it/rinascitacividale/pagine/zona%20artigianale%20-%20dossier.html

________________________

GALLERIA FOTOGRAFICA

2 commenti

  1. Il 12 dicembre alle ore 20 è convocata, nella sala consiliare a San Pietro al Natisone, la presentazione del progetto transfrontaliero per la costituzione del Parco del fiume Natisone. All’associazione che realizzerà il progetto sono affiancati il Fai di Cividale, il Club Unesco e Legambiente.
    L’area artigianale è vicina ai magredi di Firmano, si invitano pertanto gli organizzatori ad illustrare alla popolazione il danno ambientale con le possibili ripercussioni nel Natisone causati dal deposito nell’area in questione di circa 10 tonnellate di rifiuti costituiti da scarichi di acciaieria e circa 80 mila metri cubi di materiale inerte, soprattutto materiale di demolizione dell’area ex Italcementi, depositati con regolare provvedimento del Comune di Cividale.

  2. Ho letto tutto l’articolo di R. Piano e ne consiglio la lettura. Condivido con lui la proposta di viaggiare per comprendere meglio la realtà in cui viviamo, in quanto l’Italia è un piccolo Stato con un territorio che deve essere gestito in maniera oculata. Cividale, situata ai margini del confine orientale, è rimasta fino a qualche decennio fa protetta dalla speculazione edilizia. Oggi invece, nel mezzo della crisi economica, si ritrova con molte aree danneggiate che necessitano un recupero. Sono inoltre convinta che per il ripristino non siano sufficienti solo i finanziamenti, gli stanziamenti, ecc.., ma siano necessarie soprattutto le idee. In questo caso però si tratta di conoscere con trasparenza come è stata gestita l’area in questione, assieme all’estensione e alla profondità dell’inquinamento arrecato al terreno.

I commenti sono chiusi.