Fermare il dilagare della monocoltura a Prosecco nell’area Grappa, Asolo, Montello

 

L’area della destra Piave, raccolta tra la pedemontana del Grappa, l’Asolano, Montello e Piave, sta subendo da qualche anno un’indiscriminata invasione di nuovi impianti a vigneto, coltivati con massiccio impiego di pesticidi.

I dati della contaminazione da pesticidi dei fiumi trevigiani e delle falde di acqua potabile sono già oggi allarmanti e la responsabilità degli usi dei pesticidi in agricoltura sono indiscutibili. La contaminazione delle acque, dell’aria e dei terreni, comporta gravi rischi di danni alla salute della popolazione, in primis dei bambini, i soggetti più vulnerabili data la fase di sviluppo in cui si trovano.

Il business vitivinicolo (associazioni di produttori e commercianti di pesticidi) sta facendo pressione sui Sindaci dell’area affinché non pongano vincoli “restrittivi”, con i regolamenti comunali.

La maggior parte delle Amministrazioni Comunali ha approvato regolamenti che non garantiscono la tutela della salute delle persone esposte, specialmente dei bambini, e senza la previsione di veri controlli e sanzioni efficaci.

Per questo motivo è stata avviata una sottoscrizione popolare da parte del Coordinamento ColtiviAMOfuturo, formato da associazioni di cittadini dell’area GAMP che non intendono sottostare alle logiche affaristiche delle multinazionali e intendono sostenere i Sindaci che coraggiosamente stanno cercando di arginare e regolamentare il problema.

ColtiviAMOfuturo e i firmatari della PETIZIONE, in virtù del principio:

di Precauzione, pretende il rispetto del DIRITTO ALLA SALUTE delle persone esposte all’uso di pesticidi, in particolare i bambini e in generale i residenti che hanno il diritto di vivere all’interno della propria proprietà senza doversi barricare in casa

di Legalità, pretende dai Comuni il rispetto delle regole ambientali e urbanistiche, e chiede ai Sindaci regolamenti penalizzanti per chi usa pesticidi e premianti per chi passa al biologico e ai vitigni resistenti e rispetta il paesaggio

che “chi inquina paga”, ritiene che sia giunto il momento di individuare le attività responsabili della contaminazione delle acque dei fiumi e delle falde, imponendo loro il risarcimento del danno alla collettività e ai soggetti che dovessero subirne danni alla salute.

CHIEDONO ai Comuni destinatari della petizione:

1) di limitare la superficie comunale coltivabile a monocoltura, utilizzando gli strumenti urbanistici a loro disposizione, così come avviene per le aree edificabili

2) di aprire un tavolo di discussione sul Regolamento di utilizzo dei fitofarmaci, proposto ai comuni dal Consorzio della Docg Asolo. Regolamento che tanti Comuni hanno già approvato o stanno per approvare, senza averne discusso i contenuti con i portatori d’interesse diversi dal consorzio stesso, in primis i cittadini. Regolamento che attualmente non salvaguarda sufficientemente la salute e l’ambiente (per es. in quanto non sono previsti controlli concretamente attuabili).

3) di accertare che gli uffici tecnici comunali verifichino il pieno rispetto delle zone sottoposte a vincoli ambientali (SIC, ZPS, corridoi ecologici), paesaggistici e idrogeologici: il Coordinamento ha appurato che troppo spesso ciò non avviene.

4) di stabilire una moratoria nelle autorizzazioni di nuovi impianti, con deroghe concesse possibili solo per piccole quote d’impianto limitate ai piccoli agricoltori di lunga data, provatamente legati al territorio

5) che ottengano dai consorzi vitivinicoli la compartecipazione ai costi per i controlli e ai costi di un piano di monitoraggio generale sull’utilizzo dei fitosanitari, in accordo a quanto stabilito da PAN e in base al principio “chi inquina paga”.

La petizione può essere sottoscritta qui.