Messina, niente più cemento in zona nord. Lo dice il Consiglio di Giustizia Amministrativa

In rosso, la “zona Q”. I puntini in nero sono gli interventi edificatori

La criticità all’interno del sito è un fatto ormai palese, e non basta certo ridimensionare la perdita di suolo riportandolo entro la soglia dell’uno per cento, valore individuato dalle guide metodologiche europee come limite non significativo, per ritenerlo congruo e ammissibile”. Lo dice il Cga-Consiglio di Giustizia Amministrativa.

Tradotto, vuol dire che in sostanza nella zona nord non si potrà più costruire. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa con sentenza n. 231/2018, depositata in data 24 aprile 2018, ha dato ragione al comune di Messina che aveva negato l’edificazione nel sito “Q” della Zona di protezione speciale di Capo Peloro: un’area che da Mortelle arriva a Paradiso, con una percentuale di territorio edificato di 1,30% (con un picco da 2,62% nell’habitat prioritario 6220), che sfora il “quoziente di non significatività dell’incidenza” (l’1%), indicato dall’Unione europea.

Il progetto sul quale la sentenza è intervenuta era un fabbricato a tre elevazioni fuori terra, oltre piano seminterrato e sottotetto, a Grotte, proposto dalla Silea costruzioni.

Se prima vigeva il principio di precauzionerecita la sentenza del Cgaadesso si ha finalmente cognizione del grado di cementificazione ed antropizzazione di un’area che effettivamente costituisce l’ultimo lembo di terra dell’isola sul mare dello Stretto e pertanto ancora più preziosa da un punto di vista naturalistico e paesaggistico”.

Questo pronunciamento è uno spartiacque con il passato e con la cementificazione contraria alle norme comunitarie oltre che inutile e dannosa all’ambiente, anche se consentita dal nostro più che obsoleto piano regolatore generale – ha spiegato Sergio De Cola, assessore all’Urbanistica di Palazzo Zanca, prima di riservare una stoccata al consiglio comunale. “Tuttavia come amministratore e ancor prima come cittadino, mi rammarica che il Consiglio Comunale abbia di fatto rinunciato a discutere la Variante di salvaguardia, rifiutando così di discutere di Politica del Territorio, uno dei temi importanti di cui invece il Consiglio dovrebbe occuparsi, e rinviando di fatto alla magistratura il compito di decidere in sua vece”.

Quindi mai più cemento in zona nord? In realtà, le cose non stanno esattamente così, perchè si potrà costruire, ma a “utilizzo zero”: quello che non sarà più possibile fare è consumare nuovo suolo. Si tira su l’equivalente di quanto si è buttato giù, quindi si potrà ricostruire la volumetria equivalente di un altro edificio che si è demolito.

L’inedificabilità di fatto della “zona Q” aveva sollevato parecchie critiche: l’ultima delle quali era arrivata dal consigliere comunale di “Felice per Messina” Giuseppe Santalco, secondo il quale, in una nota scritta ad inizio agosto 2017, “l’Amministrazione ha deciso “motu proprio” di azzerare la cubatura edificatoria dell’intera area nord”. Ad ottobre 2015, in un’infuocata IV commissione consiliare, ad attaccare la decisione erano stati il presidente dell’ordine degli architetti Giovanni Lazzari ed il consigliere dell’ordine degli ingegneri Francesco Triolo.

Tratto da: http://www.letteraemme.it/2018/04/26/messina-niente-piu-cemento-in-zona-nord-dice-il-cga/

 

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