Cemento in Brianza: il Tar dà uno stop al piano urbanistico di Biassono

Legambiente: “La sentenza pubblicata oggi è una trave negli ingranaggi del procedimento che minacciava le ultime aree verdi tra Biassono e Desio. Ora tocca alla Provincia svolgere il proprio ruolo di tutela del territorio”.

È stata pubblicata il 14 luglio la sentenza del Tar di Milano che accoglie alcune delle importanti eccezioni opposte da Legambiente, dai comitati e dalle liste civiche di opposizione, nei confronti del Piano urbanistico del comune brianzolo, rispetto a previsioni insediative industriali e direzionali (ambito definito TR1) che, se attuate, avrebbero cancellato gli ultimi lembi di verde che separano Biassono dalla confinante Desio, completando la coltre di cemento che fa della provincia brianzola il territorio con il più alto consumo di suolo in tutta Italia.

La sentenza del Tar inceppa l’operazione spregiudicata con cui il comune e l’operatore immobiliare avrebbero potuto dare il via al piano attuativo su un ambito di quelli istituiti dalla provincia di Monza come corridoi da tutelare per salvaguardare le residue connessioni con il sistema verde provinciale – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente LombardiaSiamo felici per l’esito della sentenza, ma siamo anche consapevoli che la vittoria davanti al giudice non basta: ora la palla passa alla politica, vigileremo affinché la Provincia svolga nel migliore dei modi il ruolo che le compete nel rapporto con il comune di Biassono, difendendo il proprio Piano Territoriale di Coordinamento che ha tra i suoi principali obiettivi proprio quello di fermare il dilagare del consumo di suolo”.

La sentenza ha anche accolto i rilievi di Legambiente cassando due ambiti urbanistici a ridosso del corridoio ecologico del Parco della Valle del Lambro, ribadendo l’importanza della rete ecologica regionale come strumento di tutela dell’ambiente. “La sentenza è importante perchè afferma l’obbligo di effettuare la valutazione di incidenza non solo nei siti di rilevanza comunitaria ma anche nei corridoi ad alta antropizzazione della rete ecologica regionale. Si tratta di un importante strumento per garantire interventi di deframmentazione sulle aree investite e di rinaturazione compensativa” commenta la legale dell’associazione, avvocato Emanuela Beacco.

L’annullamento dei due ambiti di trasformazione è importante perchè la loro attuazione, anche se di dimensioni modeste, avrebbe potuto costituire un precedente per future e più gravi aggressioni urbanistici all’area protetta fluviale della valle del Lambro.

Tratto da: https://www.lanuovaecologia.it/cemento-in-brianza-il-tar-da-uno-stop-al-piano-urbanistico-di-biassono/

 

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