Oltre la retorica della Gronda Autostradale

Analisi e proposte per una nuova mobilità delle persone e delle merci a Genova dopo il crollo del ponte Morandi.

In giallo il layout del tunnel proposto da Multedo con le uscite presso la rotatoria dell’Aeroporto e le connessioni con la strada Guido Rossa.

Il crollo del ponte Morandi ha reso drammatiche la situazione del trasporto e della mobilità a Genova in particolare nel Ponente cittadino e nella Valpolcevera.
Tuttavia le situazioni di congestione di traffico, di alti tempi di percorrenza e di un forte inquinamento acustico ed atmosferico erano già preesistenti.
A fronte di ciò erano state programmate nell’area genovese due “grandi opere”: la gronda autostradale ed il terzo valico, impattanti in particolare sulla Valpolcevera.

Nel documento (vedi allegati) si è esaminato quanto previsto dagli strumenti urbanistici vigenti (PUC) e dal PUMS in fase di discussione in Consiglio Comunale e Metropolitano, per valutare l’efficacia delle infrastrutture previste sulla viabilità cittadina e sul trasporto delle merci con riguardo al trasporto per e dal Porto di Genova.
L’esame delle opere viarie previste, effettuato sia con una verifica delle matrici O/D che tramite modello matematico, ha portato a concludere che la gronda autostradale non costituisce la migliore soluzione per le problematiche in esame, anzi, paradossalmente, potrebbe peggiorare la situazione del traffico in particolare nel Ponente cittadino.

Necessario invece l’adeguamento della A7 e A12 come previsto dal progetto di adeguamento del nodo autostradale di Genova.
Viceversa il completamento della “strada a mare”, prevista dal PUC, con inizio a Multedo e termine alla Foce consente di migliorare significativamente la viabilità cittadina, con costi inferiori.

A questo gli scriventi propongono la realizzazione di una nuova viabilità dalla Valpolcevera al casello autostradale di Genova-Aeroporto che consentirebbe una migliore connessione tra la valle ed il Ponente cittadino ed il previsto Ospedale degli Erzelli.
Tuttavia la vera risposta dei problemi di mobilità cittadina è nel TLP.
Da questo punto di vista si sottolinea come il completamento di un’opera fondamentale come il nodo ferroviario di Genova sia una assoluta priorità.
Tale opera nella parte da Voltri a Brignole avrebbe dovuto essere terminata entro il 2016.

Il termine lavori è stato riprogrammato al 2021, ma si nutrono timori circa l’effettivo utilizzo dell’opera. Infatti essa è necessaria per consentire l’uso dell’attuale linea ferroviaria litoranea come linea metropolitana.
Notiamo comunque la necessità del completamento del nodo fino a Nervi, tratto neppure ad oggi programmato o progettato, pur essendo previsto dal PUC.
Al completamento del nodo ferroviario si deve affiancare la reintroduzione del tram, sciaguratamente dismesso nel 1966, con le quattro linee previste dal PUMS.

Per il trasporto merci dai porti genovesi (Sampierdarena e Prà) la priorità appare il portare i binari in porto e il ripristino dei parchi ferroviari, mentre non sembra una priorità la realizzazione del terzo valico stante le capacità residue delle linee di valico esistenti (dei Giovi, Succursale dei Giovi, linea per Ovada).

Tratto da: http://benincomune.weebly.com/blog/oltre-la-retorica-della-gronda-autostradale
da cui potrete scaricare tutti i documenti di analisi e proposta.