Scatta una raccolta firme per favorire la riapertura di una storica struttura aretina.
A cura di Mauro Mariottini, Presidente Associazione Culturale Academo – Concessionaria Ministeriale dello scavo archeologico area sacra del Colle di Pionta (AR) con il patrocinio della CNI Unesco.
Il Convento di Sargiano, situato a circa 2 km dalla città di Arezzo, in una splendida collina, a quota 373 m, dal 1º aprile 1999 è stato affidato alla Onlus “Centro dell’Uomo” dall’Ordine dei Frati Minori con atto registrato all’Ufficio del registro di Lucca il 2 aprile 1999 al n. 283. Questa scelta, con tutta la stima per la prestigiosa e nobile Associazione Non-Profit Centro dell’Uomo, ha comportato purtroppo l’assoluto divieto della fruibilità, sia religiosa, che civile, di tutta la struttura conventuale con grande danno identitario per la cittadinanza aretina, in particolare, per quella recente. Non c’è infatti una famiglia in Arezzo che non abbia partecipato o ricevuto un sacramento in questa Chiesa.
Luogo di altissimo livello spirituale, artistico e storico, il Convento di Sargiano ha origini antiche, già nel 1025 è documentato come “Casale di Sargiano”. Successivamente, nel 1400, su progetto di Parri Spinello (lo dice il Vasari), vi sorse la prima struttura conventuale. Così come lo vediamo oggi il Convento é il frutto di una ristrutturazione (a. 1779) che ci ha fatto perdere opere prestigiosissime, tra le quali un notturno di Pier della Francesca raffigurante Cristo di notte nell’orto del quale ne parla il Vasari in questi termini: “A Sargiano, luogo dei Frati Zoccolanti di San Francesco, dipinse (Piero della Francesca) in una cappella un Cristo che di notte òra nell’orto, bellissimo”. Ci sarà ancora sotto gli intonaci dei muri di Sargiano questo notturno di Piero della Francesca?
Firmiamo in molti, affinchè i destinatari della petizione decidano di aprire nuovamente al culto religioso un luogo tanto caro agli aretini e dove l’arte, nel primo rinascimento, potrebbe aver raggiunto espressioni sublimi inimmaginabili con Pier della Francesca.
La petizione può essere sottoscritta qui.
Si sà che cosa c’è dietro questa associazione CENTRO DELL’UOMO?? Appare strano che, se non hanno nulla da nascondere, non permettano nemmeno una fruibilità religiosa di tanto in tanto, in date specifiche, per un numero limitato di persone, ma almeno accessibile. Altrimenti vengono dei dubbi terribili, visto che cosa si cela spesso dietro certe “ONLUS”, create ad hoc solo per motivi fiscali……
…che è sempre così difficile se non impossibile godere dell’immensa bellezza del nostro Bel Paese!Ho raccolto più di 1600 firme per salvare dalla distruzione un antico cenobio dell’anno mille ,ridotto da impavidi privati ad ovile per capre. Ho scritto petizioni e lettere a Ministri ed Autorità competenti. E’ intervenuta a mio sostegno anche Italia Nostra. Ho costituito, sostenendo tutte le relative spese di registrazione presso l’Agenzia delle Entrate ,anche l’associazione Articolo 9 al fine di rendere più efficace questa azione di salvataggio. Si è pronunciato anche il FAI con una proposta di adozione del sito come luogo del cuore e di un sua immediata messa in sicurezza grazie ad un fondo a titolo gratuito messo a disposizione dalla banca San Paolo. A questo punto solo una condizione preliminare per il finanziamento : il rilascio di un progetto di fattibilità da parte dell’ ufficio tecnico del Comune di Calvello (Pz) competente per il luogo in cui sorge il Cenobio di San Pietro.Il Comune però,sebbene infinitamente sollecitato, non ha mai elaborato
questo progetto decretando di fatto la condanna a morte del cenobio.La battaglia è continuata quindi contro le trivelle dell’l’ENI che nel frattempo aveva ottenuto le autorizzazioni,tranne quella paesaggistica della Soprintendenza lucana,per perforare proprio nella zona di pascoli attigua al Cenobio,Caldarosa,una biodiversità della rete natura 2000 che abbiamo cercato di salvare anche con il tam-tam di tante associazioni e comitati e con quello molto importante del Forum di “Salviamo il Paesaggio “. Adesso siamo nella paziente attesa della definitiva pronuncia del Consiglio di Stato dopo che il TAR ha respinto le istanze della Soprintendenza a tutela di Caldarosa e intanto passano gli anni della nostra vita e con essi anche la speranza di farcela almeno questa volta in questo “Paradiso abitato da diavoli”