La bioraffineria di Stagno deve prima fare i conti con la salute dei cittadini

Da pochi giorni si è avviato il confronto fra i Comuni di Livorno e Collesalvetti e l’ENI sul futuro degli impianti di Stagno, dove è ubicata una raffineria fondata prima della seconda guerra mondiale, poi distrutta dai bombardamenti e tornata ad essere operativa negli anni ’50, per divenire dal 1982 di proprietà integrale dell’azienda. Che intenderebbe ora trasformarne una parte per realizzare una bioraffineria, con un investimento da 250 milioni di euro da parte di Eni e della società pubblica Alia SpA (che gestisce il servizio integrato dei rifiuti urbani nell’Ato Toscana centro), e puntare a ricavare biometanolo da 200mila tonnellate l’anno di Css (Combustibile solido secondario) da rifiuti e rifiuti plastici.

La Rete di Zero Waste Italy e il Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno (a cui aderiscono Legambiente, Wwf, Lipu ed altre decine di associazioni e comitati locali) si oppone con decisione alla proposta di Eni e Regione Toscana, per diversi motivi. Innanzitutto perché è da bocciare la vecchia concezione del mega-impianto a servizio di un’intera regione e oltre, capace di paralizzare il sistema di gestione dei rifiuti su tutto il territorio, come già accaduto in passato in Campania e al presente nel Lazio.
noltre, si ritiene molto grave il livello di irresponsabilità che trapela da decisioni che prevedono di liberare un’area della Toscana dal problema dei rifiuti scaricandoli in blocco su un’altra zona, senza il minimo rispetto per i territori e le comunità che dovrebbero “sacrificarsi”.
Una gestione virtuosa – secondo Zero Waste – deve invece prevedere impianti a filiera corta in ogni area della Regione. Impianti di trattamento a freddo delle frazioni umide e secche, non raffinerie promosse da slogan ecologici, che comunque distruggono le materie di scarto anziché riutilizzarle. E pare davvero incredibile che la Regione sia pronta ad approvare una modifica alla propria pianificazione senza un piano industriale, di documento tecnico e di analisi sui possibili impatti ambientali e sanitari.

Anche la Sinistra di Collesalvetti chiama le istituzioni ad una discussione seria e responsabile sull’ambiente perché si facciano garanti della salute dei cittadini. Ospitiamo qui un intervento a firma di Luca Chiappe, Alberto Benedetti, Valerio Cignoni, Michele Menicagli:

Abbiamo appreso in questi giorni del piano di rinnovamento della raffineria Eni di Livorno; una parte dell’impianto verrà convertita in bioraffineria per la produzione di bioetanolo, alimentato da scarti di rifiuti solidi urbani. Si parla di quantità ingenti di rifiuti (circa 200.000 tonnelate/anno) che dovranno essere spostate sull’area di Stagno. Tutto questo dopo che la regione Toscana ha deciso di abbandonare la realizzazione del termovalorizzatore di Case Passerini. 
Quasi contemporaneamente sono usciti i dati preoccupanti del V° Rapporto Sentieri dai quali sono emersi a livello nazionale dati di emergenza sanitaria oltre che ambientale. Nel sito di Livorno in entrambi i sessi è stato osservato un eccesso di mortalità generale, rispetto all’atteso calcolo su base regionale. Tra le cause con evidenza di associazione con fonti di esposizione ambientale, si osserva un eccesso di mortalità per tumori del polmone, mesotelioma maligno e per asma.
Nel sito si osservano anche eccessi di mortalità per cardiopatie ischemiche e patologie cerebrovascolari, più pronunciati nelle donne, patologie per le quali in letteratura è riportata una possibile associazione con l’esposizione ad inquinamento atmosferico, anche derivante da fonti emissive industriali, tra le quali le raffinerie. Stessa situazione per il numero di ricoveri per tumori del polmone e della pleura e per malattie respiratorie acute e asma in età pediatrica.
Dato ancora più preoccupante è la presenza di malformazioni congenite superiori alla media regionale del 43%; fra queste le malformazioni congenite del cuore sembrano per alcuni studi essere associate proprio con esposizione ad inquinamento atmosferico (Epidemol Prev. 2019, 43 Suppl 1: 1-218).

Riteniamo che questi dati non possano essere ignorati e come cittadini non possiamo rimanere indifferenti. Crediamo che chi fa da garante debba dare delle risposte. Nessuna istanza anche quella pur nobile del diritto al lavoro non può assolutamente precludere il diritto fondamentale alla salute. Il nostro non vuole essere un atto di accusa verso nessuno ma solo il tentativo di richiamare l’attenzione di tutte le istituzioni locali a valutare attentamente la situazione di Livorno e Collesalvetti Tutti gli inquinanti, anche se singolarmente sotto soglia è ipotizzabile  che insieme possano provocare quei danni alla salute che purtroppo sono stati evidenziati da studi epidemiologici  Riteniamo che la tutela della salute debba venire anteposta a qualsiasi progetto che può avere ripercussioni sulla qualità dell’ambiente
In questo difficile contesto crediamo sia improponibile pensare qualsiasi nuovo impianto senza prima intraprendere percorsi decisionali che riguardano il rapporto fra salute e ambiente e senza prima aprire un dialogo serio con la popolazione residente.