Anche il Parlamento italiano dichiara l’emergenza climatica

Quasi sei mesi fa al Senato sono state discusse alcune mozioni relative al contrasto del cambiamento climatico e, tra esse, la richiesta di dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale, già sancito da quasi 600 giurisdizioni in 13 paesi del mondo. Una richiesta che il Senato ha, però, respinto.

Diversa la scelta che ora la Camera ha voluto effettuare, approvando una mozione che riconosce l’emergenza climatica e impegna il governo a dichiararla. Una decisione importante, che intende favorire la carbon neutrality entro il 2050.
L’iniziativa porta la firma di Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali ed ex presidentessa di Legambiente (e siglata anche dai deputati Orlando, Ilaria Fontana, Fregolent, Federico, Braga, Gadda, Fornaro e Fusacchia) e impegna il governo a rafforzare il Piano energia e clima (in fase di elaborazione, che però si limita ad individuare un taglio delle emissioni pari a circa il 37% entro il 2030) e a puntare su decarbonizzazione, efficienza e sicurezza energetica, sviluppo del mercato interno dell’energia, della ricerca, dell’innovazione e della competitività, per dare attuazione agli impegni dell’Accordo di Parigi, a tagliare gradualmente i sussidi dannosi per l’ambiente e a realizzare un piano strutturale di messa in sicurezza del territorio, mitigazione del rischio e adattamento ai cambiamenti climatici.

Il governo dovrà anche lavorare per l’inserimento del principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione e la piena operatività della Cabina di regia Benessere Italia, (l’organo di supporto tecnico-scientifico alle politiche del benessere e alla valutazione della qualità della vita dei cittadini) per accelerare la transizione energetica e ridurre le emissioni di CO2 in tempi più rapidi e certi così da spingere il sistema Italia verso la conversione ecologica.

L’atto impegna anche il governo a un programma di investimenti pubblici orientati alla sostenibilità, che coinvolga i principali settori produttivi. L’esecutivo dovrà anche sostenere a livello europeo l’obiettivo della carbon neutrality entro il 2050, promuovere l’economia circolare, lavorare per una mobilità e una produzione industriale attente all’ambiente.

Lo stato di emergenza è un provvedimento che lo Stato assume a fronte di “emergenze di rilievo nazionale” come, ad esempio, il rischio imminente di un conflitto bellico, un attentato terroristico o gravi disastri ambientali, “che devono essere, con immediatezza d’intervento, fronteggiate con mezzi e poteri straordinari”.

La dichiarazione d’emergenza climatica resterà solo un atto simbolico?
Ci auguriamo di no e valuteremo con attenzione i passi che la politica nazionale intenderà muovere per rispettare un impegno preciso e garantire un futuro alle giovani generazioni…