Salviamo i Pantani di Accumoli da asfalto e cemento. Con gli scempi ambientali non si risollevano le aree colpite dal terremoto

I Gruppi regionali CAI di Lazio, Umbria e Marche con le Sezioni Cai di Rieti, Amatrice, Antrodoco, Leonessa, le Commissioni Tutela Ambiente Montano Lazio, Marche e Umbria sono impegnati insieme a contrastare un progetto di realizzazione di strada più albergo nel SIC Pantani di Accumoli.

Lo slogan che accompagna questo impegno è “Salviamo i Pantani di Accumoli da asfalto e cemento – con gli scempi ambientali non si risollevano le aree colpite dal terremoto“.
Si è manifestato la scorsa domenica 8 dicembre con appuntamento all’Azienda “Alta Montagna bio“, Madonna delle Coste di Accumoli.
La giornata era parte degli appuntamenti Cai che celebrano la “giornata internazionale della montagna” dell’11 dicembre 2019.

La località Pantani di Accumoli, Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) della Rete Natura 2000 posta al confine tra i Monti Sibillini ed i Monti della Laga, adagiati in una piccola vallata esprime continuità con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, con la vocazione naturalistica e culturale. La località, raggiungibile con tranquilli e appaganti percorsi escursionistici, è meta degli appassionati di montagna, di famiglie e di frequentatori motivati dalla singolarità dei luoghi che la raggiungono a piedi, apprezzandone paesaggio, silenzio, animali al pascolo, specie selvatiche (tra cui il tritone che vive nei laghetti), colori della natura nel rispetto e nel godimento della sua magia.

I Pantani sono una zona di confine tra Lazio, Umbria e Marche con la gestione affidata alla Regione Lazio. Il riconoscimento come Rete Natura 2000 evidenzia la valenza dell’area con la presenza di ben 3 habitat di interesse comunitario. L’acqua dei laghetti è un ulteriore prezioso valore considerando la generale riduzione delle zone umide in quota.

E’ sbagliato e approssimativo realizzare qui una strada, spacciata per “manutenzione straordinaria” di una preesistente sterrata; e, in un futuro prossimo, anche il rifugio/albergo previsto da un Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione Lazio e dal Comune di Accumoli. Addirittura con il pretesto di sostenere l’escursionismo che ha bisogno di tutt’altro.
Sono troppi gli esempi negativi legati a strade di penetrazione in quota e, ancor più, con albergo che portano veicoli, turismo di massa concentrato nel periodo agostano, rumore e inquinamento, tali da danneggiare gli ecosistemi tutelati e allontanare la frequentazione e l’economia legati al turismo lento.

Si può invece pensare di recuperare strutture presenti nella zona: il rifugio Genziana, il rifugio Perugia, l’albergo Canapine ed altri ancora. C’è già tanto da ricostruire nei paesi e non serve l’ennesimo scempio ambientale per realizzare l’ennesima volumetria in quota, destinata a restare chiusa per gran parte dell’anno.
Indirizzi del Cai coerenti con il punto 4 del Bidecalogo – TURISMO IN MONTAGNA che recita: il Cai privilegia e incentiva il turismo ecosostenibile, finalizzato prevalentemente alla “esplorazione” intesa come osservazione ed immersione nella natura in contatto con la cultura e le tradizioni locali, convinto che ciò costituisca un tangibile contributo alla conservazione dell’ambiente … inoltre … Il Cai ritiene che il turismo in montagna vada sostenuto con il miglior utilizzo dell’esistente ma, soprattutto, con un grande sforzo per la diversificazione dell’offerta mirata alle presenze lungo tutto l’arco dell’anno.

La segnalazione di associazioni locali ha coinvolto il Ministero dell’Ambiente. Il Cai sostiene l’intervento del Ministero che ha chiesto chiarimenti alla Regione Lazio per non aver ravvisato la necessità di una Valutazione d’Incidenza Ambientale in un sito sottoposto a tutela speciale. Con la voce del Ministro si auspica l’autorevole e risolutore interessamento da parte dei Presidenti dei Parchi nazionali dei Sibillini e del Gran Sasso e Monti della Laga.