Il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia

La Legge n. 221 del 2015, art. 67, prevede la redazione annuale del “Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia” da parte del Comitato per il Capitale Naturale (CCN), presieduto dal Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), e composto da 10 Ministri, dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), dalla Conferenza delle Regioni, 5 Istituti pubblici di Ricerca ed un gruppo di esperti della materia nominati dal Ministro dell’Ambiente (DPCM 18-04-2016 – Istituzione Comitato per il Capitale Naturale e DM 35/2019 – Nomina componenti del Comitato per il Capitale Naturale).

Il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale, giunto nel 2019 alla sua 3a edizione, ha il compito di evidenziare ai policy makers il fondamentale ruolo ricoperto dal Capitale Naturale italiano rispetto al sistema socio-economico del Paese, elaborando schemi concettuali, migliorando la conoscenza e affinando modelli di misurazione del Capitale Naturale e degli impatti delle politiche su esso.

I Rapporti vengono consegnati dal Ministro dell’Ambiente al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia, al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi sociali, economici e ambientali coerenti con l’annuale programmazione finanziaria e di bilancio. Grazie ad una sempre maggiore sinergia tra esperti della materia, centri di ricerca nazionali ed internazionali, e la pubblica amministrazione, da una edizione all’altra del Rapporto sono stati compiuti significativi progressi in termini di arricchimento dei fattori di analisi, miglioramento della valutazione biofisica degli ecosistemi, definizione di percorsi metodologici per l’attribuzione di una misurazione monetaria al flusso di Servizi Ecosistemici prodotti dal nostro Capitale Naturale.

Il Comitato per il Capitale Naturale ribadisce nel 3° Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale la necessità di rafforzare l’impegno affinché siano messe in atto le principali Raccomandazioni individuate nelle due prime edizioni del Rapporto, volte all’integrazione del Capitale Naturale nelle valutazioni e nei sistemi di monitoraggio delle politiche, nelle politiche economiche e nella pianificazione territoriale, con l’intento di assicurare un contributo significativo alla realizzazione degli obiettivi globali tracciati dall’Agenda 2030 per una crescita sostenibile che l’Italia deve continuare a perseguire per le generazioni presenti e future.

Questo è il testo diramato dal Ministero dell’Ambiente per presentare i risultati di questo terzo importante Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia (ovvero lo stock costituito dal totale degli ecosistemi, dal quale si generano servizi) che mette in luce i benefici di questo indispensabile bene (troppo spesso dimenticato) che per le sole risorse idriche, la prevenzione dalle alluvioni, l’impollinazione agricola e le attività ricreative determina un valore superiore a 240 miliardi di euro.

Dal Rapporto emerge la crescita delle zone boschive nelle aree interne: le foreste coprono un territorio di circa 11 milioni di ettari, più del 30% della superficie nazionale, dovuta però essenzialmente dall’abbandono delle zone montane e collinari.
La biodiversità – di cui l’Italia è particolarmente ricca – risulta sempre più a rischio, principalmente a causa del consumo di suolo, del cambiamento climatico, della scarsa attenzione nella cura della fertilità dei terreni.

Nel Rapporto (che consigliamo a tutti di analizzare con attenzione) viene trattato anche un tema particolarmente all’ordine del giorno degli studi del nostro Forum nazionale: la cultura del verde urbano e l’attenta codifica degli interventi di buona gestione e di correzione degli errori tecnici, come le potature tramite capitozzatura, le azioni non motivate da somma urgenza – tra cui gli abbattimenti effettuati durante la stagione di nidificazione dell’avifauna – o la rimozione non necessaria degli alberi di alto fusto, talvolta sostituti da alberi giovani, privi della facoltà di esprimere servizi paragonabili a quelli degli alberi grandi/maturi.

Non manca un suggerimento (alla Politica…) quanto mai gradito:dare dimensione normativa ad alcune delle indicazioni prioritarie contenute nelle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” del Comitato per il verde pubblico del Ministero dell’Ambiente, anche al fine di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e ridurre gli eventi di morbilità e mortalità dovuti all’inquinamento atmosferico con particolare riferimento al particolato atmosferico“.

Terzo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia 2019 (pdf, 11,902 MB)

Allegati tecnici (pdf, 2.947 MB)