di Paolo Pileri.
“Non sarà mai possibile cambiare rotta se non siamo disposti a riconoscere fino in fondo gli errori commessi. Solo ora, sfiniti ma in fondo un po’ più consapevoli di prima, possiamo accettare qualcuno che ci dice di cambiare”. L’appello del prof. Paolo Pileri.
Un Paese messo in ginocchio da un virus chiede aiuto a un gruppo di esperti. Mi pare un concetto che non fa una piega…
Convinto sostegno alle considerazioni di Paolo Pileri. Andrebbe valutata l’opportunità di organizzare( a parte da adesso con le attrezzature digitali), un dibattito pubblico rivolto a tutti i cittadini, sul nostro futuro.
Io ci sono.
Teniamo botta!
Luciano Vecchi
Reg. Emilia-Romagna
luciano.vecchi@regione.emilia-romagna.it
Naturalmente ci sono anch’io, occorre essere attivi, teniamoci informati!
Guido Barbero
cultura.bici@yahoo.com
Penso quant’è vero ciò che dice Pileri, e quanto sarà difficile iniziare a mettere le basi di un cambiamento dell’economia e di nuovi modelli di sviluppo. Come si potranno portare contributi per modificare i vecchi schemi organizzativi in tutti gli ambienti lavorativi e stili di vita e di consumo compatibili con la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana (alcuni programmi televisivi, come. Report, Atlantide de La7 fanno accapo are la pelle). Questo tempo claustrale mi auguro abbia fatto riflettere sul perche della pandemia.
L’articolo del prof. Pileri è bellissimo e spero riesca ad ottenere la massima diffusione possibile, innanzitutto.
Poi tanti esperti di questa “task force” andrebbero mandati a casa perchè da considerare obsoleti (oltre che incompetenti di questioni ambientali) in quanto figli di un sistema culturale-economico che deve essere profondamente rivisto.
Ma per ottenere ciò occorre molta più consapevolezza e cultura da parte di tutti noi, di tutti gli abitanti del mondo… ed allora avremo scienziati, politici e pure imprenditori che potranno ragionare e confrontarsi seguendo altri binari.
Ci vorrà ahimè parecchio tempo, forse decenni… vedo troppo qualunquismo e scetticismo in giro. Ho 68 anni ma noto che tante persone della mia (ancor giovane!) generazione e pur con una cultura di livello almeno medio sono insensibili e non si rendono conto della gravità. Io ho avuto la fortuna di laurearmi a 60 anni in una disciplina che si occupa di ambiente (venendo dal mondo del lavoro, da una grande azienda leader…) e devo dire che mi sono aperti gli occhi e ringrazio tanti docenti per questo.
Cerchiamo almeno di fare tutti noi la nostra piccola parte. Come possiamo, con impegno, con il cuore!
Guido Barbero