Scriviamo una storia diversa in provincia di Cremona: quale territorio immaginiamo per i prossimi trent’anni?

A cura di Dina Rosa e Maria Grazia Bonfante, referenti di Salviamo il Paesaggio Casalasco-Cremonese.

Questa è la domanda a cui dobbiamo rispondere per capire se e quali scelte politiche sono adeguate e coerenti con la conservazione delle risorse non rinnovabili come ad esempio il suolo. Al riguardo, nell’ultimo rapporto Ispra, la provincia di Cremona ha il secondo maggior incremento annuo in Lombardia. E’ inarrestabile l’approvazione di nuovi impianti a biogas/biomasse nella nostra provincia. Terreni agricoli fertili utilizzati per produrre energia, anziché cibo.
Così come numerosi sono quelli occupati da impianti fotovoltaici a terra, nuova edilizia abitativa speculativa, autodromo, nuove strade, impianti per colture idroponiche, nuovi spazi adibiti a deposito auto per la logistica (decine di migliaia, talmente tante che saranno destinate a rimanere lì come in un cimitero).

Al contempo sono alcune decine di migliaia le case vuote, numerose le aree industriali inoccupate, che imbruttiscono i luoghi in cui viviamo, onerose da mantenere, che eludono la loro funzione sociale: un inaccettabile faro sulle contraddizioni del nostro modello economico e sulle fragilità sociali diventate “di sistema”, che non hanno risposte.

Quali amministratori hanno il coraggio di risparmiare suolo nelle loro pianificazioni?
Oggi pensare solo di recuperare qualche edificio vuoto, è troppo poco; è divenuto auspicabile, per abbellire i nostri paesi, scegliere di demolire spazi fatiscenti per dotarsi di altre aree verdi, piuttosto che convivere con cattedrali nel deserto. Anche senza una legge nazionale sul consumo di suolo, le esperienze a cui ispirarsi ci sono, supportate da procedimenti amministrativi possibili e normati. Ridurre il consumo di suolo si deve, basta volerlo.

Anche a Casalmaggiore è in corso la Variante Generale del Piano di Governo del Territorio (PGT): i cittadini lo sanno? Sarebbe importante lo sapessero, perché il PGT, documento cosiddetto “del Sindaco”, permette di discutere, proporre, pianificare le scelte di futuro della propria città e, per legge, è richiesta la partecipazione dei cittadini.
Ci preoccupa ad esempio la scelta dell’amministrazione di realizzare un palazzetto dello sport da 1200 posti in un’area assolutamente non idonea, unica zona verde rimasta, vocata ad essere un parco per i bambini delle scuole, non un campo idrogeologicamente fragile da impermeabilizzare proprio a ridosso dell’argine maestro.

E che dire di un paesaggio, quello dell’argine e della bella chiesa di S. Maria, tanto caro ai casalaschi, che verrebbe stravolto?
Nel contesto di crisi attuale, un palazzetto dello sport di tali dimensioni è una priorità e risponde ai bisogni dei cittadini?
Le alterne vicende delle società sportive sono uno spaccato dell’incertezza che stiamo vivendo, ai nuovi bisogni non si possono dare risposte vecchie.

Allo stesso modo a quali bisogni risponde la realizzazione di un nuovo
insediamento commerciale nel polo Crocette dove già esiste un centro commerciale che stenta a sopravvivere e dove si creerebbe un ulteriore aumento di traffico e di inquinamento?
Quali criteri adotta l’amministrazione quando autorizza nuove costruzioni?
Quale futuro di paese viene portato avanti? E il parere dei cittadini ha qualche rilevanza?

In tutti i casi si cementifica e si costruisce su terreno vergine, permeabile, quello più fertile in assoluto del nostro Paese, e lo si perde per sempre.
Anche l’AIPO è consapevole delle gravi ripercussioni derivanti dal consumo di suolo per l’area intorno al Po. Per questo ha organizzato insieme col Ministero dell’Ambiente un convegno via web per il 28 settembre proprio su “Consumo di suolo e rischio alluvioni”.
Pensando alla quantità di acqua e di CO2 che un metro di terra assorbe e alla indispensabile funzione delle piante, di mitigazione dei fenomeni che l’aumento delle temperature comporta, sarebbe insensato non riconoscere il contesto che ci circonda, di cambiamento climatico e di piogge torrenziali, ormai frequenti.

Cementificare altri spazi nella città e intorno ad essa comporta sicuramente un notevole aumento del traffico, dell’inquinamento e del rumore, meno salute e benessere per i cittadini.
Aiutiamoci ad essere cittadini che sollecitano scelte politiche lungimiranti e di beneficio alla collettività.