A Paullo un progetto vuole eliminare un bosco per insediare un centro logistico

Situato ad appena 10 chilometri da Milano e al confine con la provincia di Lodi, Paullo è un tipico comune della grande area metropolitana cuore dell’economia nazionale. Pur essendo tra i 61 comuni del Parco Agricolo Sud Milano, la sua anima fortemente legata al lavoro nei campi ha subìto nel tempo una profonda mutazione e dagli anni sessanta ha progressivamente sostituito questa sua caratteristica rurale (in particolare incentrata sulla risicoltura e sull’allevamento del bestiame) con una forte urbanizzazione che non pare, purtroppo, avere ancora raggiunto il suo esaurimento.

E’, infatti, in corso un’ennesima prospettiva che vede la netta reazione della cittadinanza locale: un nuovo comparto logistico che andrebbe a inserirsi sull’importante fascia di verde che si interpone tra l’abitato di via Mazzarello e la nuova Paullese, andando ad interrompere un’esistente “cintura” verde che protegge attualmente l’area residenziale a Nord dell’abitato. Un progetto, dunque, che rischia di creare enormi disagi agli abitanti del quartiere, un evidente danno al paesaggio e al prezioso suolo della pianura locale, che produrrebbe traffico aggiuntivo dovuto all’incremento degli autotrasporti e conseguentemente usura nelle infrastrutture, intasamento delle strade, aumento dei rischi da incidenti automobilistici e, ovviamente, maggior inquinamento acustico e dell’aria in una zona già pesantemente colpita.

Nelle aree comprese fra via Mazzarello e la Paullese si è formato nel tempo un vero e proprio bosco, con parecchie centinaia di alberi di diverse specie; un’autentica barriera verde che maschera il traffico sulla grande arteria viabilistica e costituisce un’oasi per la fauna: un polmone prezioso per la città e un contributo al contrasto al cambiamento climatico che, sorprendentemente, non viene neppure menzionato nella valutazione ambientale.

Inoltre, risulta evidente a tutti che l’asse viabilistico di viale Mazzarello non possa essere sufficiente a considerare la zona come ambito esterno al tessuto residenziale consolidato, tanto che il PGT vigente prevede un unico ambito lungo la via “a destinazione terziaria da attuare” e non un frazionamento in diversi piani attuativi, situazione prevista solo previa presentazione da parte degli attuatori di un piano guida di inquadramento di tutto l’ambito, da sottoporre all’esame della Commissione del Paesaggio.

Eppure l’amministrazione comunale non pare scalfita da queste elementari rilevazioni, che sono state anche oggetto di puntuali documenti di “osservazioni” presentati da alcuni cittadini di Paullo e dall’Osservatorio permanente contro il consumo di suolo e la tutela del paesaggio, che vede riuniti Italia Nostra, Legambiente, WWF, Slow Food, DESR, Libera, Amici di Carlotta, Comitato Tilt Vizzolo, Greensando, Comitato Stop alla logistica Sordio-San Zenone, Vivai ProNatura e Associazione per il Parco Sud Milano.

E pare sempre più imbarazzante anche la presenza nell’ostinata amministrazione dell’assessore all’ambiente e all’ecologia Alessandro Meazza, già Presidente del Circolo Arcobaleno Legambiente del Sud Est Milano, dal quale ci si sarebbe aspettati una posizione contraria al progetto e a sostegno delle conclamate richieste di fermare il consumo di suolo e di operare per contrastare l’inquinamento.

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a uno dei tanti progetti che in tutta Italia tentano di insediare “hub” o “poli” legati alla logistica, grandi magazzini di raccolta, gestione e distribuzione di merci che sempre più circolano anche sotto la spinta del commercio elettronico.
Un “traffico” in crescita che pone alcuni interrogativi sull‘autentico prezzo di tutte le merci e che un recente studio tedesco pubblicato su Nature mette a nudo indicando, oltre al prezzo che siamo soliti conoscere e corrispondere all’atto di un acquisto, anche le cosiddette “esternalità negative”. Ovvero i costi scaricati sulle spalle dei cittadini da chi produce un determinato bene o servizio in termini di costi ambientali da imputare alle attività aziendali ma che, di fatto, sono proprio i cittadini a pagare sotto forma di spese sanitarie, emissioni climalteranti e inquinamento.

Un tema ormai nevralgico, che la Politica dovrà prendere in considerazione con estrema urgenza…

2 commenti

  1. Io sottoscritta Concetta Pepe residente a Paullo in viale Santa Maria Domenica Mazzarello al n. 6/A
    La scrivente Non sono assolutamente favorevole ad accettare a distanza di 100 metri dove io abito un nuovo polo logistico in un contesto dove è abitato e dove c’è anche una scuola elementare e media.

  2. Possiamo sicuramente fare a meno di un nuovo polo logistico, che oltre ai danni ambientali non crea altro. Soprattutto non crea assolutamente posti di lavoro, come già si è potuto vedere con la Number one. Questo insediamento sarebbe quindi solo un vero disastro!

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