Legge per l’arresto del consumo di suolo: tra paure e repulsioni

di Alessandro Mortarino.

Le nostre caselle di posta elettronica ospitano, ogni giorno, messaggi di tanti nostri aderenti che ci domandano con apprensione: «a che punto è l’iter della nostra bella proposta di legge? Riusciremo a vederla approvata?».
Sono domande che dimostrano sentimenti positivi e che, ogni giorno, ci provocano un profondo malessere perché a fronte di tante aspettative sappiamo – purtroppo – che ancora una volta l’impegno propositivo dei cittadini non corrisponde ai tempi e, soprattutto, alle volontà dell’odierna nostra Politica nazionale.

Non ci vogliamo nascondere: la nostra bella legge è impantanata in uno stagno. E l’acqua è così ferma che la vita al suo interno si è rarefatta al punto da apparire come azzerata. Uno stagno senza vita.

Lo si evince annotando che l’ultima trattazione in Senato, nelle Commissioni congiunte Ambiente ed Agricoltura, risale ad un comitato ristretto del marzo 2020: più di un anno fa.
Dopo quasi un centinaio di audizioni, dopo infiniti dibattiti e discussioni, l’iter si è bloccato e a nulla sono serviti i ripetuti richiami del nostro Forum, delle oltre mille organizzazioni aderenti, delle decine di migliaia di persone che hanno sostenuto il nostro lavoro in questi quasi 10 anni di impegno.

Tutto fermo. Una legge che fa paura.
E la paura, ci ricordano i vocabolari, significa “uno stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo“.
Nel nostro caso, il pericolo è arrestare il consumo di suolo e recuperare tutto l’enorme patrimonio esistente di edifici costruiti ma inutilizzati.

Paura?
Pericolo?

A noi continua ad apparire come una gigantesca (ed unica) opportunità per rilanciare la tanto agognata economia nella quale anche il comparto edile possa trovare la sua razionale ed opportuna collocazione!

Ma l’iter parlamentare si è interrotto. E le ultime novità ci fanno capire che lo stallo rischia di non essere solo un fenomeno temporaneo ma una scelta politica anacronistica.
Perché in questo ultimo anno sono accaduti altri fatti. Il primo è la presidenza della commissione Agricoltura del Senato in mano a un esponente della Lega che ha, di fatto, stoppato il procedere dell’iter del nostro DDL.

Il secondo è l’avvio di un altro DDL piuttosto complesso dedicato alla Rigenerazione Urbana, che riunisce sei “variegati” testi di legge:

(1131) Misure per la rigenerazione urbana (FERRAZZI ed altri);

(970) Disposizioni in materia di tutela dei centri storici, dei nuclei e dei complessi edilizi storici (Michela MONTEVECCHI ed altri);

(985) Misure per la tutela e la valorizzazione delle mura di cinta storiche e relative fortificazioni e torri, dei borghi e dei centri storici (Nadia GINETTI ed altri);

(1302) Modificazioni alla legge 6 ottobre 2017, n. 158, in materia di sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni e di riqualificazione e recupero dei centri storici dei medesimi comuni (Luisa ANGRISANI ed altri);

(1943) Misure e strumenti per la rigenerazione urbana (Paola NUGNES);

(1981) Norme per la rigenerazione urbana (BRIZIARELLI ed altri).

Lo scorso 7 aprile il testo unificato ha proseguito il suo iter di esame tra le critiche del centro-destra desiderose di aggiungervi alcuni orpelli devastanti (semplificazioni nella burocrazia e nei controlli, maggiori poteri ai Comuni, densificazioni, aumenti delle altezze degli edifici…) e allungamento dei tempi della scadenza per la presentazione di emendamenti, che indica con assoluta evidenza come anche questo DDL troverà strade sbarrate e trincee.

Il 28 ottobre dello scorso anno, inoltre, è stato presentato il DDL Disposizioni per l’arresto del consumo di suolo agricolo e delega al Governo per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di governo del territorio e contrasto al consumo di suolo agricolo” dalla senatrice Elena Fattori, che riprende abbondantemente il nostro testo di legge escludendone però tutta la parte connessa al riuso e finalizzando l’arresto del solo consumo di suolo agricolo.

Il dibattito, dunque, pare ora essersi spostato su questi due DDL. La nostra legge si è sdoppiata in due tronconi. Ed è, a nostro parere, un grave errore: la nostra proposta normativa univa i due elementi basilari (consumo di suolo e rigenerazione/riuso) in un solo testo. Ora ne troviamo due: uno molto complesso (perchè vuole occuparsi in un sol colpo di temi troppo slegati tra loro) e l’altro finalizzato al solo suolo agricolo e non al suolo libero e a tutto il suolo libero.

Un errore politico, lo ribadiamo, che darà chance a gogò a quanti non vogliono una legge che arresti il consumo di suolo e orienti davvero al recupero dell’esistente (e non osano dirlo, ma si trincerano dietro ad azioni nell’ombra).
Una legge che sarebbe essenziale trovasse posto all’interno del PNRR, come primario tema da finanziare in perfetto accordo con le strategie del Next Generation EU.

Invece paure e repulsioni.

Prepariamoci a una fase di mobilitazioni, il tempo stringe e la nostra pazienza si è ormai esaurita…

Un commento

  1. E’ davvero difficile esprimere valutazioni moderate su un parlamento che corre dietro alla crescita comunque e qualunque, pur di non affrontare e iniziare a risolvere i veri problemi del nostro paese. Ora con la pandemia che imperversa ancora peggio, ci tocca continuare a bersagliare chi ci “governa”, di messaggi, azioni sempre più pressanti e coinvolgere quanti più cittadini possibile; non bastano gli esperti, meglio puntare su azioni di massa;: io per quanto mi riguarda, nel mio piccolo faccio il possibile ovviamente per far rientrare tali argomenti nel partito politico in cui milito; grazie a voi per il vostro impegno.

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