Prosegue il consumo di suolo in Veneto; a Mogliano a rischio anche i Beni Comuni

Una lettera di Paolo Favaro (Comitato a difesa delle ex cave di Marocco, Salviamo il Paesaggio Mogliano Veneto) al Sindaco di Mogliano Veneto (Treviso).

Egregio Sig. Sindaco, avrà saputo dei dati ISPRA 2020 relativi alla nostra provincia in merito al consumo di suolo.
Sono dati rattristanti, tutto continua come prima, il fatto che il suolo ancora libero da strutture ed edifici, in particolare il suolo agricolo, è il maggior depositario della CO2 causa dei nostri mali, sembra sia sconosciuto ai nostri legislatori nazionali e regionali.

La nostra campagna continua a veder sorgere nuovi edifici, non in sostituzione di precedenti, ma spesso affiancati ai già esistenti o addirittura isolati, cioè costruiti ex novo.

La Legge nazionale sul consumo di suolo è sempre al palo, quella regionale ha talmente tante deroghe che i quattro anni dalla sua approvazione ne dimostrano l’inefficacia.

A questo triste dato di fatto si unisce la notizia apparsa sui quotidiani locali della decisione di Regione Veneto di vendere a privati l’azienda Diana di Veneto Agricoltura.

Addio bosco Nicolas, addio progetto di allargamento dell’area, addio progetto per una nuova viticoltura, addio passeggiata che dalla riva sinistra dello Zero porta al Poian e da cui, tornando su riva destra, si passa di fianco alle cave di Gaggio.

Ora l’ennesima struttura privata farà godere questi beni comuni ai soliti pochi “happy few”.

In foto: l’Azienda Pilota e Dimostrativa Diana a Mogliano Veneto

Siamo scandalizzati da come venga ignorato il bene comune in una regione come la nostra che tanto bisogno avrebbe di aree pubbliche verdi da destinare alla godibilità di tutti e all’educazione naturalistica.

Da ultimo le segnalo la nostra preoccupazione in merito a un bene storico-architettonico come quello di Villa Bianchi-Kunkler lasciato all’abbandono e destinato a diventare un ulteriore esempio di come non si riesca a salvaguardare un patrimonio come quello delle Ville Venete di cui tanto ci si fa vanto. In questo caso i principali responsabili sono i privati.
Sarebbe importante un suo intervento presso la Soprintendenza.

Per chiudere speriamo che lei, col suo ruolo nel Consorzio Acque Risorgive, possa esporre alla Regione le rimostranze a nome dei cittadini moglianesi per la prevista perdita di un bene come l’Azienda Diana che da anni, oltre alla sperimentazione di pratiche agricole funzionali alla difesa dell’ambiente, svolge preziosa attività didattica spesso in collaborazione col Consorzio di bonifica.

Speriamo che almeno su alcuni aspetti di questo nostro grido d’allarme lei ne condivida i contenuti e si attivi per far capire ai decisori regionali che non tutto può essere ritenuto monetizzabile, in specie quando si tratta di beni ambientali.