Sentenza storica sul Centro Commerciale di Due Carrare

Il Consiglio di Stato ha decretato la piena legittimità del vincolo paesaggistico intorno al Catajo: non si farà dunque nessun centro commerciale nell’area di proprietà della fallita ditta Deda.

A cura del Comitato La nostra Terra – Comitato popolare “lasciateci respirare”.

Una grande vittoria dello Stato e del territorio.
Lo Stato che ha fatto valere le sue prerogative in base all’articolo 9 della Costituzione, ma anche il Piano Ambientale dei Colli euganei che già nel 1998, come significativamente ricordato nella sentenza, prescriveva la conservazione del cono visivo del Catajo da est, una prescrizione di fatto ignorata da chi, attraverso un accordo pubblico-privato, voleva far sorgere il più grande centro commerciale della Provincia di Padova in un’area di pregio già sancito.

Avremo tempo per toglierci tanti sassolini dalle scarpe, questo è il momento dei festeggiamenti e dei ringraziamenti alle migliaia di cittadini, alle associazioni e ai comitati del territorio, ai sindaci dei comuni limitrofi e ai molti esponenti del mondo della politica locale e nazionale che, soprattutto negli ultimi quattro anni, si sono spesi per opporsi a un progetto anacronistico e predatorio.

Un grazie doveroso innanzitutto al Ministero dei Beni Culturali e alla Soprintendenza di Padova, in particolare all’arch. Alberti che tante energie ha dedicato a questa causa e che purtroppo non può festeggiare questo risultato. Un grazie all’Avvocatura dello Stato e, ci sia consentito, al legale Davide Furlan che ha curato con estrema professionalità l’intervento in ricorso sia al Tar che al Consiglio di Stato per conto dei nostri comitati, insieme ad altre sette importanti realtà del territorio: Italia Nostra, Legambiente, Castello del Catajo, Ascom, Confesercenti, Confagricoltura e Cia.

Un ringraziamento doveroso all’ex onorevole Giulia Narduolo, a Silvia Benedetti e al senatore Giovanni Endrizzi che tramite interrogazioni parlamentari hanno portato il caso all’attenzione del Ministro Dario Franceschini. Cui aggiungiamo l’on. Alessandro Zan, i Consiglieri regionali Arturo Lorenzoni ed Elena Ostanel per il loro esplicito sostegno.

Insieme abbiamo messo in campo tante energie, tempo, mezzi, ma ne è valsa la pena.

Speriamo che questo risultato stimoli ora la Regione Veneto a varare il tanto atteso Piano paesaggistico di cui siamo ancora privi e che potrebbe salvare, ex ante, tante altre situazioni e mettere fine al triste fenomeno delle Ville accerchiate dal cemento (basterebbe osservare quanto sta purtroppo avvenendo attorno alla vicina villa Mocenigo ad Abano T.).

Ci auguriamo che il principio sancito dalle sentenze, del Tar prima e ora del Consiglio di Stato, che un bene collettivo (in questo caso il Paesaggio) vada salvaguardato di fronte a delle minacce incombenti, sia applicato anche ad altri ambiti di tutela, come la salute, l’ambiente, la cultura, la sostenibilità, l’integrità del suolo. Non ci facciamo illusioni, ma questa sentenza, che fa già storia, avrà il suo peso nella giurisprudenza futura. E Dio solo sa quanto il Veneto ne ha bisogno.

2 commenti

  1. Quante energie di associazioni, cittadini, e istituzioni spese per salvare singoli pezzi del territorio dal mostro della cementificazione che continua ogni anno divorare lo spazio vitale per la collettività e l’Ambiente in senso ampio; una risorsa così preziosa che non DEVE più essere ritenuta disponibile allo sfruttamento che va deteriorare il benessere delle persone e la salubrità dell’ecosistema.
    I riscontri famelici del divoramento sono ben evidenti nel rapporto ISPRA.
    Veneto: 11,87% del suolo consumato, il valore più alto dopo la Lombardia. E, a livello di provincia, proprio Padova, ha una delle percentuali più alte, ben 19% , per non dire del capoluogo Padova, addirittura al 49,6% !

  2. Quante energie di associazioni, cittadini, e istituzioni spese per salvare singoli pezzi del territorio dal mostro della cementificazione che continua ogni anno divorare lo spazio vitale per la collettività e l’Ambiente in senso ampio; una risorsa così preziosa che non DEVE più essere ritenuta disponibile allo sfruttamento che va deteriorare il benessere delle persone e la salubrità dell’ecosistema.
    I riscontri famelici del divoramento sono ben evidenti nel rapporto ISPRA.
    Veneto: 11,87% del suolo consumato, il valore più alto dopo la Lombardia. E, a livello di provincia, proprio Padova, ha una delle percentuali più alte, ben 19% , per non dire del capoluogo Padova, addirittura al 49,6% !

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