I media italiani hanno dato ampio risalto alle elezioni tedesche per il rinnovo del Bundestag tenutesi lo scorso 26 settembre.
Meno spazio (poco più di qualche riga…) hanno invece dato al contemporaneo appuntamento alle urne nella città di Berlino per un referendum consultivo che proponeva la possibilità di acquisire alla proprietà pubblica (con indennizzi inferiori al prezzo di mercato) oltre 240 mila abitazioni attualmente sfitte e/o inutilizzate di proprietà di grandi realtà immobiliari (cioè proprietarie di più di 3 mila alloggi).
Nonostante la serrata campagna elettorale di tutti gli “attori” del comparto edile (e finanziario), il referendum si è concluso con la schiacciante vittoria dei favorevoli all’esproprio: più del 56% degli 1,7 milioni di votanti.
Un tema importante, a cui avevamo dato evidenza sia sul nostro sito nazionale e sia attraverso le colonne di Altreconomia.
Dopo il voto Altreconomia ha intervistato un attivista del comitato berlinese “Espropriare Deutsche Wohnen”, che racconta come l’iniziativa referendaria possa ispirare anche gli abitanti di altre città tedesche o – perchè no?… – di altre nazioni, ma svela anche alcuni ingredienti della ricetta operativa che ha trasformato una provocazione apparentemente utopistica in un risultato pienamente raggiunto.
Potete leggere l’intervista qui.