Climate Social Camp: a Torino dal 26 al 28 luglio, per fermare il cemento e difendere l’acqua

di Maria Cariota

Dopo l’evento molto partecipato che si è svolto l’estate scorsa al Parco della Colletta, il Climate Social Camp quest’anno torna a Torino, dal 26 al 28 luglio, al Giardino Caserma Lamarmora (ex Artiglieri da Montagna).

Fermare il cemento, difendere l’acqua è il titolo di questa edizione, con cui gli organizzatori intendono creare un’occasione per confrontarsi sulle sfide impegnative legate al clima e alla giustizia sociale e unire le energie di lotte diverse per “produrre la potenza e l’organizzazione necessaria a creare prospettive, alternative vive e praticabili” che riescano a contrastare il sistema di potere, sfruttamento e accaparramento di risorse e di forza lavoro che domina la società. Cercando di connettere le problematiche locali dell’acqua e del cemento alle questioni globali ed evidenziando le conseguenze della gestione delle risorse in termini di conflitti e di crisi economica, sociale ed ecologica.

La rete di realtà cittadine (di Torino e provincia) Climate Social Camp che organizza l’evento, attraverso un tour di presentazione in tutta Italia, ha invitato molti comitati e movimenti (tra cui anche lotte piccole e isolate) che sono attivi per la difesa dei propri territori e delle risorse naturali, con l’obiettivo di creare un’occasione di confronto tra esperienze e condivisione di metodi e strategie.

L’evento si svolgerà in un Giardino destinato ad essere distrutto per costruire un centro commerciale

L’iniziativa vuole essere allo stesso tempo strumento concreto di resistenza e difesa del luogo in cui si svolgerà, scelto in quanto simbolo della speculazione edilizia, che a Torino, da molti anni, è il centro delle politiche di gestione del territorio. Il Giardino Caserma Lamarmora (ex Artiglieri da Montagna, davanti al Tribunale), in piena terra, con più di cento alberi ad alto fusto, dovrebbe essere presto distrutto per realizzare un enorme Esselunga; il Comune, in un quartiere quasi privo di aree verdi, ha alienato il parco pubblico al gruppo della grande distribuzione, ricavando circa 19 milioni di euro. Da molto tempo la cittadinanza, attraverso il comitato Essenon e la Laboratoria Ecologista Autogestita LEA sta cercando di contrastare il progetto, senza riuscire ad essere ascoltata.

Campeggio, dibattiti, workshop e socialità

Il Climate Social Camp sarà una tre giorni di campeggio, con dibattiti, workshop, socialità.

Mercoledì 26 luglio i tavoli di lavoro saranno due. Il primo (“Un panorama che cambia tra militarizzazione e trasformazione energetica. Come non stare a guardare?), sarà dedicato ad approfondire il modo in cui i nostri territori continuano a cambiare, vedendo sorgere sia basi militari sia opere spesso realizzate in nome di una finta transizione energetica (come rigassificatori, dighe). Mentre il secondo tavolo (“Cemento: motore di devastazione e dominio. Quali prospettive di resistenza?”), dedicato agli effetti devastanti della cementificazione sulla popolazione e gli ecosistemi e all’insostenibilità dell’abitare in città sempre più distanti dalla natura, è finalizzato ad articolare una proposta di azione ed organizzazione tra comitati e movimenti che si oppongono a queste logiche.

Giovedì 27 luglio inizierà con il tavolo di lavoro dal titolo “Il continuo cadere della goccia scava la pietra. Una contesa sull’acqua per guadagnarci il diritto alla vita”, che si soffermerà sulla gestione delle risorse idriche, le cause della siccità, la distribuzione ineguale di queste a livello regionale e globale e le conseguenze che ne derivano per la salute delle popolazioni, l’agricoltura e l’ambiente. Tra questi aspetti particolare rilievo ha la privatizzazione delle società che si occupano dell’approvvigionamento idrico urbano, che ha provocato una gestione inadeguata del sistema di distribuzione e raccolta delle acque, facendo prevalere il profitto degli investitori sul diritto all’acqua per tutte le persone. Il secondo appuntamento sarà un talk (“Voci dal mondo. Rami che diventano foreste. Gocce che diventano tempeste”) che vuole indagare le proposte organizzative praticate da differenti movimenti rivoluzionari, sociali ed ecologisti nel mondo, in particolare sul tema della siccità e del consumo di suolo. Racconteranno le loro esperienze: La Carovana El sur resiste dal Chiapas, l’Accademia per la Modernità Democratica del Movimento di liberazione del Kurdistan, la brigata internazionalista di Askapena e il movimento Araba Bizirik dai Paesi Baschi, Soulevaments de la terre dalla Francia, Stop cop city di Atlanta, USA.

Venerdì 28 luglio si svolgerà l’Assemblea Plenaria, che chiuderà i lavori dei Tavoli che si sono svolti nei giorni precedenti, cercando di capire qual è la strada comune che le varie realtà che parteciperanno vorranno tracciare. L’Assemblea sarà seguita da un laboratorio (“Intelligenza artificiale, settore industriale ad alta tecnologia e estrattivismo. L’impatto ambientale delle nuove tecnologie”) in cui si analizzerà il lato oscuro dell’AI e delle nuove tecnologie, al servizio del modello estrattivista e causa di pesanti impatti sulle risorse naturali e sulle condizioni di lavoro.

Sul sito e sui canali social del Climate Social Camp è possibile consultare il programma aggiornato, compilare il form per poter partecipare e conoscere i dettagli dell’organizzazione.

Il campeggio sarà gratuito. Qui è possibile donare un contributo per la sua gestione.

Per seguire il Climate Social Camp sui social:

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Campeggio del Climate Social Camp 2022 – ph Fridays For Future Torino
Uno dei momenti di dibattito al Climate Social Camp 2022- ph Fridays For Future Torino