Il fiume Melma chiede aiuto

 

Il fiume Melma, sito in provincia di Treviso, nasce da risorgive in località Lancenigo di Villorba e si getta nel fiume Sile dopo aver attraversato il centro della località di Silea, che fino al 1935 si chiamava proprio Melma  in corrispondenza della presenza dello stesso corso d’acqua. Il nome “Melma” è di antica etimologia longobarda (melm) e può essere tradotto come “terreno sabbioso”.

Di recente il fiume è salito alle cronache locali per i frequenti fenomeni alluvionali a cui è soggetto,  dovuti sia all’incuria del letto del fiume e la sua mancata manutenzione, sia perché l’eccessiva cementificazione del territorio ha favorito la tracimazione delle sue acque.

Il quotidiano locale “La Tribuna” già in data 08 novembre 2011 in seguito all’ennesima tracimazione, lanciava un allarme al riguardo:

Che cosa non  funziona nel sistema della sicurezza idraulica dei fiumi di risorgiva che alimentano il Sile?…Il primo fattore di eccezionalità ha riguardato la quantità di pioggia caduta nel breve spazio di pochi chilometri quadrati: il triplo del normale. Il secondo fattore è la presenza, nel sistema di risorgiva a nord della città, di una falda praticamente di superficie. Il terzo fattore è legato alla forte urbanizzazione in prossimità dei fiumi, con costruzioni anche nuove costruite a pochi metri dall’argine e molto spesso a raso sul piano campagna. Almeno un paio di «gialli» è però scoppiato in queste ore. La presenza di un sistema di chiuse non sorvegliate che potrebbe essere stato attivato solo nella tarda mattinata, a precipitazioni ormai copiose. E l’accusa di una scarsa manutenzione dell’alveo del Melma da parte dell’ente gestore, il Consorzio di bonifica Piave.

In seguito a questo accadimento, come ci fa notare il sito silealab,  l’Amministrazione Comunale di Silea ha avviato la stesura del Piano di Assetto del Territorio, prendendo atto con D.G.C. n. 92 del 16 settembre 2011, del Documento Preliminare e del Rapporto Ambientale Preliminare. Tali documenti contengono gli obiettivi generali che s’intendono perseguire con il Piano di Assetto del Territorio e le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio. Al fine di assicurare il confronto e la concertazione con gli altri Enti Pubblici Territoriali, con le altre Amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti, nonché il confronto con le associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi, con i gestori di servizi pubblici e di uso pubblico. L’Amministrazione ha avviato alcuni incontri tematici nei quali raccogliere gli eventuali contributi utili alla definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche del nuovo Piano di Assetto del Territorio.

Da qui è nato il progetto-laboratorio per il paesaggio Silealab, che ha tra i suoi obiettivi, portare alla realizzazione di nuovo itinerario intercomunale lungo il fiume Melma.

Il percorso ciclo pedonale vuole permettere la visitazione di un territorio storico e naturalistico di pregio, che si sviluppa dalle risorgive delle Fontane Bianche a Villorba (Sito di Interesse Comunitario), scende a Carbonera lambendo le Ville venete (Passi, Avogadri), la tenuta Bianchini, sino agli edifici Pubblici del Centro di Silea, poi alla Chiari & Forti e alla Foce nel Fiume Sile (Parco Regionale). Il Comune di Silea ha sviluppato a sostegno uno studio idrologico approfondito sullo stato del Fiume Melma, condotto dagli Ingegneri Pattaro e Perusini. Lo studio ha restituito una modellazione idrologica e idrodinamica dei fiumi Melma e Nerbon, rilevando la pericolosità idraulica e proponendo ipotesi di riqualificazione ambientale a diminuzione del rischio di esondazione. Lo studio ha anche identificato gli scarichi autorizzati lungo i fiumi Melma e Nerbon, indagando sulla presenza di occlusioni fisiche presenti lungo gli argini (recinzioni, manufatti e costruzioni). Infine, vista la necessità di coinvolgere la popolazione e le istituzioni sulla tutela dei corsi d’acqua, sulla loro manutenzione, ed in generale sul rispetto di tutti del patrimonio pubblico, lo studio ha introdotto l’istituzione di un Contratto di Fiume dei fiumi Melma e Nerbon.

Recenti notizie risalenti allo scorso settembre ci portano all’attenzione la richiesta da parte del Sindaco di Silea, Silvano Piazza, di cedere la gestione del sistema idrico delle chiuse al Comune, attualmente di proprietà della società “Antica Pia Acqua marcia” riconducibile all’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone. Il quotidiano on-line Treviso Today riportava che preoccupato per lo stato in cui versa il sistema idrico dell’area ex “Chiari&Forti” e per prevenire allagamenti come quelli di novembre 2011, il sindaco di Silea, Silvano Piazza, ha dato un ultimatum alla società “Acqua Pia Antica Marcia”…L’assenza di interventi, spiega il comune di Silea, è riconducibile per altro non solo alla crisi finanziaria e del mercato immobiliare, ma anche alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il presidente di “Acqua Pia Antica Marcia”, in custodia cautelare nel carcere di Imperia. Oltre che dal pericolo di allagamenti, Piazza è preoccupato anche dagli atti vandalici: nelle scorse settimane nell’area sono già stati registrati episodi di furti di conduttori di rame, anche dei cavi che regolano le chiuse. Per questo il primo cittadino di Silea, in un incontro urgente convocato oggi con i responsabili del Genio Civile di Treviso e della proprietà dell’area, ha chiesto a Bellavista Caltagirone di cedere la gestione del Melma al Comune entro 30 giorni... In assenza di interventi urgenti di ripristino e manutenzione, dato l’avvicinarsi della stagione più piovosa dell’anno – ha dichiarato Piazza – trascorsi trenta giorni dalla data di oggi chiederò al Genio Civile di imporre a Caltagirone di consegnare il corso d’acqua al Comune. Altrimenti, in caso di  eventi alluvionali come quelli dell’autunno 2011 – ha concluso – il Comune si costituirà parte civile per i danni patiti dal territorio e dai cittadini”.

L’ex stabilimento Chiari e Forti a Silea

Tuttavia, le ultime notizie non sono incoraggianti in quanto L’Eurogroup, la società che se ne occupava per conto di Silea Parco ( che a sua volta è diretta emanazione di Acqua Marcia), ha deciso disfarsi dell’incarico e, a quanto ne sanno Comune e Genio Civile, non è stata sostituita da nessuno. Se ora ci fosse un nubifragio, non ci sarebbero nemmeno le chiavi per aprire completamente il canale di derivazione del Melma. «Silea Parco sappia che se succederà qualcosa noi gli faremo causa e chiederemo i danni» è l’attacco del sindaco di Silea Silvano Piazza. La preoccupazione è che si ripeta quello che successe lo scorso anno in questo periodo, quando bastò un nubifragio per allagare il centro di Silea. Parte delle responsabilità, secondo alcuni, furono riconducibili proprio all’apertura tardiva delle chiuse sul Melma. Poco più di un mese fa Silea Parco, rappresentata dall’architetto Michele Rizzon, il sindaco di Silea e il Genio civile si erano già incontrati per risolvere la questione. E anche quella volta dal Comune partì un ultimatum: un mese per pulire il canale. Ma nulla è stato fatto e ora l’area è abbandonata. Il Comune di Silea si era detto anche disponibile a prendere in gestione le chiuse e assumersene la responsabilità. Ma dalla Silea Parco non è arrivata alcuna risposta. (fonte La Tribuna)

Fenomeno alluvionale del fiume Melma in località Silea

Le abbondanti pioggie di questi giorni stanno risvegliando l’incubo delle esondazioni che porterebbero gravi disagi alle popolazioni interessate. L’auspicio è che presto si trovi una soluzione per la manutenzione e la gestione idrica di un fiume che chiede aiuto.