Le osservazioni di Legambiente alla variante per il Porto di Marciana Marina

Lettera aperta di Legambiente Toscana al Sindaco di Marciana Marina, al Presidente della Regione Toscana e al Presidente della Provincia di Livorno, riguardante il nuovo piano di sviluppo per il porto di Marciana Marina: all’indomani del varo della Variante al Piano Strutturale per la riqualificazione del Porto Turistico di Marciana Marina, le perplessità sono forti.

Aspetti generali

Secondo quanto scritto dalla Direzione Generale delle Politiche Territoriali ed Ambientali della Regione Toscana “Il dimensionamento del nuovo assetto portuale è individuato, per quanto riguarda la capacità ricettiva massima, in 587 posti barca, comprensivi dei posti eventualmente previsti per la flotta peschereccia locale e quelli riservati alle imbarcazioni in transito” e “L’incremento previsto è di 81 posti barca rispetto ai 526 ormeggi attuali e di 275 posti barca rispetto ai 312 rilevati nel Piano conoscitivo del Mastrerplan” (2005).

In realtà già attualmente i posti barca in piena stagione turistica sono (o forse è meglio dire erano) molti di più e il Piano del Porto è ritenuto anche da Legambiente necessario per mettere fine ad un caos gestionale e normativo che ha caratterizzato il Porto di Marciana Marina. Però la soluzione proposta “sana” una situazione sfuggita da tempo politicamente di mano e che ha reso nei fatti obsoleta la previsione di un approdo turistico da 350 posti barca previsto dal vecchio Piano dei porti e degli approdi turistici della Regione Toscana. Non aver affrontato per tempo questa situazione, caratterizzata, soprattutto negli ultimi anni da una diffusa opacità, ha portato alla presentazione di un progetto che tutto può essere definito meno che un porto “verde” e leggero, ma che si caratterizza per un’evidente congestione dell’area portuale e che fa temere uno snaturamento ed una privatizzazione di un bene comune della comunità locale. L’impressione che si trae da quanto proposto è quella di essere non davanti ad un “Porto al servizio del Paese” ma ad un “Paese al sevizio del Porto”. L’intesa preliminare sull’accordo di Pianificazione per la Variante al Piano Strutturale per la riqualificazione del Porto Turistico del Comune di Marciana Marina si inserisce in un quadro urbanistico che è eufemistico definire confuso e il rischio di una “sanatoria” di procedimenti che appaiono in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti appare evidente.

Percorso partecipativo

Nonostante l’Amministrazione Comunale vanti un esteso coinvolgimento di cittadini e associazioni, Legambiente è stata sentita una sola volta, durante l’iniziativa “Il Porto in Piazza”, in un tavolo nel quale erano presenti decine di soggetti e di fronte a 4 ipotesi progettuali confuse. Quindi, non solo non è stato possibile discutere di una concreta ipotesi progettuale, ma la partecipazione si è limitata ad un intervento di pochi minuti a testa delle diverse associazioni e portatori di interessi che hanno praticamente espresso tutti perplessità e contrarietà che non si ritrovano nel Piano proposto. L’unica cartografia parziale sulle ipotesi di risistemazione del porto, ristretta esclusivamente l’area portuale, la si trova a pagina 52 della sintesi non tecnica della VAS e le osservazioni faranno quindi forzatamente riferimento a quell’ipotesi. Ma è evidente che al singolo cittadino o all’associazione meno esperta ed interessata in materia ambientale non sono stati forniti gli elementi di sintesi per poter esprimere un parere informato.

Prateria di Posidonia oceanica

Questa specie prioritaria dell’Unione europea (Direttiva Habitat) non solo non viene tutelata ma subirà un ulteriore degrado e viene esposta a notevoli rischi. Lo stesso discorso vale per gli esemplari di Pinna nobilis superstiti. Il nuovo molo sopraflutto che si spinge in diagonale verso sud sull’attuale punta della diga foranea, interessa due banchi di prateria rada e molto rada e l’intenzione di realizzarlo su palificata non comporterà sicuramente un minor impatto sull’Habitat, visto che i lavori di escavo per realizzare la stessa palificata comporteranno un forte impatto e le turbolenze che si creeranno intorno ai pali impediranno una qualsiasi ricrescita delle piante e acuiranno il degrado. Inoltre ben 3 moli ancorati alla diga foranea e il punto di ormeggio più a ridosso del nuovo molo sopraflutto interessano aree con Posidonia in degrado. Per questo riteniamo ancora più pericolosa e da evitare assolutamente la realizzazione del molo di sottoflutto interno con sulla testata una “Banchina segreteria con carburante e servizi” che si estende con un “pontile di accoglienza” realizzato addirittura nel bel mezzo dell’unico banco di posidonia oceanica che secondo la Vas risulta rimasto abbastanza integro. Ci pare un caso da manuale della “sindrome di slittamento della linea di riferimento”, cioè quando in presenza di una risorsa precedentemente abbondante, in seguito ad un forte degrado biologico determinato dalle attività antropiche, si accetta di valutare la risorsa secondo il degrado prodotto e la si usa per valutare i cambiamenti. Il risultato, come in questo caso, è lo slittamento delle linee di riferimento, con la conseguenza di un’ulteriore progressiva scomparsa del bene che si dovrebbe non solo difendere, ma anche recuperare e ripristinare, ovviando al degrado in corso e non rafforzandolo.

Escavi e strutture portuali

L’ipotesi proposta aggraverà la veloce erosione in corso acuendo i macroscopici effetti “mulinello” e “sedimentazione/accumulo” presenti e sempre più visibili al Molo del Pesce ed al Molo a massi sciolti. E’ abbastanza strano che i lavori di escavo previsti lungo Viale Regina Margherita non tengano conto di questa dinamica che ha avuto un pesante effetto “abrasivo” e di ricoprimento ed intorbidimento sulla flora e la fauna pre-esistenti, cosa tra l’altro fatta rilevare dalla documentazione prodotta dagli uffici Regionali che chiedono approfondimenti dei quali non c’è traccia. Inoltre gli escavi previsti per la profondità di circa un metro lungo viale Margherita non sembrano tener conto della presenza di un costante flusso di acqua dolce nell’area portuale, frutto della natura alluvionale della piana sulla quale sorge Marciana Marina, evidenziata dalla presenza di pozzi e falde di acqua dolce vicinissimi a viale Regina Margherita.

Balneabilità e spiagge

Viene proposta la balneabilità di un tratto di spiaggia, completamente compresa nell’area portuale, che si troverebbe tra due moli dove sarà possibile il transito e l’attracco, a pochi metri dal nuovo distributore e di fronte al corridoio di transito delle imbarcazioni, violando così ogni normativa esistente ed ogni limite di distanza dalle aree portuali e dalle imbarcazioni ormeggiate ed in transito. Quello che l’Amministrazione comunale in effetti propone è una sanatoria di una incredibile situazione in atto da anni, più volte denunciata da Legambiente: una spiaggia in piena area portuale che si sviluppa punteggiata da due troppo-pieni fognari ed uno scarico di “acque bianche”. Nell’area i tecnici di Goletta Verde (l’Arpat non effettua prelievi in quanto area portuale) hanno negli ultimi anni rilevato altissimi livelli di inquinamento batterico. Ora il Comune chiede praticamente alla Regione Toscana di approvare una sanatoria e di derogare alle leggi ed alle norme che regolano la balneazione. Anche qui si tenta di imporre una situazione di fatto dopo averla pre-costituita. Legambiente chiede di utilizzare invece lo specchio d’acqua tra il nuovo molo davanti a Via Murzi e il vecchio Molo del Pesce per alleggerire la pressione e la congestione sull’area portuale ed il suo ambiente con campi boe o altre strutture destinati alla piccola e media nautica che sostituiscano alcuni dei moli più impattanti e che potrebbero tranquillamente ospitare gran parte degli 81 posti barca in più previsti.



Nell’immagine la cartografia della ipotesi ottimale proposta da Legambiente Toscana

Impatto paesaggistico

Le costruzioni dei nuovi moli, il consolidamento del Molo a Massi e la realizzazione dei nuovi pontili avranno un evidente impatto paesaggistico. Il nuovo braccio del molo sopraflutto che modificherà completamente la prospettiva da Viale Regina Margherita, una delle passeggiate più amate dai turisti proprio per il suo paesaggio marino/costiero, ed le due strutture “Banchina uffici, Capitaneria, servizi” sulla testata del molo sopraflutto e la “Banchina, segreteria, carburante, servizi” sulla testata del molo sottoflutto interno snaturerebbero completamente il panorama, costituendo degli elementi del tutto incongrui con un lungomare bellissimo e con la presenza di una Torre Medicea. Crediamo che queste strutture siano facilmente collocabili in altri luoghi e soprattutto senza un così devastante impatto paesaggistico ma integrandole, in particolare gli uffici e la Capitaneria, nel contesto urbano già esistente invece di andare a realizzare artefatti ex nuovo che niente hanno a che vedere con la storia e la bellezza di Marciana Marina.

Ampliamento del lungomare

L’Amministrazione comunale sembra aver rinunciato al raddoppio della larghezza del Lungomare Regina Margherita inviso alla grandissima parte dei marinesi. Inoltre, anche in questo caso, l’allargamento del lungomare costituirebbe una sorta di sanatoria dell’imbonimento abusivo di massi realizzato accanto al Circolo della Vela e sul quale ci risulta ci sia stato un sequestro penale. Si invita quindi a trasformare questa rinuncia che si evince dalla documentazione in un preciso impegno in tutti gli atti che porteranno all’approvazione del Piano del Porto e in una precisa pronuncia del Consiglio Comunale prima dell’approvazione della Variante al Pano Strutturale.

Umberto Mazzantini
Portavoce Legambiente Toscana

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