Marche: nuove riflessioni per un buon governo del territorio


Cambiare l’approccio odierno rivolto all’analisi e alla comprensione del territorio è molto importante, abbiamo bisogno di ristabilire un nuovo rapporto con la terra e con il paesaggio. In particolar modo, la pianifcazione del territorio deve ripartire con una nuova coscienza e con dei nuovi obiettivi.

Così nasce questa nuova proposta di analisi del territorio della Vallesina (regione Marche, provincia di Ancona), ritenendo che possa essere di auspicio per una proficua stagione pianificatoria protesa verso un nuovo modello di Governo di Territorio.

La situazione in cui versa ad oggi tutto il territorio italiano, nessuna area esclusa, ci dimostra l’utilità di affrontare un “nuovo” discorso pianificatorio che tenda a superare i meri confini amministrativi (soprattutto quelli comunali), ormai angusti e di debole efficacia è d’obbligo, non tanto per un semplice discorso di completezza analitica quanto più per una visione d’insieme funzionale e strategica.

In un periodo di forte crisi generale come quello che stiamo vivendo, sapersi reinventare e saperlo fare nella direzione giusta è un’azione che non può più essere rimandata, anche perchè le scelte sin qui fatte si sono dimostrate in parte inutili e in parte troppo frammentate e dispersive. Queste da sempre hanno rivestito una visione troppo localistica del recupero urbanistico, tanto delle città quanto del territorio agricolo, dimostrandosi troppo aggrappate ad una concezione vecchia, superata e per molti aspetti dannosa per gli stessi territori.

E’ fondamentale, per superare questo “pantano”, la comprensione dell’importanza del concetto di paesaggio (ribadita a gran voce sia dalla Costituzione italiana e sia dalla Convenzione europea del paesaggio) e della costruzione di un percorso analitico incentrato sul potenziamento del valore intrinseco del paesaggio all’interno dei percorsi di pianificazione del territorio.

Un paesaggio che non si mostri soltanto come una fotografia statica del territorio, ma che invece sia allo stesso tempo dinamico e strategico, completo e rispettoso dei sistemi costitutivi del processo storico di territorializzazione. E’ soltanto in questo modo che, una lettura rivolta alla valorizzazione territoriale e  paesaggistica può entrare a tutti gli effetti in un procedimento di pianificazione strategica.

Di seguito alcune delle “tensioni territoriali” che incidono sul territorio della bassa Vallesina (ma riscontrabili in tutto il Paese), e conseguentemente sulla popolazione locale, adatte a comprendere come un approccio mirato possa far emergere criticità e pregi che mai rispettano i confini amministrativi stabiliti:

LE TENDENZE TERRITORIALI NEGATIVE

Aree con forti tensioni antropiche: cioè tutte quelle aree in cui ricadono le grandi infrastrutture e i più massicci insediamenti recenti, sono zone sottoposte ad una forte pressione urbanistica. Si compongono anche di aree pregiate, ad oggi minacciate dalle future espansioni, come ad esempio i corsi d’acqua con i contigui spazi ripariali, la spiaggia interclusa tra strada ed edificato, gli spazi periurbani ancora classificati come “suolo libero” interclusi tra le grandi infrastrutture e le nuove espansioni urbane e le aree considerate di “completamento” tra paese e paese.

Scollinamento edilizio dei paesi di crinale: in questa categoria ricadono tutte le aree di pendenza appena sotto i versanti collinari, in cui si sono o si stanno verificando le nuove espansioni edilizie. Il paese di crinale cresce, oggi più di ieri, espandendosi lungo i versanti collinari. Le problematiche di questi interventi sono molteplici: perdita della forma storica del nucleo urbano, aumento del dissesto idrogeologico, degrado paesaggistico, consumo di suolo agricolo e perdita di biodiversità e di materiale organico presente nel terreno.

Urbanizzazione recente:
L’espansione recente, viene annoverata tra le tendenze negative soprattutto perché concorre al “consumo di suolo di libero” e al decadimento del valore paesaggistico dei territori.
L’area che subisce maggiormente questo aspetto è proprio la costa. Dalla statale adriatica, ad esempio, il mare è infatti poco percepibile e la quinta dei palazzi non permette di godere il panorama, precludendo così un prezioso “bene comune”;

Saldatura edilizia lungo strada: E’ un aspetto controverso, se da un lato la densificazione dell’urbanizzato riduce la dispersione insediativa, dall’altro, perseguendo questo tipo di espansione, si preclude fortemente la fruibilità del paesaggio, soprattutto lungo le strade di crinale.

LE CRITICITÀ AMBIENTALI

Le aree industriali-commerciali: I grandi insediamenti produttivi della bassa Vallesina, ma non solo, si caratterizzano per il forte impatto paesaggistico: molti capannoni di bassa qualità estetica, elevata occupazione di suolo, elevato traffico automobilistico, scarsa presenza di alberature e cospicua superficie impermeabilizzata dall’asfalto (grandi parcheggi, ecc.);

Pannelli solari al suolo: I parchi solari possono essere interpretati negativamente per due motivi: un aspetto è quello dell’occupazione di “suolo libero”, un altro aspetto è quello del degrado paesaggistico. Solitamente questi siti energetici vengono posizionati sui versanti delle colline, andando così ad incidere drasticamente sulla percezione del tipico paesaggio agricolo;

Discariche inattive: Anche se inattive, le discariche, devono essere considerate delle forti criticità, sia da un punto di vista ecologico che da un punto di vista di “consumo di suolo”. Sono aree inutilizzate e non è raro inoltre, riscontrare  il fenomeno della percolazione e  quindi del conseguente inquinamento di falda acquifera;

Cave: Sono delle forti criticità ambientali, e nella Vallesina sono numerose lungo il fiume Esino (ghiaia) e  sulla dorsale marchigiana (pietra).
Incidono sul territorio per diversi aspetti: dal punto di vista ecologico, va sottolineato la grande quantità di materiale estratto (rena e ghiaia); sia dal puinto di vista del degrado ambientale che comporta tanto una cava attiva che una inattiva (gli ex propietari una volte esaurita la concessione non sono tenuti a compensare il danno provocato).
Da un punto di vista dell’ inquinamento atmosferico, i camion usati per il trasporto del materiale estratto sono numerosi e la polvere rilasciata è notevole. Forte è anche l’inquinamento acustico: scavi, lavorazioni, traffico veicolare sono tutti aspetti dello stesso problema che quasi sempre non viene compensato in alcun modo.
Da un punto di vista paesaggistico la cava si presta comunque ad essere un sito di dimensioni considerevoli, visibile da molti punti, anche quando dismessa questa lascia segni indelebili sul territorio.
Da un punto di vista economico le cave se da un lato possono offrire lavoro dall’altro abbassano il valore di appetibilità di tutto i l’intorno;

Grandi infrastrutture: I grandi corridoi infrastrutturali comportano grandi problematiche e risultano totalmente svincolate dal territorio che le ospitano: le autostrade (in questa caso l’A14), le statali e in parte le ferrovie, oltre ad occupare copicue porzioni di terreno, incidono fortemente sulla percezione paesaggistica dei luoghi.
In Italia molte di queste restano eterni cantieri aperti e non fanno altro che mostrarsi come enormi situazioni di disagio condiviso;

Forti detrattori eco-paesistici e siti dismessi: Sono i grandi corpi produttivi, o ex produttivi, (la raffineria API di Falconara, la ex Montedison, l’ex Caserma militare, l’ex zuccherificio SADAM, l’Aeroporto di Falconara e l’Interporto di Jesi)  che occupano vaste porzioni di territorio.
Giganteschi mostri industriali ormai inutilizzati o sottoutilizzati. Essi “partecipano”, a diverso titolo, a tutti quegli aspetti di degrado territoriale che caratterizzano tante aree italiane: elevato traffico veicolare, forte inquinamento atmosferico, degrado paesaggistico, inquinamento acustico e perdita di valore ambientale per ampie zone circostanti.
La regione Marche stessa, per questi motivi, ha predisposto un piano di risanamento per l’area della bassa Vallesina (definita come Area ad elevato rischio di crisi ambientale, AERCA).

Tutto questo danneggia in particolar modo gli elementi di pregio del territorio:

  • Il litorale sabbioso ancora libero: infatti se è vero che il tratto di costa nord-anconetano, ricalca il concetto di “sviluppo balneare” della riviera romagnola, è anche vero che a differenza di questa, sia per caratteristiche di estensione spaziale ridotta, sia perché meno competitiva dal punto di vista turistico, si presta ad essere un litorale meglio conservato;
  • La presenza di aree boscate di pregio tutelate: localizzate nella selva di Gallignano e in quella  di Castelfidardo;
  • L’ecosistema fluviale: il fiume Esino, il fiume Misa e il fiume Musone, si caratterizzano per la presenza di cospicue aree boscate lungo i rispettivi margini, e per la presenza di spiaggette ed insenature di alto valore ecologico e fruitivo;
  • La rete idrica minore: capillare e valorizzabile in termini di rete ecologica;
  • Le aree agricole mantenute: alcune di elevato pregio paesaggistico, presenti sia nei territori collinari che, più raramente, in quelli pianeggianti;
  • Una rete viaria storica estesa: con alcuni tratti di forte valore panoramico;
  • I nuclei storici: molti di elevato valore storico e tutti fruibili e ben mantenuti.

Quindi fondare uno studio sulle dinamiche territoriali e paesaggistiche, agire subito sulle criticità e valorizzare i sistemi di pregio sono le basi per realizzare un nuovo “sentimento” territoriale. Trovare la giusta scala d’intervento, non più quella comunale ormai troppo limitata, ma neanche quella regionale forse troppo distaccata dai bisogni locali; bensì una scala intermedia che a differenza di quella provinciale non sia frutto principalmente di scelte politiche (ormai vecchie) ma che sia l’interazione di nuovi saperi e di nuovi bisogni.

Il valore aggiunto di guardare il territorio con occhi diversi, cercando allo stesso tempo di tutelare e di valorizzare la percezione di un paesaggio riconosciuto e vissuto dalle popolazioni locali.

Andrea Alcalini

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Di seguito il lavoro di ricerca (scarica il file pdf, 6,7 Mb):
DINAMICHE – TRASFORMAZIONI – SCELTE E CONSUMI DI UN TERRITORIO – LA VALLESINA >>

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Alcuni estratti della ricerca: