PGT: Il comune di Milano dice “verde” ma scrive “cemento”…

A cura del Comitato Un AltroPiano x Milano.

In questi giorni a Palazzo Marino si discute il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) che dovrà essere approvato entro il 13 ottobre 2019.
Lo scorso giugno cittadini e associazioni milanesi, riunitesi nel Comitato Un AltroPiano x Milano, hanno analizzato il contenuto del nuovo PGT presentato dal Comune. Attraverso un lavoro articolato sono state elaborate 12 osservazioni corredate con le firme di 974 cittadini con le quali si è chiesto, al Comune di Milano, la modifica di alcuni punti essenziali del PGT, al fine di preservare e incrementare il verde in citta’, di migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua e di realizzare una politica del territorio che metta al centro chi vive la città tutti i giorni.

Le controdeduzioni, pubblicate dal Comune ai primi di settembre, sono state elaborate in una forma di difficile comprensione per il cittadino comune, ma anche per i professionisti più preparati.
E’ praticamente impossibile capire il quadro generale e gli effetti del nuovo PGT sul futuro della città; le risposte sono prive di planimetrie e delle norme complete riscritte, che avrebbero dovuto essere allegate, per rendere leggibili le reali intenzioni dell’Amministrazione: tutto ciò in contraddizione con le quotidiane affermazioni sulla volontà di coinvolgere i cittadini nelle scelte sul futuro della città.

Quello che sicuramente abbiamo capito è che il PGT, in fase di approvazione, è peggiorativo rispetto alla prima versione e ne evidenziamo come esempio un punto su tutti:

Non solo i servizi pubblici e privati non saranno calcolati nel computo del costruibile (non cuberanno) ma potranno anche essere edificati nelle aree destinate a verde pubblico!

“Norme di attuazione Piano dei Servizi: aggiungere un nuovo punto 6 al comma 4 dell’art. 8 così come di seguito: «Nelle aree per il verde urbano è consentita, anche solo parzialmente, la realizzazione di servizi, previa verifica dei criteri di cui all’art. 4 comma 2»”.

Anche uno spazio di verde pubblico potrà tranquillamente essere spazzato via per essere “riempito” da uffici pubblici, luoghi di culto, attività produttive e commerciali, e molto altro ancora.
Uno schiaffo alla promessa di azzeramento del consumo di suolo e in forte contrasto con le dichiarazioni di voler realizzare politiche ambientali, attuando piuttosto azioni che privilegiano interessi di pochi a scapito del bene comune.

L’iter del PGT, previsto da Legge Regionale stabilisce che, dalla data di adozione, i cittadini hanno 60 gg per produrre le osservazioni ed entro i successivi 90 gg il Comune deve approvarlo; tale scadenza è prevista il giorno 13 ottobre 2019. Considerando la complessità del PGT di una città come Milano, i tempi per la discussione in coincidenza con le vacanze estive, l’elaborazione di osservazioni e la difficile comprensione delle controdeduzioni, il Comitato “Un AltroPiano x Milano”
CHIEDE:

  • Una proroga della scadenza dei termini di approvazione definitiva da chiedere con urgenza alla Regione Lombardia.
  • Di aprire un confronto tra la giunta di Milano, le associazioni radicate sul territorio e la cittadinanza, in modo che si possa riflettere sulle scelte contenute nel PGT.

3 commenti

  1. credo che si debba cercare anche di conoscere l’attuale Legge lombarda per la riduzione del consumo di suolo. Si tratta della LR 31/2014, certamente ancora piena di contraddizioni e limiti, ma che segna un primo passo per la progressiva riduzione del consumo di suolo.
    Personalmente ne sento l’urgenza, tuttavia è troppo semplice “urlare” da cittadini senza conoscere quello che effettivamente si sta cercando di fare a livello istituzionale. Chi sa ad esempio che ciò che viene attualmente ancora costruito è il risultato di un bilancio del consumo di suolo pari a zero tra le nuove trasformazioni proposte e quelle già approvate a dicembre 2014?
    Solo con un atteggiamento critico ma costruttivo e preparato si possono modificare le situazioni, non con i “soliti” no a tutto e comunque.

  2. Penso alla difficoltà degli amministratori che cercano di segnare una vera rottura rispetto a un passato ( e a un presente) fatti di cementificazione e verde somministrato a dosi omeopatiche.Molto più facile ammantarsi di belle parole e poi assecondare gli interessi che operano in profondità E non è detto che siano interessi turpi: cementificare, costruire porta lavoro è un volano economico. Ma è proprio questo il punto: avere il coraggio di invertire la rotta non nel senso di un ecologismo da salotto che ignora le esigenze dell’economia reale ma nel senso di sostituire l’occupazione “dannosa” con l’occupazione “virtuosa”: non erigo un supermercato ma piantumo gli alberi e me ne prendo cura. I cambi di paradigma sono epocali, complessi ma ineludibili. In molti cozzeremo contro il muro: pensiamo alla vicenda del vicesindaco di Torino e assessore all’urbanistica,il prof. Montanari,coerente senza scadere nella caparbietà che tuttavia è stato costretto alle dimissioni dalla giunta pentastellata ( quella che avrebbe dovuto rappresentare una “chiara” alternativa); ma a furia di capocciate lo abbatteremo.

  3. se milano, che l’è un gran milan, deve essere prima in tutto, dalla expo alle olimpiadi, alla fiera del libro ed anche a quella del vino nonchè capitale economica del bel paese, che sa molto di crema, perchè non essere prima anche in questo? negli spazi pubblici possiamo sempre realizzare boschi verticali e portarci le caprette! suvvia!

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