Assalto ai parchi 2021: al via la “provvidenziale” transizione ecologica?

A cura del Centro Parchi Internazionale.

Abbiamo appreso con sgomento delle gravissime minacce che incombono attualmente sull’Abruzzo, un tempo apprezzato a livello internazionale come “Regione dei Parchi”, ma oggi esposto al rischio di guasti e deturpazioni, che colpirebbero al cuore uno dei più straordinari territori d’Europa per ambiente, paesaggio, cultura, natura e biodiversità.

Si è pure constatato che al primo allarme ha fatto seguito una vibrata e documentata protesta sottoscritta da moltissime Associazioni ambientaliste, con argomentazioni più che valide, e proposte alternative da prendere in seria considerazione. E quindi ci saremmo aspettati dalle Autorità responsabili, cui non possono sfuggire i danni di immagine di una politica tanto irresponsabile, anche soltanto ad enunciarla, immediati interventi riparatori…

E invece non soltanto non c’è stato alcun intervento, ma precisa e puntuale è giunta la conferma che non si intende bloccare l’assalto ai Parchi, perché la linea che verrà seguita è proprio quella denunziata dalle Associazioni. In sostanza, ci si appresta a sganciare sulla Natura d’Abruzzo tre ordigni esplosivi micidiali:

  1. Bomba all’Idrogeno, riducendo il Parco Regionale Sirente-Velino, per dar vita a una fantascientifica futura Hydrogen Valley;
  2. Bomba di Neve, costruendo nel Parco Nazionale della Maiella Impianti sciistici, a beneficio di passività economiche e di appetiti speculativi;
  3. Bomba d’Asfalto, aprendo una assurda strada spaccamontagne nel regno dell’Orso, per cementificare e urbanizzare le ultime zone intatte.

Ma la novità del secolo è che tutto ciò avverrà, proclamano dall’alto, nel nome della provvidenziale Transizione Ecologica, ovviamente con il pieno consenso delle competenti Autorità.
Il Centro Parchi Internazionale, forte delle proprie esperienze ultradecennali, ritiene invece si tratti di interventi inammissibili, palesemente illegali, che verrebbero bollati come frutto di Analfabetismo Ecologico, mettendo Abruzzo e Italia alla gogna internazionale, proprio mentre si celebrerà il Centenario dei due Parchi Nazionali più antichi e famosi. E condividendo pienamente la protesta di tutte le Associazioni, invita a ricordare che l’inaugurazione del Parco Nazionale d’Abruzzo (pioniere per privata iniziativa, in attesa che il Regno d’Italia si svegliasse) era avvenuta il giorno 9 Settembre 1922, come ricorda inoppugnabilmente la storica Fontana degli Orsi di Pescasseroli.

Il comunicato comune di 21 Associazioni:

Il no deciso di tutte le associazioni alla devastazione ambientale dell’appennino abruzzese ed allo spreco di risorse pubbliche che causerebbe la nuova strada Roccaraso-Scanno-Ortona dei Marsi.

La Stazione Ornitologica Abruzzese (SOA), dopo aver appreso dai mezzi di comunicazione del progetto, e dopo averne acquisito la proposta preliminare presentata in occasioni pubbliche dalla DMC Alto Sangro (l’agenzia regionale di promozione turistica) e dall’UNCEM Abruzzo (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) ha prodotto un documento inviato nei giorni scorsi ai Comuni interessati e all’Ente PNALM, da cui emergono aspetti a dir poco sconcertanti sia in termini economico-finanziari e di corretta definizione in merito alla compatibilità con i principi del Recovery Fund, sia di reale utilità in alternativa alla viabilità esistente che in riferimento agli impatti ambientali a dir poco devastanti e del tutto sottovalutati.

Il percorso della nuova strada a due corsie partirebbe dall’Altopiano delle 5 Miglia per penetrare dentro la Montagna Spaccata all’interno della splendida Foresta Demaniale di Chiarano Sparvera, per inerpicarsi fino al suo crinale e con una galleria di oltre 2,4 km passare dalla intatta Bocca di Chiarano alla sottostante Valle di Jovana. Tra l’altro il tracciato passerebbe dalla Montagna Spaccata, che attualmente è una forra strettissima dove a mala pena sale una mulattiera, il che richiederebbe la distruzione completa del piccolo canyon, una “perla” dell’Appennino abruzzese.

Dalla valle di Jovana la strada proseguirebbe a mezza costa sul versante orografico destro della stessa, dove ora esiste una sola casa abitata, per scendere sempre sullo stesso versante in un territorio con boschi e senza alcuna strada o fabbricato fino a Scanno. A valle dell’abitato, attraverso un’altra galleria, seguirebbe sulla sponda orografica sinistra del Lago omonimo per raggiungere Villalago, quindi, poco a monte dell’abitato, un’altra galleria e viadotti per oltre 4 km porterebbero a San Sebastiano dei Marsi, per raggiungere infine Ortona dei Marsi, e un nuovo svincolo autostradale a Carrito.

Le Associazioni scriventi fanno notare che si andrebbe cosi a sfregiare una parte consistente del paesaggio montano abruzzese ancora integro, che comprende Siti di Interesse Comunitari (SIC e ZSC), Zone di Protezione Speciale (ZPS), Aree contigue ai Parchi Nazionali e Riserve Naturali Regionali.
Tutte le specie animali dell’Appennino Abruzzese, molte delle quali protette dalla Direttiva HABITAT della UE ne sarebbero gravemente impattate esponendo la nostra Regione a una più che sicura procedura di infrazione comunitaria. L’areale dell’Orso marsicano verrebbe letteralmente stravolto, vanificando tutte le azioni portate avanti da Ministero, Regione, Aree Protette e Associazioni negli ultimi 15 anni, andando a devastare proprio quel corridoio di connessione che tutti fino a oggi hanno definito vitale per garantire l’ampliamento dell’areale della specie e lo scambio di individui tra un Parco Nazionale e l’altro. Giova ricordare che qui è nata Amarena, la “famosa” femmina balzata agli onori della cronaca nazionale la scorsa estate. L’orsa è nata, si è riprodotta e alleva i suoi 4 orsacchiotti tra Villalago e San Sebastiano dei Marsi, proprio dove passerebbe la nuova strada.

Ma a cosa servirebbe poi questa strada? Ha senso in un momento di recessione economica grave prevedere di spendere 750 milioni di euro (ma quali saranno i costi reali ?) per accorciare un percorso di soli 20 km, che tra l’altro taglierebbe fuori tutto l’Alto Sangro meta di un turismo escursionistico naturalista da anni in crescita costante ? Roccaraso e Rivisondoli hanno bisogno di una strada simile quando sono già servite comodamente ? Lo stato di generale abbandono della viabilità dell’Abruzzo interno non giustificherebbe invece interventi di miglioramento e manutenzione ormai irrimandabili, piuttosto che una nuova strada “nel nulla”, che non serve a nessuno se non alle ditte che se ne aggiudicheranno la costruzione? I servizi disastrati dei Comuni della montagna abruzzese (ospedali, ambulatori, servizi di trasporto pubblico, Farmacie, RSA, etc.etc.) non meriterebbero questi fondi, invece di aggiungere altro asfalto a un territorio già piagato dal dissesto idrogeologico ?

In alternativa a questo progetto insostenibile per la natura e per le popolazioni residenti, le Associazioni invitano la Regione Abruzzo, UNCEM Abruzzo, DMC Alto Sangro e i Comuni interessati a chiedere al Presidente del Consiglio e al Governo i fondi per la messa in sicurezza delle strade esistenti. In vista del centenario del PNALM (2023), bisogna adeguare l’intera rete stradale con aree per la sosta temporanea dei turisti nei punti panoramici indicati dall’Ente Parco, dotate dei necessari servizi di informazione al turista e di promozione di tutta l’area e dei suoi prodotti tipici. Sarebbe bene anche affidare la suddetta rete viaria all’ANAS, evitando cosi altri casi come quello del ponte sul Giovenco sulla SP 17 che attende ancora il completamento dalla riapertura dall’Aprile 2019 (dopo che la sua chiusura impose un anno d’isolamento ai borghi della valle del Giovenco!!!).

In conclusione, al neo Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Enrico Giovannini ricordiamo che dei 32 miliardi che il Recovery Plan assegna a infrastrutture e trasporti, la metà dovrà essere investita in mobilità sostenibile: e alla luce di quanto sopra, gli chiediamo di inserire nel suo programma immediato la messa in sicurezza di tutte le strade del PNALM, comprese le aree attrezzate per i turisti e il recupero e rilancio del treno più alto dell’Appennino, L’Aquila – Sulmona – Pescocostanzo – Castel di Sangro, per la mobilità dolce all’interno del sistema dei Parchi Naturali Abruzzesi (Pnalm, Majella, Sirente-Velino, Gran Sasso e Monti della Laga).

Per le motivazioni di cui sopra, le Associazioni scriventi fanno appello a tutti i Comuni coinvolti, alla Regione, all’Ente PNALM e alle Riserve interessate dall’opera, affinché prendano le distanze dal progetto in argomento, e adottino atti formali di dissenso in merito allo stesso, tali da impedirne il finanziamento e la, seppur parziale, realizzazione.

Firmano il comunicato:

  1. SALVIAMO L’ORSO
  2. MOUNTAIN WILDERNESS Abruzzo
  3. WWF Abruzzo
  4. LIPU Abruzzo
  5. ITALIA NOSTRA Abruzzo
  6. CAI Abruzzo
  7. STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE
  8. PRO NATURA Abruzzo
  9. APPENNINO ECOSISTEMA
  10. Rewilding Apennine
  11. Associazione MONTAGNA GRANDE – Valle del Giovenco
  12. ORSO and Friends
  13. TOURING CLUB ITALIANO Abruzzo
  14. DALLA PARTE DELL’ORSO – Pettorano sul Gizio
  15. FARE VERDE Abruzzo
  16. Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello”
  17. I GUFI
  18. Forum SALVIAMO IL PAESAGGIO
  19. Federtrek – Escursionismo e Ambiente
  20. Associazione Italiana Wilderness
  21. Altura Abruzzo