Per il Ministero l’inquinamento nella provincia di Cremona non ha responsabili

A cura di Maria Grazia Bonfante e Ferruccio Rizzi.

La provincia di Cremona è interessata da inquinamento atmosferico diffuso… impossibile distinguere una specifica fonte di emissione… quindi?…
Nessun responsabile per il danno alla nostra salute!

Nei mesi scorsi è stata presentata una richiesta di adozione di provvedimenti contingibili e urgenti, inviata da cittadini al Ministero della Transizione Ecologica, ora Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica e alla Prefettura di Cremona, per la grave situazione di aria inquinata che interessa Cremona e tutti i Comuni della nostra provincia. Iniziativa conseguente a quanto reso noto nel maggio 2022 dalla Corte di Giustizia Europea.

Il Ministero risponde, in prima istanza, che si sarebbe avvalso della collaborazione di ISPRA (Istituto Superiore Protezione e la Ricerca Ambientale) per la valutazione del danno ambientale.
Nel documento, inviato in questi giorni, supportato da una relazione di ISPRA ed ARPA, comunica osservazioni sulla base dell’ordinamento giuridico ambientale in atto.
Rileva, inoltre, che poiché l’ordinamento si fonda sul principio che “chi inquina paga“, impedisce di intervenire giuridicamente in realtà, come quella della Pianura Padana, che soffrono di inquinamento diffuso e persistente.

L’effetto cumulo di più fonti emissive, infatti, non consente di individuare il singolo responsabile. Pertanto, conclude che non può prendere provvedimenti.

Non considera l’inquinamento come risultato del modello di sviluppo antropocentrico frutto di precise scelte politiche.
Ne consegue che anche l’ultimo inserimento in Costituzione dell’art.9 sul diritto ad una tutela dell’Ambiente, sarebbe solo un esercizio di stile e una pura affermazione di principio. Esiste, quindi, un vuoto legislativo con la grave conseguenza di privare i cittadini di strumenti per difendersi dall’inquinamento diffuso?

Il danno ambientale produce effetti su elementi naturali (piante, zone umide, ecc.) ma, anche, sulle persone e si traduce in morti premature, patologie respiratorie, modifiche del DNA, riduzione del quoziente intellettivo. I dati scientifici sono tutti disponibili e noti.
I toni trionfalistici degli amministratori del Comune di Cremona appaiono fuori luogo, sia rispetto alla riduzione nel tempo dei valori massimi di emissioni, che non si concretizza con un reale miglioramento, perché la provincia di Cremona continua ad essere la seconda area più inquinata d’Europa. E neppure, perché l’inquinamento ha notevoli risvolti anche sociali.

Negli ultimi decenni è avvenuta una notevole trasformazione dell’apparato produttivo di tutta l’area padana, con una costante tendenza alla deindustrializzazione, meccanica e dell’industria pesante, e una elevata delocalizzazione di interi comparti con il conseguente spostamento dell’inquinamento atmosferico.
Il danno ambientale, ma anche morale ed esistenziale, è frutto di scelte politiche che vogliono perpetuare l’attuale economia anche a scapito della salute della moltitudine di cittadini.

Intendiamo, pertanto, continuare ad agire per difendere il diritto ad un ambiente salubre su tutto il territorio nazionale, soprattutto, per quelle aree in Italia maggiormente inquinate.
Per questi motivi, tramite l’avv. Francesco Perez, abbiamo inviato al Ministero le nostre osservazioni relative alle affermazioni contenute nel documento ricevuto.
Ringraziamo Europa Verde di Brescia che sostiene gli aspetti amministrativi e giuridici dell’azione intrapresa in qualità di cittadini condividendone le finalità.

Qui il nuovo documento di osservazioni presentato al Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica.

(Foto di Paolo Baldi)