A Monza solo pochi giorni per salvare le ultime aree verdi

I cittadini di Monza stanno assistendo a una delle pagine più tristi e grottesche che solo l’attuale classe politica può offrire. Sì, perché sono gli intrecci politico-affaristici a tenere banco, mentre la salvaguardia del suolo e delle future generazioni sono relegate in secondo piano. La posta in palio è molto alta e riguarda l’approvazione della Variante al Piano di Governo del Territorio (PGT). Spiegare in un articolo, che deve essere compreso a livello nazionale, cosa sta succedendo a livello locale non è effettivamente facile. Monza si è dotata di un PGT nel 2007, ed è stata tra le prime città a farlo. con una giunta di centro-sinistra. Non soddisfatta della pur notevole cementificazone prevista da quel PGT, l’attuale giunta Lega-PDL ha cominciato da subito a lavorare a una Variante al PGT tramite Paolo Romani, inviato, si dice, dalla famiglia Berlusconi per sistemare una volta per tutte l’area agricola della Cascinazza, già acquistata nei lontani anni ’70 e mai resa edificabile soprattutto per le periodiche esondazioni del fiume Lambro. L’attuale giunta, guidata dal sindaco leghista Mariani, ha adottato la variante solo 4 anni dopo, a ottobre scorso e ha tempo ora fino al 18 marzo per approvarla. Nel frattempo, però, la larga maggioranza dell’inizio legislatura si è dissolta e, fra dimissioni e inquisiti, si ritrova testardamente a cercare di chiudere a tappe forzate la faccenda, incurante della pioggia di critiche e polemiche pervenute da più parti, enti, movimenti, associazioni e cittadini compresi.

Sembra che poco importi che Monza abbia un triste primato in Italia per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria e che pure la falda acquifera brianzola sia tra le più inquinate, che Monza e la Brianza siano tra le zone a più alto tasso di urbanizzazione d’Europa, così come il rapporto di Euromobility sulla mobilità sostenibile in 50 città italiane la collochi al 43° posto.

La variante prevede, a fronte di una “strana” previsione di aumento di popolazione (Monza è stabilmente sui 120 mila abitanti da circa vent’anni), una colata di più di 4 milioni di metri cubi di cemento, la maggior parte su zone agricole o aree verdi. Questa variante è stata imposta ai cittadini senza averli mai adeguatamente informati e coinvolti preventivamente e ignorando poi le numerosi petizioni portate avanti da movimenti, associazioni e comitati di quartiere con il supporto di migliaia di firme dei cittadini. Non ultime, la bocciatura di quasi tutte le 700 osservazioni che sono pervenute in giunta dopo l’adozione avvenuta lo scorso ottobre.

Incredibilmente, lo scorso 20 febbraio è arrivata anche la sonora bocciatura della regione Lombardia che doveva valutare se il PGT monzese rispettasse i requisiti previsti dal Piano territoriale regionale (Ptr). Riportiamo qui un brevissimo riassunto delle 52 pagine di rilievi:
  • La mancanza di un’analisi rispetto il tasso di crescita o meno della popolazione che comunque visto la stabilità prevista per i prossimi anni non giustifica volumi abnormi di nuova residenza.
  • Uno sproporzionato consumo di suolo di aree libere verdi ed agricole vista la quantità di superficie di aree industriali dismesse disponibili per riconversioni urbane e riqualificazioni.
  • Uno mancato studio delle conseguenze sulla mobilità del nuovo peso insediativo
  • La contrarietà della linea monorotaia sul Villoresi
  • Il mancato studio delle conseguenze sul Lambro nei periodi a rischio esondazione per gli effetti di ulteriori antropizzazioni del territorio e mancato rispetto delle aree a rischio idrogeologico.
  • La mancanza di un piano dei servizi adeguato alla nuova domanda di territorio ( infrastrutture sociali e per la mobilità ) generata dagli incrementi  volumetrici.
  • Mancanza di criteri per la gestione ed il calcolo della compensazione e perequazione

Il documento conclude drammaticamente che “replicando nel tempo i consumi di suolo previsti dal PGT, è possibile ipotizzare il completo esaurimento di tali aree entro 26 anni”.

Ma tant’è: questo è solo un parere non vincolante. Intanto, Paolo Romani, dopo 4 anni di assenza, è tornato a Monza e l’ordine è di approvare con tutti i mezzi questa variante. A risentirci dopo il 18 marzo.
maurizio b.
movimento 5 stelle Monza
monza5stelle@gmail.com

Un commento

  1. c’è poco da aggiungere, forse solo due dati incontestabili: primo, il consulente che ha redatto il PGT, dott.Antonino Brambilla è attualmente agli arresti domiciliari con varie accuse, e fu condannato negli anni d’oro di tangentopoli all’interdizione per tre anni dai pubblici uffici. secondo: la zona della Cascinazza è stata venduta da Paolo Berlusconi, ma qualora venisse resa edificabile la nuova proprietà pagherà a lui ben 60 milioni di euro. lancio un appello a tutti i cittadini: inondate di mail sindaco giunta e consiglieri comunali di Monza perchè si dimettano: dobbiamo salvare la città e le sue aree verdi…

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